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Visualizzazione dei post da 2024

Senza podio

A volte la sensazione è come essere in un bel posto, bellissimo perfino, un prato accanto a un bosco, il sole che filtra fra i rami, non fa né troppo caldo né troppo freddo, non c'è troppa luce né troppo buio, l'erba non punge perché non è stata appena tagliata, ma non è troppo alta e incolta, non ci sono moscerini fastidiosi, solo farfalle multicolori e api che si posano sui fiori ma non troppo vicine da spaventarti. Sei su una coperta, c'è un cestino da picnic, la compagnia è ottima, il cielo è terso, la brezza leggera, i sandwich gustosi. E poi all'improvviso ti ritrovi in mezzo a una pista da corsa, deve aver piovuto perché è tutto bagnato a terra ma ora nell'aria carica di umidità c'è una specie di nebbia sospesa, non toglie la visuale ma toglie il fiato, il cielo è grigio, la gara non sai nemmeno se è iniziata o quasi finita, per il semplice motivo che nemmeno sapevi ci fosse una gara, eppure hai il numero appuntato al petto, ma il traguardo è lontano, o f...

È di nuovo quel periodo dell'anno

Mentre qui fuori casa continuano a trapanare, la mia stabilità mentale va in pezzi e forse pure quella emotiva, è arrivato il 13 dicembre e mi sembra un buon momento come un altro per proseguire con la tradizione. Quindi, senza ulteriori indugi, dato che oggi non ho parole non dico belle ma quanto meno decenti da regalare al mondo (cioè i tre lettori che passano di qui), e per farci una risata, ecco la storia di Natale che da ormai tanti anni illumina il dicembre di questo anacronistico diario. (Non passerebbe l'esame di un sensitivity reader, ma la lascio com'è). «Per Babbo Natale non era il giorno giusto. L’idea di farsi tre o quattro volte il giro del pianeta, gridando “ho ho” a Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donner, Blitzen e Rudolf e scarrozzare per il cielo lasciandosi dietro una scia di sbriluccicanti freschi fosforescenti gli era sempre piaciuta, in fondo. Era come la notte della prima, e il tutto era molto hollywoodiano, compresa quella schifosissi...

Sottotono ma tant'è

Si avvicina Natale con un po' di senso di vuoto nell'aria e anche nello stomaco, ma fra qualche giorno posterò comunque il post di Natale perché, come chi bazzica da un po' da queste parti ormai sa fino alla nausea, ormai è tradizione del blog.  Il Secret Santa con le amiche è stato fatto anche quest'anno, ho un paio di pranzi e la pizza con il coro in vista e naturalmente ancora tutti i regali da comprare, gran parte anche da pensare. Non credo mia figlia creda davvero ancora a Babbo Natale, ma mi pare che continui ad aspettare l'evento con una certa gioia e ancora il luccichio negli occhi, quindi la magia non sembra finita. Niente giudizi, non sto riuscendo a leggere molto. Forse perché ormai voglio finire il libro di Mari, che seppur all'inizio mi avesse entusiasmato sto faticando a portare a termine. Ma anche perché la sera sono sempre distrutta e dopo due pagine mi addormento. Sono decisamente sfasata in questo autunno bizzarro. I lavori fuori casa, la manc...

Un po' novembre

Ogni volta che se ne parla tutti sembrano disprezzare novembre, che invece è un mese che ha così tanto da dire. A me piace sempre scoprirlo nelle giornate soleggiate come quelle di questi giorni, quando l'aria fredda e frizzantina del mattino lascia il posto a un tepore delicato e mai esagerato, a un cielo azzurro, limpido, terso ma senza fare male agli occhi. E poi, un paio di ore prima di tramontare la luce che si posa sulle foglie ormai rosso fuoco o giallo acceso, il momento più vivace della giornata, il culmine rapido e fuggevole che cerchiamo di immortalare nelle nostre foto senza mai rendergli giustizia. Niente è più carico di malinconia e insieme speranza come i colori dell'autunno. Le quattro del pomeriggio di una domenica di novembre. La cioccolata calda e fumante o il fruscio delle foglie sotto le scarpe mentre ti stringi in un cappotto non ancora pesante e cerchi altre mani fredde per scaldarti un po'. Ci sono momenti in cui vorrei che fosse sempre novembre, un ...

