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Visualizzazione dei post da 2019

Panta rei

Di solito sotto Natale sono felice, sprizzo ottimismo, sono contenta della pausa e di stare insieme alle persone che amo, gioisco della meraviglia negli occhi dei bambini e anche degli adulti che ricevono regali più o meno inaspettati, veder scartare qualcosa e sentirsi un po' bambini a trovare un regalo sotto l'albero. Quest'anno tutte queste cose ci sono, ma un pochino sporcate. Come quando la neve ti sembra candida e soffice e meravigliosa, ma poi ti avvicini e non è così candida perché non lo è l'aria che attraversa, è più dura di quanto sembri e non è poi così meravigliosa. Non sono triste, un po' lo sono, ma al momento non c'è motivo di esserlo tanto. Ma mi intristisce la mancanza di spensieratezza. Non mi addentro tanto e non voglio parlarne di più finché (e se mai) ci capiremo qualcosa allora lo farò, perché al momento gli altri accertamenti fatti da mio marito non hanno escluso e nemmeno confermato nulla. Insomma, non ho idea. Cioè, sta bene, ma bi

Gente a caso che ti vuole bene

A volte faccio dei sogni dove ci sono persone ormai lontane, o persone lontane da sempre che conosco appena, che mi dimostrano un affetto inaspettato e molto più grande di quanto creda. Io che di solito faccio sogni spezzettati di cui a volte ricordo appena un'emozione e una specie di fermo immagine, quando faccio questi sogni sono articolati, con un inizio e una fine precisi, una storia che si sviluppa nel mezzo e una persona che non credevo e invece mi vuole bene più di quanto pensassi. Sono persone diverse, nella vita vera in genere poco o per nulla importanti, eppure quella sensazione di grande affetto appena provata una volta sveglia mi manca, mi provoca un vero e proprio vuoto dentro le viscere. Un vuoto che poi, con il passare della giornata, se ne va. Ma forse non se ne va mai del tutto. Sono sempre stata bisognosa d'affetto, di tanto tantissimo affetto, di quello che forse non sono tanto capace di dare tranne alle persone più vicine a me, e che di conseguenza fati

Il gelo no

Questo post poteva cominciare con due tempi verbali: il passato o il presente. Ho sperato tanto di poterlo scrivere al passato. E per fortuna è così che lo scrivo. Nell'ultima settimana sono stata spaventata e preoccupata, ho sperato che non ce ne fosse motivo, ho sperato tanto che andasse tutto bene, e ho sperato tanto di poter scrivere un post sulla paura e sul sollievo e non solo sulla paura. Il sollievo di ieri pomeriggio è stato enorme. Mio marito aveva fatto un esame di routine la settimana scorsa ed era emersa un'anomalia. Non mi addentro nei particolari, ci sono degli accertamenti da fare ancora, ma con tutta probabilità il cardiologo che l'ha allarmato ha avuto delle modalità un po' precipitose. Quindi, insomma, pare che vada tutto bene e ci sono molti motivi per pensare che sia così. In questi giorni ho vissuto in una specie di realtà sdoppiata: quella solita in cui vivevo, lavoravo, stavo con mia figlia, comunicavo con genitori e maestre, e quella in c

Anticorpi

Insomma, una settimana normale non la riusciamo mica a fare. Martedì le scuole erano chiuse per l'allerta meteo, e ok, ma poi la piccola mi torna a casa dalla nonna con la febbre. E la sera arriva il mal di gola. Ora, non so se lo sapete, ma al giorno d'oggi (magari anche meglio così) i dottori non danno più nessuna medicina (ripeto, non sono una fan degli antibiotici dati subito, quindi va bene così) ma che so, uno sciroppetto, una robina... niente. È da un mese che alterniamo raffreddori, tossi, ora il mal di gola. Quindi anche il resto della settimana la scuola l'abbiamo vista col binocolo, e ho dovuto riorganizzare tutto quanto con i nonni per riuscire a lavorare (in realtà quando lei è dai nonni io lavoro pure con più calma, perché gli orari sono più flessibili).  Il fatto è che mi piace la nostra routine da quando è iniziata la scuola. Anche se quando la vado a prendere pianta una serie di capricci infiniti (non a scuola, ma nel tragitto scuola-casa e poi a casa: c

