Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da febbraio, 2014

Mordere i giorni

Oggi ho potuto fare una pausa. Mi sono organizzata (lavorando fino a tardi per tre sere) in modo da poter avere la giornata libera senza sensi di colpa o ripensamenti dell'ultimo minuto. Ne avevo davvero bisogno, e anche se siamo dovuti andare in ospedale per una visita alla fine abbiamo potuto pranzare insieme, io e il mio moroso, e passare qualche ora da soli. Questi momenti di pace a volte sembrano impossibili da trovare, perciò ne ho assaporato ogni istante. A giugno ci sarà un cambiamento. No, non che mi sposo, quello è solo un paio di firme e una festa, il resto per me è come se avessi già detto di sì. Ma dovrò rinnovarmi lavorativamente parlando, credo. Insomma, mi scade il contratto e difficilmente potrò vederlo rinnovato. Sto cercando di capire cosa fare per dare di più e trovare di più. So che aprendo la partita IVA potrò continuare a fare quello che faccio, e che mi piace tanto, ma di certo avrò bisogno di accostare dell'altro. Non è un momento facile per una cosa

Così è.

Be', che male c'è se mia mamma compra un paio di jeans uguali ai miei? Sono contenta che possa ancora permettersi di indossare qualcosa che indosso anch'io, anche se di taglia leggermente diversa. Soprattutto, spero sia di buon auspicio per il futuro :) Ieri pomeriggio ho passato una bella giornata con mamma, cosa che non succedeva da un bel po'. Abbiamo approfittato di avere tutte e due una domenica davvero libera, e ce la siamo goduta. Se ci fosse stato tempo decente avremmo potuto organizzare qualcosa di meglio, ma purtroppo ormai le belle giornate sono un'utopia. Per il resto, non c'entra nulla ma oggi mi sento così:

I cofanetti

Quando ero piccola, sarò stata in quinta elementare, mia mamma mi ha comprato dei quaderni per la scuola, e su uno di questi c'era disegnata, abbastanza stilizzata, tuttavia riconoscibile, la faccia di Buster Keaton. C'era anche una breve descrizione dell'attore, ricordo vagamente che si diceva che faceva ridere ma non rideva mai.  Quegli occhi, seppur disegnati, e quella cosa del non ridere mai mi hanno catturata in un modo indimenticabile, infatti mi ricordo ancora adesso di quel quaderno. La faccia, le espressioni, tutto di Buster Keaton continua ad affascinarmi in modo inspiegabile, come forse nient'altro al mondo. Ho visto dei documentari su di lui, e alcuni, pochi purtroppo, film e io non è che abbia 'sta passione per il cinema muto, eppure se vedo Buster non mi scollo più. Devono essere quegli occhi, quello sguardo lì. Di certo avrei potuto vederli al Festival del cinema muto, i suoi film ma finora non ce l'ho fatta ed è una manifestazione di cui ann

Coffee time

Mi sembra di annegare! Un po' perché piove da più o meno sempre, un po' perché lavoro da più o meno sempre, da quando sono finite le vacanze di Natale... accuso un leggero affaticamento. In altre parole, sono sfinita. Sono sfinita, e non è finita. Nel senso che sto usando questo blog solo per fare una specie di mini-pausa prima di passare al prossimo libro da correggere, giusto perché ho bisogno di un momento per sgomberare la mente e passare a una storia nuova. Insomma, il relax è una luce molto molto flebile e molto molto lontana, in fondo a un tunnel ancora molto molto lungo. Ma nel frattempo, a quanto pare, ha smesso di piovere, quindi parafrasando Mel Brooks, potrebbe andare peggio. Se tutto va bene, riuscirò a riposarmi solo questo fine settimana, il fine settimana in cui il mio moroso non è nemmeno a casa perché l'azienda per cui lavora è una scassaminchia, quindi diciamo che il primo weekend che potevamo passare insieme, tranquilli, va a farsi fottere. A me pi

Anomalie

C'è un certo genere di "cautele" che tradiscono una discriminazione mascherata da "tolleranza" (parola che odio, perché presuppone che io, che sono nel giusto, tollero te, che sei nell'errore o nel non-giusto, perché sono dotato di un'infinita magnanimità, non merito anche un applauso?), da attenzione alle esigenze dell'altro, "diverso" da noi, eccetera eccetera. Come quando uno dice che "tal dei tali  mi fa anche pena poverino, e allora..." ma pena di che? Voglio dire, a me non fa pena praticamente niente e nessuno, perché voglio dire, dall'alto di quale piedistallo mi dovrei ergere per provare pena per una persona che si trova in difficoltà, o che si trova addirittura soltanto in una condizione diversa dalla mia, che forse potrebbe provocargli delle difficoltà nella vita, ma forse anche no? Io sotto i miei piedi non vedo piedistalli. Non perdo tempo a provare pena, piuttosto se mi è possibile mi prodigo per aiutare quella p