Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da febbraio, 2015

8/52 Hai voluto la bicicletta? Adesso pedala!

Credo di essermelo detta tante volte, in momenti di difficoltà. Una frase che però nessuno mi ha mai detto, parole che non pronuncerei, penso, a nessun altro. Solo a me stessa, perché è con me che sono ipercritica, e a me stessa che dico che non devo mollare, che devo trovare l'opportunità nella difficoltà, che non devo darla vinta all'indolenza o allo sconforto, perché le risorse che possiedo, e lo so bene, sono tante. Ed è così che mi sento la maggior parte del tempo, cercando di limitare le negatività e credendo più nella possibilità che nell'impossibilità. E con le persone importanti nella mia vita, quelle di adesso e quelle che ci saranno in futuro, faccio lo stesso: no, dire te la sei voluta non serve a spronare una persona a fare meglio, è un po' come dare una colpa ed è quasi come arrendersi, scaricare responsabilità quando qualcuno chiede aiuto. Perciò no, non dico adesso pedala, magari dico altro, qualcosa che suonerebbe come un Puoi pedalare, sei in grad

SoloCoseBelle 2

Oggi tocca al sito e blog di un'illustratrice che mi piace moltissimo. Lei è Ilaria Urbinati il suo blog si chiama inapencil  e ci mostra cosa si nasconde dentro la sua matita e dentro i suoi colori.  Ultimamente – be', un po' più di ultimamente, da 7 anni a questa parte – mi imbatto di continuo nelle opere di vari illustratori grazie al mio lavoro di correzione di bozze di libri per ragazzi. Io non sono un'esperta in disegno, non ho mai avuto velleità di illustratrice, non parlatemi di tecniche o altro perché, davvero, credo di non pigliarci proprio. Però, di pancia, ci sono illustrazioni che mi prendono e mi trasmettono tantissimo! Quelle di Ilaria sono così fresche e simpatiche, ma per niente banali, e io me ne sono innamorata subito. C'è qualcosa di rassicurante e a tratti familiare nel modo in cui racconta attraverso la sua matita scene quotidiane di vita vissuta, ricordi di quand'era bambina (fra tutte, credo proprio che le mie preferite siano "i

«Quando siete felici, fateci caso» ovvero di Kurt Vonnegut e delle piccole meraviglie

La nebbia arriva con le sue zampette di gatto. Si siede a guardare il porto e la città accucciata in silenzio e poi se ne rivà. È buffo che io inizi citando una poesia (di Carl Sandburg) che si trova in una nota del libro di Kurt Vonnegut Quando siete felici, fateci caso. Perché è una nota, perché potrebbe passare inosservata, e invece forse racchiude il succo di tutto. È la sua immediatezza. Il libro è una raccolta di alcuni dei tanti discorsi che Vonnegut ha tenuto alle cerimonie di diploma di varie università degli Stati Uniti. Naturalmente trattandosi di discorsi pensati per cerimonie simili, il succo che se ne trae è abbastanza semplice e di tanto in tanto risulta lievemente ridondante. Ma è la natura del libro a essere così. Però è l'anima di Vonnegut a emergere, nella sua semplicità immensa. Eppure, di questa semplicità abbiamo bisogno di "sentirci dire", dobbiamo sentircela ribadire perché nel nostro mondo, così complesso e complicato e corrotto è impr

7/52 Paure

Oh, ecco qui un argomento divertente. Eh sì, perché le paure "vanno rise". Nel senso che niente funziona meglio come una risata, altrimenti, cercare di superarle – o quanto meno di conviverci – diventa un vero incubo. checcarina! no, mi spiace, le odio. E allora sdrammatizziamo un po': la paura delle cimici. Sì questa è la prima che mi viene in mente. Ovvio che non è una paura vera, insomma, è più una specie di fissazione, o di schifo ecco, però resta il fatto che cerco ancora di evitare di prenderle per cacciarle di casa, operazione che lascio più volentieri a mio marito. Una delle cose positive è che dove abito ce n'è molte meno rispetto a dove abitavo prima con mia mamma, e le schifose per fortuna non si annidano fra le tende della camera come capitava di là. Diciamo che per ora questa paura è un po' messa da parte, perché ormai è limitata alle rare occasioni in cui queste schife si manifestano. Sarà un orrore ancestrale, sarà quello che volete, ma l