Vuoti e pieni

Ogni tanto vado a rileggere post scritti tanti anni fa, e sono tanti davvero, tenere un blog è un ottimo modo per renderti conto di quanto cazzo di tempo è passato da quando lo hai aperto. E la reazione è più o meno sempre: ma che piiiiicccccoooola che ero (cosa che evinco dal modo in cui scrivevo) proprio come quando trovi una foto di dieci anni fa e dici "ma guarda che giooovvaaane". In questi casi allungare le vocali è d'obbligo. Però c'era una certa leggerezza, sempre, anche nei momenti meno gioiosi, sarà stata anche l'età, o sarà la distanza con cui li leggo. O sarà che comunque è vero che è solo una riscrittura della realtà. Ricordo che il blog aveva colori diversi, e anche io avevo colori diversi, le giornate trascorrevano in modo diverso, più leggero ma per questo anche un pochino più vuoto. Oggi non mi sembra proprio ci sia spazio per il vuoto, anzi, mi pare tutto colmo e stracolmo, non ci sono ripiani di cui dire: Lì sopra che cosa ci potrei mette

Tener duro

Avevo iniziato un post qualche giorno fa che si intitolava Quando tutti perdono. Parlava di libri che bruciano e della voglia di non gettare la spugna, anche se. Non l'ho continuato perché mi stavo un po' intristendo, e in effetti non ne avevo voglia. Sarà che poi passa il tempo e si diventa un po' più vecchi e quindi ogni anno ti pare che quello precedente fosse un po' meglio. Ma poi non è vero, perché dipende da quel che succede, giusto? E da quel che fai con quello che succede. In ogni caso mi sono resa conto che quest'anno, quest'autunno, sono un po' più triste. Non è nemmeno proprio tristezza, sono poco carica. Probabilmente ha un peso, un peso piuttosto importante, la difficoltà a dormire. Non si riesce a passare una notte decente da quando l'asilo ha portato un raffreddore e una febbre dietro l'altra. Povera piccola, lei sta peggio di noi, certo, ma noi dopo le nottatacce dobbiamo metterci al lavoro e non si recupera mai. Speriamo che que

Non è davvero bello se non costa fatica

Innanzi tutto, gioiamo per il fatto che questa notte siamo riusciti a dormire. Mia figlia non aveva mai avuto la tosse in vita sua, quindi adesso che è arrivata ci ha preso gusto a restare. Giusto quel che serve a tenerti sveglio almeno un paio d'ore la notte. Stamattina prima di scuola siamo perfino riuscite a non discutere, sarà che svegliarsi riposate ha giovato a entrambe. Ultimamente mi sembra di non fare altro che sgridarla e non mi piace per niente. Ma lei si imputa e si mette a volte a strillare per niente, perché non riesce a fare una cosa da sola ma, allo stesso tempo, rifiuta il mio aiuto. E rimane lì, come se piangere e strillare potesse aiutarla a risolvere il problema. Non accetta nemmeno che le spieghi come può fare da sola. Si arrabbia e basta. E sapete com'è, complice la stanchezza, finisco per arrabbiarmi anch'io. Insomma, mi sento un disastro di madre. Paturnie e paranoie a parte, nonostante il tempo avverso lo scorso weekend siamo stati a Caporett

Pensieri e biscotti

A volte le giornate iniziano malinconiche così, basta un po' di grigio e qualche goccia di pioggia (va be', hai detto poco) e le foglie colorate dell'autunno che fanno meno rumore perché sono bagnate e si appiccicano al cemento, all'asfalto, e diventa tutto più "paciugoso". Sono giornate che mi rendono pensierosa e silenziosa, mi fanno ripensare agli autunni all'università, oppure agli autunni chiusa in casa incapace di stare con le persone, a trovare vie di fuga virtuali. Mi fanno ripensare anche agli errori mai rimediati, a quelli a cui sono riuscita a biascicare un mezzo mi dispiace senza poterlo mai approfondire, agli anni che li hanno sepolti quegli sbagli e mi chiedo se ormai siano entrati in prescrizione. Spero un po' di sì. Mi fanno chiedere se me li porterò dietro sempre, e in che modo, come insegnamento o come una specie di condanna? Spero come insegnamento, come possibilità di fare almeno meglio. Comunque sia ho preparato l'impast

