È autunno ma è tornato un po' di caldo e apro le finestre intorno a mezzogiorno per farlo entrare, perché questa casa è fredda e io tremo un po'. Da qui sento i bambini nel cortile della scuola giocare e gridare felici. Anche da casa mia, la prima, quella in cui ho vissuto per vent'anni circa, si sentivano i bambini del cortile di scuola. Prima c'ero anche io, poi erano altri. Ora, in questo cortile nuovo, c'è la mia bimba. Tutti i cortili di scuola sembrano uno, i sassi, gli alberi, le grida. E non c'è niente di più malinconico di passare davanti a un cortile di scuola vuoto, quando sai che sono tutti dentro e l'eco di quelle urla è pur sempre ancora lì, nelle tue orecchie. Sento ancora il mio, di quando ero bambina io. Anche il mio cane cerca il tepore e dopo pranzo si posiziona dove per circa una decina di minuti il sole si riflette sullo specchio dell'armadio di camera mia. Che poi è dove lavoro, anche, così mi fa compagnia. Quando sentiamo un po'
è soltanto una riscrittura della realtà.