Certe canzoni ti arrivano in momenti inaspettati, in modi inaspettati. Come un paio di settimane fa, mentre passeggiavo con Zuma accanto alla pista ciclabile, e non avevo voglia di ascoltare Morning o forse ancora la puntata non era uscita, perché era presto, e il cielo era grigio, o forse non lo era ma io me lo ricordo così, perché mi sentivo un po' grigia anch'io. Dalle cuffie mi è arrivata la voce di Lou Reed. Certe canzoni ti arrivano in momenti inaspettati, e non è tanto per quello che dicono, o forse meglio dire che non è solo per quello che dicono, ma è per le note, insieme alle parole, insieme al timbro di voce, e Perfect Day ha fatto questo, è entrata con le sue note, le parole e il timbro e in qualche modo si sono trasformati in una mano che strizza le viscere, fa salire il diaframma che spinge sui polmoni che però hanno incamerato troppa aria e improvvisamente sembrano scoppiare e intanto inizi a sentire qualcosa spingere da dietro gli occhi. You just keep me hangi...
è soltanto una riscrittura della realtà.