Sono cresciuta con una libertà che per alcuni pareva esagerata, ma se ci ripenso io mi sembra una libertà giusta. C'erano poche regole, se le rispettavi potevi fare come volevi.
Fondamentalmente le regole erano pure semplici: comportati bene ovunque, prima di andare via mi dici dove vai, entro le 7 a casa che poi si cena. Fra tutte forse la terza era quella che andava trasgredita meno, nel senso che averci a casa a un'ora precisa probabilmente a mia madre dava la sicurezza, alle uscite successive, che comunque a quell'ora ci saremmo stati.
Naturalmente parlo di quando ero ragazzina, quando il cellulare ancora non c'era e prima che mi fosse concesso di uscire anche dopo cena (cosa che in realtà è avvenuta prestissimo, entro certi limiti e raggi d'azione e con i vicini di casa, fondamentalmente).
I miei genitori mi hanno cresciuta con una libertà che ormai si riscontra di rado, perché tutti i genitori sono molto più preoccupati, molto più apprensivi, fin troppo presenti, e poi magari si lamentano che i figli non sanno fare le cose da soli, eppure come potrebbero se non gliene viene mai data l'opportunità.
Sono convinta che le regole siano giuste ma devono essere sponde entro le quali agire, non un intricato labirinto di sì e no che fa perdere la bussola. Perché devono recare in sé anche molta coerenza, e troppe regole finiscono in un intricato Comma 22.
Leggerezza resta sempre la parola chiave, che non significa disinteresse, significa dare ali e non solo radici.
Sono stata cresciuta con la libertà di poter fare quello che volevo nella vita (a patto che mi arrangiassi abbastanza per raggiungere l'obiettivo), in cui ho provato mille cose prima di scegliere la strada per me.
Sono stata cresciuta con la libertà che era stata negata loro, i miei credo ne avessero fatto quasi una questione di principio: voi potrete fare tutto ciò che a noi era negato. D'altra parte, con tutte le restrizioni dell'epoca mia madre è pur rimasta incinta a 19 anni, mentre io, con tutta la mia libertà – che era però anche libertà di conoscenza – ho fatto quel che ho voluto sapendo quali fossero i rischi, ed evitandoli.
Quando mi è capitato di non avere libertà era più perché mi infilavo io in situazioni che me la toglievano, quasi dovessi ribellarmi all'opposto. O forse era solo la sfortuna del momento e l'incapacità di scegliere bene.
Ieri ho letto questa frase che mi è piaciuta molto: amore è sempre amore per la differenza. Un giorno mia figlia sarà ancor più cocciuta di oggi, forse, ma vorrei trovare anche io quelle poche regole da farle rispettare e agendo entro le quali lei possa fare ciò che vuole. Compreso criticarle e cambiarle. Anche se non è ciò che farei io al suo posto.
Settembre è già un po' più fresco e la temperatura è quella ideale, dopo cena usciamo ancora ogni tanto tutti insieme a passeggiare, anche se è già buio, perché mia figlia si sbizzarrisce con il monopattino, mio marito e suo figlio chiacchierano di cose importanti, e io sto un passo indietro con il cane al guinzaglio a guardarli tutti e a pensare a quanto mi sento fortunata.
Sto leggendo un libro che è un gioiellino e sono felicissima, la prossima volta condivido con voi anche questo pensiero, di libri di donne di paesi lontani, sottoposte a regole severe, ma che con la scrittura volano alto e ridono e fanno ridere moltissimo.
Ma ve lo racconterò…
Ciao!
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