A casa tutto bene

Che settimana! Stancante, molto: avevo un libro lungo da correggere, la figlia malata che non ci ha fatto dormire svariate notti, i nonni da coordinare per poter lavorare anche se lei stava a casa da scuola, mia mamma in vacanza, l'assemblea dei genitori a scuola... insomma, meno male che è venerdì. Per la cronaca, sono rappresentate dei genitori. Sì, lo so. Sì, pure io non è che avessi tutta 'sta voglia, ma almeno, bambini piccoli problemi piccoli, giusto? E almeno se creiamo il gruppo WhatsApp forse ho qualche chance di mettere subito in chiaro che si usa solo per le comunicazioni importanti (degenererà lo stesso, lo so, ma cerco di essere fiduciosa). Ma tutte queste sono solo sciocchezze, c'è chi ha passato giorni molto peggiori e c'è chi ha passato giorni tristi davvero. M. ti mando un abbraccio forte, i cavalieri veri hanno anime audaci e solo il corpo si fa fragile, adesso la fragilità è rimasta in questo mondo e il suo coraggio può volare in alto e libero.

Due metà

Ho finito di leggere L'Avversario di Carrère che mi ha intrigato molto, questa esplorazione della menzogna e dell'animo umano di un uomo che in più momenti ho pensato dev'essere bipolare, dev'essere folle. Non so, non ho ancora capito bene il personaggio – quello vero – ma penso alla calma che nasconde la follia. E per restare in tema di personaggi folli, domenica sera abbiamo lasciato la pargoletta alla nonna per ritagliarci un paio d'ore di cinema e siamo andati a vedere Joker . Io amo Joaquin Phoenix dai tempi di Walk the Line . E la sua interpretazione mi è piaciuta moltissimo. Non sono un'esperta di film, critica e robe così, so solo dire che a me ha toccato molto, ci sono delle cose che mi hanno emozionato particolarmente e la sua interpretazione conferma quanto è bravo. Tutti parlano della scena in cui balla sulla scalinata, ma per me è stata soprattutto quella in cui balla in bagno molto bella. E mi fermo. Ora, fronte letture: sono indecisa se le

Quando succede

Quando mi prende un po' l'ansia, ho imparato che devo mettermi a fare delle cose, dei lavori manuali, per distrarre la testa, per concentrare le energie su qualcos'altro. Mi permette di non pensarci e di solito non solo riesco a farmi passare l'ansia, ma riesco anche a precederla e fare in modo che non arrivi. L'ho imparato quest'estate, quando mi capitava di soffrire di questi momenti di panico improvviso o qualcosa del genere.  Ho imparato a riconoscere i segnali (un leggero intorpidimento al quarto dito del piede – giuro non so perché –, a volte dei leggerissimi crampi ai muscoli delle gambe, una specie di giramento di testa ma molto vago, e naturalmente il batticuore). Non ho alcun problema a parlarne perché penso che questo mi aiuti a sentirmi meno sola e più capita. Non ho più paura di sentirmi "debole". A volte però capita quando sono a letto, un momento prima di dormire, quando mi sembra che il buio mi stia inghiottendo. E ho imparato ques

Dai, ottobre, ce la puoi fare

Lo stallo da lettura stavolta è durato poco, sono riuscita a trovare il libro giusto per ripartire. Spesso è solo questione di scelte da fare nel momento adatto. Ho finalmente letto qualcosa di Steinbeck, che ancora nella mia libreria mancava (eh, il tempo è tiranno eccetera eccetera), e così è stato proprio Uomini e topi a farmi riprendere il gusto della lettura. Scritto bene, essenziale, quasi un testo teatrale, dove i due protagonisti, Lennie e George, mi hanno ricordato Waiting for Godot : la stessa attesa di un futuro migliore, di una cosa risolutiva che non arriva e non arriverà mai. Mi inteneriva molto quando parlavano della fattoria che un giorno si sarebbero comprati, quel desiderio semplice di avere poco di proprio e di poter lasciare il lavoro lì quando vogliono se hanno voglia di andarsene a fare un giro in città, insomma poter decidere per sé stessi senza un capo che ti dice che prima devi finire il lavoro per cui sei pagato. La libertà è così semplice, ma per nulla sc