Ridiamoci su - I dolori del giovane gallo

Che forse tanto giovane non è, nonostante tutta questa voglia di rompere l'intera notte. Inizia attorno a mezzanotte, forse anche prima, ma prima in genere stiamo ancora guardando un film, o qualche vecchia puntata di una serie tv che rifanno su la7d fino allo sfinimento, insomma, fino a mezzanotte non ci faccio caso perché è raro che andiamo a dormire prima.  E poi andiamo finalmente a letto, e lui è lì (non sul letto, fuori, da qualche parte). Che canta. Oddio, io non lo so chi ha inventato l'espressione "il canto del gallo", perché quello tutto è tranne che qualcosa di melodioso. È davvero una roba straziante. A parte che sono abbastanza convinta che quel gallo non sia normale – va avanti DAVVERO per tutta la notte, per fortuna dormo ma di tanto in tanto mi sveglio e lui sta in silenzio un po' e poi riparte – ma il suo è proprio un urlo straziante. Sembra, che so, che gli siano state portate via tutte le galline del suo harem! Che gli abbiano tagliato la n

SoloCoseBelle 1

In attesa di darvi anche quel che promisi (non l'ho dimenticato, è solo che ho bisogno di tempo) ecco un po' di parole ben spese su quello che la rete ci può regalare. In internet si scoprono ogni giorno nuovi mondi, anzi direi proprio nuovi pianeti, tanto che gli astronomi impallidiscono per la concorrenza. Gravitare attorno ad alcuni blog o siti interessanti mi riempie di ispirazioni e di gioia per le cose che si possono fare nella vita, e la passione che le persone ci mettono nel loro operato mi fa pensare che sì, vale la pena sforzarsi, faticare, soffrire per le proprie passioni, per quello che ci rende noi stessi, quello che più ci piace fare, quello per cui siamo davvero portati. Ecco, quindi che di tanto in tanto vi proporrò qualcosa di questo mondo inafferrabile e concreto al tempo stesso. Oggi inizio da Pretty in Mad , che vi ho già nominato più volte, lo so, ma ora lo voglio fare bene. Prima di tutto perché ho finalmente avuto l'ebbrezza di toccare con mano

6/52 Un regalo

È da un pezzo che ho un regalo in testa, e ancora non sono riuscita a farlo. Be', è perché è un regalo molto bello, ovviamente. Perché è un regalo che devi fare con le tue mani ma io non ne sono capace, quindi avrei prima bisogno di tempo per imparare e poi alla fine realizzarlo davvero. È più facile andare a comprare una cosa già pronta, ma questo me lo tengo buono per quando un giorno avrò finalmente capacità e ore a disposizione. Quanti regali di quelli ricevuti vi sono rimasti davvero impressi? Io se ci penso mi perdo un po'. Ricordo un flipper regalato da mio padre di ritorno da uno dei suoi tanti viaggi di lavoro. Un flipper di quelli portatili, che ci si gioca con le mani, niente di elettronico, naturalmente. Devo aver avuto qualcosa come 8 o 9 anni, forse anche meno. Ci abbiamo giocato tantissimo io e mio fratello, così tanto che ancora lo ricordo. Ricordo una maglia regalatami da mia zia. Non che non mi facesse ogni anno un regalo, ma io mi ricordo solo di quell

