Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da gennaio, 2023

Come davanti alle luci di Natale

A volte mi domando se non regalo in giro troppi pezzi di me stessa scrivendo in questo blog, e forse non solo. Soprattutto quando sono molto molto triste o molto molto felice, i due momenti in cui, così si dice, bisognerebbe evitare di prendere decisioni. E io magari non prendo chissà quali decisioni, ma mi faccio trasportare, in egual modo, da felicità o tristezza. Non so tenerle dentro, e non sono sicura che sia esattamente un difetto. Ma a volte può allontanare le persone, questo sì. In ogni caso, con tutto che io amo l'inverno, gennaio finisce e io inizio a sentirmi meglio. Forse è un mese faticoso perché ritorni dalle vacanze di Natale e sei catapultato nella quotidianità, quando il periodo delle feste ormai ti stava comodo come quel pigiama ormai scolorito. Forse perché se guardi a tutto l'anno che hai davanti, ti vengono un po' le vertigini. Forse perché porta con sé sempre il ricordo di mesi di gennaio di anni fa passati al buio. Ma adesso va meglio. È stato un iniz

Campetto

Anche se ho fatto minibasket solo per un annetto, in terza elementare credo, il campetto da basket è sempre stato un luogo attorno al quale ruotare, soprattutto nel periodo delle medie. So che la maggior parte delle persone ricorda gli anni delle medie come i peggiori di tutta la vita, ma io devo essere l'eccezione che conferma la regola. Quando sono arrivata alle medie ho conosciuto nuovi amici più aperti rispetto a quelli che avevo prima, o magari mi sembravano diversi perché erano nuovi, perché eravamo più grandi e iniziavamo, con le nostre biciclette, a muoverci in modo indipendente. Ma quel periodo, e sono sicura, anzi so, di averne già parlato, è stato per me il periodo di fine infanzia in cui sembrava che tutto potesse succedere e in cui tutto sembrava poter durare all'infinito. So che sembra una contraddizione, ma era la sensazione di avere il futuro a un passo e che potessimo farci tutto quello che volevamo, di lì a poco, ma che potessimo anche goderci all'infinito

Arriverà comunque

Ognuno va dove vuole stare. Ognuno perde ciò che vuole perdere. E non ci si può fare niente. Devo sempre ricordarmelo e ripetermelo per ricordarmi che non ho alcun controllo sulle cose. Che su certe cose è inutile sforzarsi tanto, che comunque non dipende da me. Che devo avere fiducia nei pochi punti fermi che sono sempre stati fermi. Quando ci riesco finalmente sto meglio e mi concentro sulle uniche cose che contano. Stare bene, cercare di essere non dico la persona migliore che riesco a essere, ma almeno una persona che mi piace essere. Allora riesco a sorridere, il cuore si placa, l'ansia tace e il sonno migliora e divento anche capace di fare cose nuove, o almeno di pensare di farle. A volte mi perdo nelle stupidaggini poco importanti e perdo la rotta. Quando succede mi sento una stupida ma in effetti la vita a volte è tempesta e non sempre tutto va come vorremmo che andasse. Ma sentirmi una stupida è una cosa che non mi piace. Quindi meglio resettare e ricominciare un punto al

Lasciar andare

Oggi fa più freddo. Non un freddo tremendo, ma il vento ti sferza il viso e ti scompiglia i capelli e ti entra un po' ovunque. Ho passeggiato con Zuma lo stesso, un po' perché va fatto e un po' perché adoro l'inverno e camminare a queste temperature. Mi sembra di temprarmi, di fortificarmi e solo io so quanto abbia bisogno di fortificarmi in questo periodo. Non ho neanche indossato il berretto né i guanti. Ma il freddo non era tremendo, era il vento. E oggi mi sento più leggera. E meno ingombrante. In qualche modo che non so ho placato la mente. Ho provato a pensare a una cosa alla volta, e non tutte insieme. A pensare solo alle cose reali, quelle che ho intorno, quelle concrete, quelle che so essere vere e non quelle che immagino io, né quelle che mi aspetto o che temo dal futuro e nemmeno quelle che rimpiango o di cui ho nostalgia e che appartengono al passato. Solo qui e ora. Hic et nunc . Funziona. Togli peso e la mente si alleggerisce. Cercare di avere "parole

Incomprensibilità

«L'inquietudine che ci prende davanti alla scheletrica perfezione di queste pagine è quella dell'incomprensibilità della vita, forse il movente principale che ci spinge a leggere e a scrivere. […] Nei suoi racconti le cose sono quasi sempre già accadute, all'insaputa o alle spalle dei protagonisti, che devono prenderne atto e reagire come possono; il più delle volte, subendo. "Io scrivo di persone a cui non tornano i conti", ha dichiarato una volta, riassumendo in una battuta il conflitto fra la vita che accade al di fuori della nostra comprensione, mettendoci addosso i suoi debiti prima ancora che ce ne rendiamo conto e determinando il corso delle nostre scelte; e l'inadeguatezza delle nostre risorse nel pagarli, che non ci uccide (e nemmeno ci rende più forti), ma fiacca l'entusiasmo, anche nella felicità». [Diego de Silva nella prefazione a Di cosa parliamo quando parliamo d'amore , di Raymond Carver.] La dedico a tutti quelli a cui, come a me, ulti