La luce giusta

Ultimamente mi sembra di aver perso le parole per dire le cose, di aver perso anche un po' la voglia di cercarle bene, di trovarle nei libri che fatico a iniziare a leggere e poi fatico a finire, perché non trovo mai quello giusto, quello che mi parla come vorrei. Allora ho smesso di sforzarmi, perché forse ci sono dei momenti in cui le parole non mi servono, io che ne ho sempre tanto bisogno, anche quando sono solo nella mia testa. Periodi in cui invece di descrivere o farmi descrivere dal mondo è meglio se cammino e basta, guardo e mi lascio travolgere in silenzio. Poi lo so che torneranno, tornano sempre. Mi faccio un po' trasportare dalla frenesia degli impegni e un po' cerco di ancorarmi a poche rocce salde, per illudermi di non venire trascinata e travolta. Eppure, anche se ho sentito la mancanza delle parole e sento la mancanza di pagine sicure fra le quali rifugiarmi, devo dire che non mi lamento. Sento tanto, ultimamente, sento tutto. Dettagli, emozioni, c

Amare settembre

Voglio sempre bene a settembre, e oggi è una di quelle giornate in cui settembre o lo ami o lo odi. A quest'ora l'anno scorso faceva più caldo, era ricominciata la routine post-vacanze, una routine ben rodata e conosciuta che mi dava tranquillità, i fine settimana erano leggeri e andavamo in giro, o ci riposavamo, o quel che ci andava. Le giornate erano luminose e io ero contenta, un po' esaltata dal riallaccio di amicizie sepolte sotto strati e strati di tempo accumulato in silenzio non so bene nemmeno io perché, e voglia di fare, di scrivere, di leggere. Di vivere tanto. Quest'anno sono partita azzoppata. La routine ancora è lontana, e quella attuale è confusionaria: mattina a scuola senza pranzo, poi da domani con pranzo, poi porta la bimba dai nonni, o falla venire a prendere, o fai venire i nonni qui... E ci si alza prima, e non sono abituata, e leggo meno perché non trovo il libro giusto – o nessun libro mi va bene – e scrivo poco perché faccio fatica a sentirm

Help!

Ciao, lo so, aggiorno poco e ritardo a rispondere ai commenti, ma è un periodo un po' difficile. Non in senso negativo, diciamo, ecco, un momento molto impegnativo. È iniziato l'inserimento in asilo, e quindi devo organizzarmi fra l'ora che passo a scuola con mia figlia e portarla poi dai nonni per poter lavorare. Oggi era il secondo giorno e me ne sarei dovuta andare di là, in un'altra aula, ma Dafne ha chiarito subito che dovevo stare con lei. È felice, la scuola le piace tanto, ci sono tanti giochi (continua a ripetere :)) e parla con tutti, ma con la mia presenza. Ma era solo il secondo giorno, lo so bene, e poi lei ha la mammite acuta da sempre. Non vedo l'ora che si ripristini una routine, seppur nuova, perché così vado via di testa. Se non avessi il lavoro sarebbe più semplice, ma con il lavoro le cose si complicano un po'. Soprattutto, faccio fatica a trovare qualche minuto di relax. MA domani è weekend, e andiamo a fare una breve passeggiata in

Sponde e labirinti

Sono cresciuta con una libertà che per alcuni pareva esagerata, ma se ci ripenso io mi sembra una libertà giusta. C'erano poche regole, se le rispettavi potevi fare come volevi. Fondamentalmente le regole erano pure semplici: comportati bene ovunque, prima di andare via mi dici dove vai, entro le 7 a casa che poi si cena. Fra tutte forse la terza era quella che andava trasgredita meno, nel senso che averci a casa a un'ora precisa probabilmente a mia madre dava la sicurezza, alle uscite successive, che comunque a quell'ora ci saremmo stati.  Naturalmente parlo di quando ero ragazzina, quando il cellulare ancora non c'era e prima che mi fosse concesso di uscire anche dopo cena (cosa che in realtà è avvenuta prestissimo, entro certi limiti e raggi d'azione e con i vicini di casa, fondamentalmente).  I miei genitori mi hanno cresciuta con una libertà che ormai si riscontra di rado, perché tutti i genitori sono molto più preoccupati, molto più apprensivi, fin trop

