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Visualizzazione dei post da novembre, 2020

Di linguistica e matematica

Oggi è venerdì, che è sempre un bene anche se non posso uscire dal mio comune. Ed è una giornata di inserimento correzioni, il che non è male, soprattutto perché non si tratta di una di quelle giornate in cui diventa tutto urgente e devi finire e consegnare al più presto. Quindi penso possa essere una buona giornata. Sto leggendo Fiore di roccia , di Ilaria Tuti, un libro interessante. Racconta una storia che non conoscevo, è ambientato nel mio Friuli, anche se nella distante Carnia, durante la prima guerra mondiale. Anche se lo trovo molto asciutto e leggermente freddo, non posso negare che sia proprio com'è questa regione, come sono i suoi abitanti, quindi secondo me rende bene un certo tipo di atmosfera. E qui dentro ci ho trovato la storia, ma anche la geografia del mio territorio, e la lingua, nelle sue varianti anche a me meno conosciute, cosa che da linguista mancata non può che affascinarmi. Da linguista mancata ho con me anche un altro libro che si preannuncia interessante

Pennarelli

Mi accorgo che faccio fatica a capire come mi sento quando accadono cose che mi spiazzano. So di volerlo esprimere in qualche modo ma poi mi rendo conto di non riuscire a farlo. In genere vengo qui e provo a metterlo nero su bianco per dargli forma, a volte in post che nemmeno pubblico, per vedere se mettendo una parola dopo l'altra riesco a trovare un modo per disegnare quelle cose. A volte funziona, a volte non funziona. Una volta una persona poco importante mi ha detto che quando scrivo si vedono i colori. Mi piaceva tantissimo questa cosa, ma forse ci stava solo provando con me. Pazienza, ma è vero che a volte dei colori non li vedo finché non metto in ordine i pensieri. Ho letto di recente da qualche parte che uno degli esercizi che ti fanno fare quando sei depresso, o a rischio depressione, è quello di elencare ogni sera tre cose positive della giornata. Elencarle e metterle nero su bianco, in modo da poterle vedere bene e riconoscerle davvero. Mi sembra un buon esercizio, un

Follemente

Leggere Lolita a Teheran è un libro bellissimo. Adocchio il titolo da molto tempo ma ancora non l'avevo letto. Nessuna motivazione particolare, se non che il tempo in solitudine da qualche anno si è ridotto drasticamente. Poi è successo qualcosa: in genere non leggo molto le trame o le recensioni a un libro perché non voglio rovinarmi la bellezza di assaporar e una cosa senza sapere ancora che cos'è. Però è vero che spesso mi sono convinta a leggere libri che poi mi sono piaciuti molto proprio grazie a qualcuno che ne parlava. Così quando ho scoperto che si parlava sì di Iran e di Teheran ma si parlava anche di letteratura americana mi sono decisa. La narrazione è così coinvolgente mentre parla di Lolita e del Grande Gatsby e delle bombe su Teheran, la rivoluzione, il riapparire del chador e tutti i nuovi limiti imposti alle donne che davvero non so come abbia potuto non leggerlo prima. Ci sono condensate (perché in un libro non può che essere così) tante cose che fanno vibr

Anche per ridere

 Difficile dire come va. Be', intanto va, che è già qualcosa. Continuo a lavorare, che è comunque rassicurante dal punto di vista economico. Mio marito un po' meno, ma comunque. La scuola a distanza per Samu non è un granché. Questa cosa è capitata in un momento delicato di passaggio, l'anno scorso è stato un inizio difficile e quando finalmente ingranava si è ritrovato disorientato dalla pandemia. Il nuovo inizio di quest'anno è stato di nuovo difficile, complici i mesi senz'altro persi e non c'è stato nemmeno il tempo di ingranare che è di nuovo a fare lezione a distanza. Sembra nulla, ma per alcuni non è così. Ci vuole anche la maturità giusta di metterci del proprio, di interessarsi e soprattutto di studiare e impegnarsi ma la distanza secondo me fallisce quando c'è la necessità di un aiuto per recuperare, e di certo non aiuta quando c'è bisogno di un impulso in più per tenere l'attenzione. Ma è un ragazzo intelligente, ho fiducia che troverà la