C'è stato un momento, nella mia vita, in cui temevo di sedermi a tavola con i miei, perché non volevo sentirmi porre la domanda: "Allora, quando ti laurei?". Gli esami li avevo finiti, mancava solo la tesi. Non so perché sono finita a impelagarmi con un autore austriaco pesantissimo, che non mi dava nessuna soddisfazione. Mentre la tesi della triennale l'avevo scelta partendo da una cosa che mi era piaciuta, collegandola a un'altra che mi piaceva tanto, con una professoressa che adoravo, questa me l'ero fatta dare dal prof e basta. Avevo sperato potesse diventare interessante, e invece per niente. Così mi sono bloccata. Nel frattempo lavoravo, che a volte è deleterio, soprattutto se trovi un lavoro che ti piace tanto e dici: va be', è qui che voglio stare, ormai la laurea a che mi serve? Eppure per un senso di compiutezza non potevo certo lasciarlo lì, questo biennio ormai finito. Con tutta la fatica, gli esami fatti bene, lo studio la sera dopo il lav...
è soltanto una riscrittura della realtà.