Agosto sbiadito

È l'ultima settimana di agosto ed è come fosse già quasi settembre. Quasi. In realtà settembre avrà altri colori (veri ed emozionali), quindi questa ripresa, questo riinizio, è solo una semipartenza. Per ora la bimba torna dai nonni, io mi rimetto – piano piano – al lavoro e mio marito ridefinisce le sue giornate.  A settembre saremo tutti più nel vivo: lui con il lavoro nuovo (sì, se n'è andato dalla multinazionale per cui lavorava), Dafne con l'asilo, io che dovrò riprogrammare le mie giornate da freelance in base ai suoi nuovi orari, e Samu che inizia il liceo. Quindi questo è un po' un limbo, per fortuna, se fosse iniziato tutto in blocco mi sarebbero ricominciati subito gli attacchi di ansia! Che erano senz'altro questo visto che, per tutte le ferie, sono stata bene. Ho staccato completamente dal lavoro, e ho staccato moltissimo dai social, tanto che la crisi di governo me la sono sciroppata solo al ritorno da Creta, anzi no, al ritorno dalla Toscana.

Pausa estiva

Visto che di qui ormai non passa più nessuno e io ultimamente ho un po' esaurito le energie, credo che mi prenderò un po' di pausa. Mi prendo un po' di pausa, spero, dal web in generale, che ammetto mi ha un po' stancata. Continuerò a seguire alcune cose interessanti su Instagram senza dubbio e altre su Facebook, fondamentalmente per tenermi aggiornata sul fronte letteratura, attualità e foto belle. Per il resto, credo che approfitterò di ogni momento libero (che tanto son sempre pochi) per fare di meglio: come riposarmi, passeggiare, stare con mia figlia, progettare... Non sto abbandonando il blog, ho solo voglia di ricaricarmi, perciò credo di poter dire senza troppi patemi che ci rivediamo a settembre. :) Il mio mese! A presto e buona estate a chi ancora capita da queste parti. P.S. Bimba ripresa alla grande, nel frattempo siamo andati a vedere il concerto di Michael Kiwanuka, che è bravissimo e poi dai, speriamo di raccontarci solo belle novità. Ciao!

Situazione attuale: sfinita

La mia piccolina è stata male. Sembrava un virus intestinale, con febbre, ma anche un blocco (niente cacca) e quindi lassativo e via. Ma il lassativo non faceva effetto, o lei aveva paura e dolore alla pancia, è andata a finire che per 24 ore non ha fatto neanche pipì. E così, pronto soccorso pediatrico, da cui siamo usciti alle 3.30 della scorsa notte. Speriamo sia – quasi – finita. Dico quasi perché ancora non è al top e non vedo l'ora il pediatra mi richiami per capire se la parabola è discendente o devo aspettarmi altro. Sommiamo la stanchezza da svariate notti di poche ore di sonno con l'agitazione per il malessere di mia figlia e naturalmente il lavoro che per il momento porto avanti (ma ci rinuncio e mi prendo dei giorni se le cose non migliorano un po', perché non ce la faccio più), ieri quand'ero in sala d'attesa al pronto soccorso per fortuna c'era anche mio marito con me, perché mi sono dovuta mettere a respirare dentro un sacchetto del vomito per

Sarà l'estate

Pensavo, si sta poco a dimenticarsi un'abitudine, a cancellare una routine. Gli abbracci al mattino sono la coperta del divano prima di convincere mia figlia a fare colazione. Mettersi il giubbotto, cosa che adesso sembra assurda. Cambiare i pannolini, cosa che non devo fare più. Controllare i messaggi su Facebook (che importanti non lo sono praticamente mai). Scrivere un post qui. Adesso ci sono nuove routine. Aspettare che mia figlia abbia finito le piccole operazioni che riesce a fare per aiutarmi a preparare la colazione. Aspettare che abbia finito di fare pipì da sola per usare il bagno. Aspettare che su Facebook arrivi un messaggio di cui mi importi. Aspettare l'ispirazione per scrivere un post qui. No, ma non passo solo il tempo ad aspettare. Ma forse vivo con più lentezza. Sarà l'estate e il caldo e il mio tentativo di sudare il meno possibile. Sarà che dopo aver sentito me stessa dire per l'ennesima volta "Dai, muoviti che è ta

