Scritto per un concorso letterario di qualche mese fa. Lontano dalla vetrina Un rettangolo lungo e color noce su sfondo bianco; è una porta che non si chiude mai del tutto e non si apre mai del tutto, va su e giù tipo le porte da saloon, quelle dei film western, e smuove l'aria, ma non sbatte mai. Non fa rumore, se non quello scivolare su e giù, su e giù, a volte cigola un po’, sempre più sommessa finché si ferma e non lascia traccia di chi, o che cosa, è entrato o uscito. Un cubo. Un cubo le cui pareti sono tutte bianche, solo il soffitto è giallino e un po’ vecchio perché non è stato ridipinto. Niente lampadari, ma faretti agli angoli che illuminano tutto quel bianco. Troppo bianco. Ne spengo due, a me piace la penombra. Un letto al centro della stanza. Non ci vado mai sopra, se non per dormire, piuttosto mi siedo spesso per terra e ci appoggio giusto la schiena: a gambe incrociate, o raccolte sul petto, mai con le gambe distese. Le ginocchia mi fanno male perché mi rannicchio s...
è soltanto una riscrittura della realtà.