È l'ultima settimana di agosto ed è come fosse già quasi settembre. Quasi. In realtà settembre avrà altri colori (veri ed emozionali), quindi questa ripresa, questo riinizio, è solo una semipartenza. Per ora la bimba torna dai nonni, io mi rimetto – piano piano – al lavoro e mio marito ridefinisce le sue giornate.
A settembre saremo tutti più nel vivo: lui con il lavoro nuovo (sì, se n'è andato dalla multinazionale per cui lavorava), Dafne con l'asilo, io che dovrò riprogrammare le mie giornate da freelance in base ai suoi nuovi orari, e Samu che inizia il liceo.
Quindi questo è un po' un limbo, per fortuna, se fosse iniziato tutto in blocco mi sarebbero ricominciati subito gli attacchi di ansia!
Che erano senz'altro questo visto che, per tutte le ferie, sono stata bene. Ho staccato completamente dal lavoro, e ho staccato moltissimo dai social, tanto che la crisi di governo me la sono sciroppata solo al ritorno da Creta, anzi no, al ritorno dalla Toscana.
Abbiamo passato una settimana nell'amata – e mai abbastanza da noi frequentata – Grecia, a Creta, senza spostarci tanto perché in una settimana o viaggi o ti rilassi. E noi avevamo bisogno di rilassarci. Ci siamo divisi fra mari cristallini e piscine tranquille dove Dafne ha sguazzato con i suoi braccioli come un pesciolino, felice come non mai. Le giornate avevano ritmi lenti e sonnolenti, ed è stato bellissimo così.
Siamo tornati con un paio di influenze ma questo non ci ha fermato e siamo andati anche qualche giorno in Toscana, nel bel mezzo del Chianti, con una capatina a Siena, città che mio marito ama immensamente, e a San Gimignano. Qui abbiamo fatto macinare qualche chilometro in più ai ragazzi, ma mi pare che alla fine si siano divertiti anche loro.
Dopo di che, avevamo tutti bisogno di un po' di casa.
Luglio è stato un mese talmente intenso che non ne ricordo uno uguale. Io ho lavorato tantissimo, mio marito con la sua decisione importante era parecchio preso, e il caldo, che comunque non è stato quasi mai eccessivo, non aiutava. Ma ora c'è per me la parte più bella dell'estate, quella in cui, comunque sia, anche se il tempo è bello e di giorno fa caldo, la sera si inizia a star bene. Sì, amo i periodi che alla maggior parte della gente fanno solo nostalgia. Non che non ne facciano anche a me, ma io con la nostalgia in genere ci convivo bene, la trovo positiva.
Non che a volte non mi manchino i ritmi lenti delle vacanze, ma se non sapessi che poi finiscono sono certa che mi verrebbero a noia.
Ah, dimenticavo il fronte libri! In realtà non ho avuto poi tutto questo tempo per portare avanti le letture che mi ero prefissata, ma d'altra parte la differenza di avere per tre settimane la bimba sempre con noi si fa sentire. Ho finito però di leggere La canzone di Achille, di cui mi pare di aver già parlato o quanto meno ho accennato qualcosa, che mi è piaciuto soprattutto nella prima parte e in tutte le parti in cui si narrava del rapporto speciale fra Achille e Patroclo; mi è anche piaciuto, nonostante tutto, il momento in cui Achille e Patroclo sono sembrati più lontani, seppur uniti.
E poi ho letto La mammana di Antonella Ossorio. Quindi vi racconto del secondo dei due.
Lucina è una mammana, cioè una levatrice, che vive in un paesino della Campania di metà Ottocento circa. Una notte viene chiamata per un parto particolarmente difficile, e come se le difficoltà non fossero bastate, viene alla luce una bimba albina. I genitori della piccola pensano sia figlia del demonio, e così Lucina la prende con sé e la cresce come fosse una figlia. L'abbandono e la diversità sono qualcosa che accomuna così tanto Lucina e la piccola, a cui la mammana dà il nome Stella, anche se in modi diversi, che non puoi non pensare a Stella come figlia di Lucina, nonostante sappiamo benissimo che non sia nata da lei. Dal canto suo, infatti, Lucina nasconde un "segreto" che da quando non è più segreto – in paese lo sanno tutti – ha contribuito a rendere la sua vita molto solitaria. Per fortuna per il lavoro che fa c'è bisogno di lei. Eppure, nonostante quel "segreto" è così bella da far girare la testa a tutti gli uomini. Soprattutto a Bartolomeo, il cui amore incondizionato per Lucina pervade l'intera storia.
Lucina decide a un certo punto di trasferirsi a Napoli, che in quanto città è più adusa alle "stranezze" come la piccola bellissima ma un po' troppo candida Stella. E qui inizierà una vita nuova, conoscerà altre persone, vedrà il mare per la prima volta... Anche se il mare non è una nota positiva nella sua storia, e lei lo capisce subito in una specie di presagio.
Insomma, una storia d'altri tempi, di cui ho amato moltissimo il linguaggio, che usa molte espressioni dialettali campane ma senza essere invasivo e soprattutto senza essere incomprensibile per una come me che ne è totalmente a digiuno; e la storia personale di Lucina e del suo segreto, la sua diversità così intima ma che ho trovato bella, nonostante porti una nota triste di abbandono e solitudine.
Non mi è piaciuto molto com'è sparita dalla narrazione Rosalba, invece, un personaggio secondario che semina zizzania facendo credere che Stella sia una strega, ma che secondo me poteva dare ancora un po' di più.
Nel complesso però un romanzo bello, giusto per l'estate senza essere scontato né sciocco. Lo consiglierei davvero un po' a tutti.
Sul fronte delle letture solo iniziate o dei libri solo acquistati mi sa che vi aggiorno un'altra volta, altrimenti il post diventa troppo lungo.
Auguro a tutti buon proseguimento di vacanze se siete ancora in vacanza e buon rientro se siete rientrati. Adesso è quasi l'ora di fare buoni propositi, che a me non piacciono molto. Diciamo che però c'è una cosa che mi piacerebbe riuscire a fare: portarmi per tutto il resto dell'anno alcune cose, alcune abitudini, che di solito sono tipiche delle vacanze. Devo solo capire quali si possano incastrare con le giornate lavorative. Mi sembra un atteggiamento che potrebbe contribuire a portare serenità. Mi sembra anche una di quelle tipiche cose che dico e poi non realizzo mai! :D
Riordino le idee e vi faccio sapere!
A presto
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