Nuovi inizi oltre l'orizzonte

Riemergo da un paio di settimane intense per il lavoro (mi hanno assegnato una traduzione e nel frattempo dovevo correggere un romanzo abbastanza lungo, perciò ero un pochino presa), e in più qui stanno finendo un sacco di cose. Finisce l'anno scolastico, e quest'anno ci sono gli esami di terza media e grandi addii/arrivederci e la fine di un'era, insomma, anche se non la vivo proprio in prima o seconda persona, i cambiamenti in vista sono parecchio importanti. Così me li ricordo io, quando toccava a me. Mia figlia ha finalmente deciso che è capace di stare senza pannolino, anche se si sente ancora insicura e ogni tanto lo vuole, ma direi che ci siamo, il meccanismo si è attivato. Eh, lo so, tanti iniziano prima dei tre anni ma io le ho lasciato i suoi tempi, visto che fretta non ne avevamo (a parte quella di risparmiare sui pannolini e risparmiare all'ambiente questa fonte di grande inquinamento. Lo so, avrei dovuto optare per i lavabili, a un certo punto almeno,

Mi porto solo l'asciugamano

Oggi mi è arrivata la prima hoppípolla box che è a tema spazio e Don't Panic! e la risposta è 42. Casualmente, ancor prima di sapere i primi indizi sul suo contenuto, avevo iniziato a leggere Guida galattica per gli autostoppisti .  C'è un asciugamano, fra le altre cose. Quindi sono a posto. Ieri ho comprato un libro su Kindle presa dal solito guizzo.  Era fra i consigli basati sui miei gusti, suppongo, e come sempre quando prendo un libro nuovo ho letto il primo capitolo per capire com'è. Credo sarà uno di quei libri belli, leggiadri, eppure densi. Si intitola La canzone di Achille di Madeline Miller (Sonzogno ed.). È di qualche anno fa, quindi come sempre arrivo tardi sulle cose, ma ho come idea che ne parlerò volentieri. Comunque vedremo. Più piove, più i fossi si riempiono di calle e io non mi fermo mai a raccoglierle, invece vorrei. Ma sono su una strada dove è scomodo fermarsi, in più vicino a una rotonda, c'è sempre il traffico e la bimba

O scrittura o vita

Le giornate ultimamente sono lunghe e impegnative, e a parte il post sul libro dell'altra volta, ho pensato più volte di venire qui a scrivere delle cose. Volevo scrivere di calle nei fossi e papaveri, di ricordi di mia nonna e di un vaso di fiori freschi in mezzo al tavolo della sua cucina, di gambi tagliati e di fresche penombre, di un maggio piovoso che ha portato un po' di influenze e un compleanno ancora da finire di festeggiare. Forse quando ho poco tempo per scrivere tutto sommato significa che sto vivendo di più la vita vera senza stare a raccontarla troppo, forse dovrei cogliere l'occasione per trovare una sintesi, essere meno esplicita, sforzarmi in una scrittura meno didascalica. A volte sento il fiume di parole scorrermi dentro e vorrei dargli un recipiente che lo possa cogliere e circoscrivere senza alterarlo, ma forse alla fine questo proprio non si può fare. Ma di recente mi hanno anche assegnato un lavoro che di solito non faccio mai, e sono content

Donne che si raccontano

Ho da pochi giorni finito di leggere I racconti delle donne , a cura di Annalena Benini (Einaudi). A caldo, dopo quasi ogni racconto, avrei avuto moltissime cose da dire, tanto che per scrivere un post scritto bene avrei bisogno di diverse ore, probabilmente, ore che a disposizione non ho. Quindi cercherò di soffermarmi brevemente solo su alcune cose. Sono stati scelti racconti diversi di autrici diverse, racconti che scandagliano in modi differenti l'interiorirà femminile, ma non soltanto questo. Alla fine, sono racconti che sondano il mondo intero, uomini compresi. Non ci sono eroine affrante né ribelli coraggiose: qui c'è la realtà, con tutte le sue contraddizioni e anche con tutte quelle cose che difficilmente si dicono. Se dovessi scegliere 3 racconti che mi hanno colpita (per non diventare troppo prolissa e perché tre di solito è il numero perfetto) allora di sicuro non potrei rinunciare a: Il valzer di Dorothy Parker, uno perché è Dorothy Parker, un'autri