Paure

La radice fe- di felice significa, abbondanza, ricchezza, prosperità. Pienezza direi. Mi ricordo quando mi sentivo così. Non mi ricordo quando ho smesso di sentirmi così. Vorrei sentirmi di nuovo così. Mi ricordo quando mi sentivo così ma non riesco a collocarlo nel tempo. Forse perché è durato parecchio, quindi ha a che fare con anni, più che momenti. Non mi ricordo quando ho smesso di sentirmi così ma so che a un certo punto dal nulla si è rotto qualcosa dentro di me. Non so individuarne la causa. So che doveva essere almeno quattro o cinque anni fa. Non significa che da allora sono stata sempre giù di morale. Ma ricordo che ho dovuto fare delle cose per tornare a sentirmi bene, e che ha funzionato. Ma ha funzionato per un po' e basta. Sono andata a cercare la vecchia me in vecchi post, e forse ne ho trovato uno che rispecchia bene quella felicità. Felicità fatta anche delle fatiche quotidiane, ma comunque felicità. Basterà qualche post a farmi ricordare come mi sentivo? Perché u

Aggraziarsi

Sono andata a correre, prima di pranzo. Non riuscivo ad andarci dal 31 dicembre, quindi agli effetti è la prima corsa del 2023. Non è andata male, anche se ho fatto di meglio. Ma alla fine che importa. Non mi succede spesso di "perdermi" mentre corro. Ho sempre troppi pensieri che macinano. Oggi ho provato a concentrarmi sul mio corpo. I muscoli delle gambe che mi facevano male, all'inizio, provati dai lunghi giorni di inattività. Il respiro, che devo sempre concentrarmi perché sia regolare. Ho cercato un ritmo oggi. Lo seguivo ascoltando il rumore delle scarpe che calpestavano l'asfalto, o il terreno. Tum tum tum tum. Ho provato a mantenerlo regolare nonostante le discese ti portino ad accelerare e le salite a rallentare. Tum tum tum tum . C'era abbastanza silenzio, poche auto in giro, come se gennaio si stesse ancora stiracchiando dopo la pausa natalizia. Tum tum tum tum . Come il cuore, che prova a stare al passo col respiro, o è viceversa, non lo so. A

Vacanze a metà

Do questo titolo al post per due motivi: il primo è perché speravo di poter staccare la spina almeno a gennaio e invece ho dovuto lavorare, anche se solo qualche ora la sera e poi spiego meglio anche questo. Ma sono state vacanze a metà anche perché per gran parte del tempo mi sono sentita poco integra. A metà, appunto. Non che non sia riuscita a godermi i giorni di festa, soprattutto Natale da mia mamma e il 26 al Risiko con gli amici, i giorni a Torino, che ho amato tanto perché, ne sono sicura, insieme a Lisbona quella è la mia città. (Certo, se potessi scegliere sceglierei Lisbona :D). E il Capodanno, sempre con gli amici. Però avevo sempre questa malinconia, o forse proprio tristezza, e non riuscivo a togliermela. Ma siccome ho imparato che spesso è solo questione di esercizio mentale a un certo punto ce l'ho fatta, ho ripristinato un po' di benessere. Poi è iniziato gennaio e mio marito si è preso il Covid. E mi hanno chiesto se potevo occuparmi di un lavoro perché un'

Mostri

Questo post avevo deciso di non pubblicarlo perché mi pareva troppo personale. D'altra parte però questo blog è personale e poi per i pochi che passano non sarà poi questo gran danno. Forse è una richiesta di aiuto? Forse è solo un momento di sconforto. Forse è solo che sto cercando di prendermi per mano e da qualche parte devo cominciare. Oggi è dura, ma domani, chissà. «All'improvviso c'è un sacco di silenzio. Non esattamente riposante, più del tipo assordante. Allora provo a riempirlo: ma è come un sacco bucato e tutto esce da sotto. All'improvviso c'è una specie di mostro che si agita dentro. Non è la prima volta che lo sento, quel mostro, l'ho tenuto a bada più o meno egregiamente in svariati momenti e penso lo farò anche questa volta. Ogni tanto, lo ammetto, sono stanca di doverlo tenere a bada, ma liberarlo no, non è cosa. Finché ho braccia abbastanza forti da reggere la spada, so che ce la posso fare. Quando qualche anno fa quel mostro aveva iniz

Le prime sette onde

Ho scoperto che in Brasile la notte di Capodanno è usanza saltare le prime sette onde dallo scoccare della mezzanotte, esprimendo sette desideri. Non solo serve a richiamare fortuna per l'anno nuovo ma anche allontanare i momenti difficili di quello vecchio. Non avevo il mare vicino e di certo non ero in Brasile, ieri sera, ma se avessi saputo di questa tradizione forse mi sarei messa da qualche parte a saltare ed esprimere desideri. Forse l'avrei vissuto più come auspicio di riuscire a saltare gli ostacoli in arrivo e lasciare che la schiuma arrivi a riva portandosi via, dietro di me, difficoltà e ansie degli ultimi mesi. Per cominciare con sguardo leggero, animo sgombro e illuminato, mente lucida e ferma. Invece noi scemi ci appesantiamo di cibo e di alcol e soffochiamo così ogni cosa. Ma almeno ieri sera eravamo con gli amici, quelli importanti. E alcuni nuovi e simpatici. Non faccio mai chissà quali buoni propositi per l'anno nuovo, forse perché mi viene l'ansia di