follia

Pitlochry, Scotland I mondi che mi attraversano sono tantissimi. Io passo una vita a vivere mille vite, e non sto scherzando. Ne vivo una diversa a ogni libro che leggo, e siccome leggo anche per lavoro, a volte è una vera fatica. A meno che non si tratti di saggistica o di libri davvero orrendi, mi immedesimo, entro nei fogli A4 stampati qui da me e mi stupisco di non uscirne ogni volta con una sorta di emicrania.  Ma non basta: quando passeggio con il cane, è raro che io sia davvero dove sono. La testa è altrove, in continuo movimento, a immaginare dialoghi mai avvenuti e che mai avverranno, a immaginare di incontrare persone che forse nemmeno esistono. Mi chiedo quanto poco ci manchi a me che me ne vado in giro parlando da sola, e mi chiedo quanto io possa essere folle, in realtà. Non che la cosa mi importi. Immagino dialoghi con le persone che devo incontrare entro poche ore, dialoghi che vorrei avere con loro o che non vorrei avere, che poi si avverano ma anche no. Im

Libero chi legge!

Scrivere qualcosa su un libro di recensioni, qualcosa di globale, forse può non avere molto senso e non è nemmeno semplice, perciò quello che voglio dire è ciò che mi ha lasciato Libero chi legge! di Fernanda Pivano, che ho letto d'un fiato nonostante avessi sempre poco tempo a disposizione.  Innanzi tutto è uno di quei libri che non sei costretto a leggere da cima a fondo. Vuoi concentrarti solo sugli autori che già conosci, e vuoi sentire qual è l'opinione di una persona che li ha conosciuti, personalmente o dal punto di vista letterario, meglio di te? Vai all'indice e segni quali sono. Vuoi avere nuovi spunti e leggere prima qualcosa di tutti quegli autori che non conosci, che conosci solo di nome o che proprio non hai mai sentito nominare? Puoi fare anche questo. Nuovi modi per leggere in comodità. #kindle #books #leggere Una foto pubblicata da Michela (@michelagregoris) in data: 5 Feb 2015 alle ore 12:11 PST Io l'ho letto da cima a fondo, cur

5/52 Una fotografia scattata con le parole - L'ultima scia

Sul vetro c'è una goccia, minuscola, portata dal vento. Dentro è buio, quasi più che fuori, e i colori caldi dell'arredamento cercano di lottare con l'oscurità. I rami degli alberi piegati e le foglie sparpagliate che si scorgono dalla finestra ti fanno quasi sentire il sibilo del vento. Dentro, un ricciolo di fumo sale dal posacenere sul tavolino, una sigaretta abbandonata che chiede di essere ripresa fra le dita. Un foglio piegato in 4 parti uguali è posato lì accanto, una penna appoggiata sopra e una lampada, spenta, leggermente storta, come se qualcuno avesse chiuso la luce in fretta. Il divano sarebbe immacolato, se non fosse per quella leggera increspatura della stoffa appena accanto al bracciolo. Averti perso per un soffio.

Home alone

Sono sempre molto presa da troppe cose da fare, ricomincio anche a fare ripetizioni (se riesco a tenere il ritmo, ancora non lo so) quindi mi scuso se annuncio cose e poi c'è un lungo silenzio, ma davvero non avete idea. Sono a casa da sola da sabato pomeriggio, e invece di avere più tempo come credevo, alla fine me ne ritrovo di meno! C'è da dire che domenica l'ho passata quasi interamente da mia mamma e sono andata a vedere la casa nuova di mio fratello, insomma, sono riuscita a dedicarla alla MIA famiglia, cosa che ultimamente succede di rado. Avevo in mente di approfittare dell'assenza del marito per fare tante cose, e invece alla fine ne ho fatte solo due: portare l'auto a lavare e pulirla anche dentro. Niente male, eh? Dormo malissimo senza la presenza calda di mio marito sul letto, mi sveglio di notte e, cazzo, fa freddo! A lui va peggio, visto che dov'è ora c'è tanta di quella neve che ciao, però il gran freddo è arrivato anche qui. Canetto non d