Quando ero alle elementari, almeno per i primi 3 anni non ci facevano usare il diario per scrivere i compiti. Be', all'inizio per forza, non sapevamo nemmeno scrivere (alcuni di noi sì, mia mamma me l'aveva insegnato, ma insomma, ci siamo capiti). E io ogni anno mi compro un'agenda, perché mi piacciono gli articoli di cartoleria, perché ci sono agende molto belle, perché mi piace l'idea di annotarmi le cose che devo fare e a volte mi ci metto d'impegno e le annoto sul serio: scadenze, appuntamenti eccetera. Un modo per mettere ordine. La verità è che lo faccio solo per usarla, l'agenda che a dicembre ho tanto desiderato, ma poi non vado mai a vedere quello che ho scritto perché mi ricordo tutto a memoria. Non c'entra se le cose siano tante o poche, se gli orari siano flessibili o fissi, io guardo l'agenda di rado e giusto per una conferma di quel che già so. Insomma, mi ritrovo alla fine che a casa ho tutta una serie di agende mezze vuote. Non
è soltanto una riscrittura della realtà.