Ricordami la luce

Le ultime due settimane o giù di lì mi sembra siano state così dense da poterci mettere dentro un mese intero. Sono state settimane piene di lavoro ma in qualche modo anche piene di canzoni, di uscite ma anche di istanti caldi dentro casa com'è bello che sia quando fuori è autunno e il mondo cambia i suoi colori. Caos dentro e fuori ce n'è sempre, ma almeno l'abisso sembra lontano in questo momento e riesco a guardarmi con un po' più di indulgenza. Ho provato – sto provando – a non lasciarmi sopraffare dalle cose che spaventano, ma per farlo ho bisogno di tenere lo sguardo più fermo e limpido. Non ci riesco sempre ma forse ci riesco abbastanza. Non riesco più a venire qui a scrivere quanto un tempo, e mi domando spesso il perché. Una newsletter amica si è interrogata sulla stessa questione e le risposte che si è data forse sono anche un po' le mie. Forse ho smesso di ragionare su me stessa in termini di parole da dipanare una dietro l'altra, o forse è colpa di q...

L'allodola

C'è un albero, di fianco alla pista ciclabile che percorro a piedi ogni mattina con il mio cane, che in questo periodo è giallo di un giallo intenso, sembra una gigantesca lampadina accesa in mezzo al verde un po' grigiastro di quelli che lo circondano. E anche se non c'è il sole, lui pare risplendere di luce propria. Sì, certo, vorrei essere come quell'albero, risplendere in mezzo al grigiume invece di confondermi con lo sfondo ma no, direi che risplendere non è proprio il mio. Però mi innamoro ogni volta che lo vedo, e forse va detto io mi innamoro fin troppo facilmente delle cose, quando ti colpiscono di punto in bianco, o anche quando ti colpiscono un po' alla volta. Io screenshotto libri convinta che siano il mio prossimo colpo di fulmine perché il titolo, la trama, il commento corredato... a volte è vero, a volte uno specchietto ed eccomi qui, la vostra allodola. O mi butto a capofitto in una cosa e dico bella, sì dai, la faccio io e mi impegno e da sola mi di...

Tuffi

Cercando un'informazione di cui avevo bisogno fra i messaggi WhatsApp con mio marito, ho trovato conversazioni risalenti a una delle tante vita di prima, più precisamente quella in cui nostra figlia era molto piccola e io lavoravo solo il pomeriggio. Trascorrevamo le mattinate insieme, inforcavo la bici e la portavo al parco, tornavamo a casa e faceva un riposino mentre preparavo il pranzo, insomma, tutte quelle cose che mi sembrano lontane anni luce, ormai. È stato un momento molto tenero, con svariati piccoli tuffi al cuore al comparire di una foto di lei addormentata sul divano mentre guardava George la scimmia o di quando ancora mangiava il pesce senza lamentarsi. Durante le vacanze, un giorno eravamo in acqua a San Vito lo Capo e Ale le stava facendo fare i tuffi in acqua, a proposito di tuffi, e a un certo punto ha detto: "Godiamocela finché è ancora così, perché durerà ancora poco". Altro tuffo al cuore. Uccisa. Vacanza rovinata. Grazie tante. No, scherzo, però ci ...

Fra le gocce di una pioggia d'agosto

E così la pausa è finita. Ne avevo proprio bisogno, per una volta sono riuscita a staccare completamente la spina da tutto quanto (o quasi), e in anticipo rispetto al solito. Certo, ha significato dover ricominciare a lavorare un po' prima del solito (oggi), ma piove e fa fresco e quindi male non mi è andata. Sono state vacanze riposanti e stancanti insieme, ma le ho vissute con parecchia serenità, serenità che mi mancava. Mi sono sentita equilibrata e centrata, ogni tanto ho riperso l'equilibrio, certo, ma ci sta, eppure non è arrivato l'abisso o forse sono riuscita a tenerlo a bada e prevenirlo. Mi pare di sentirmi molto meglio e spero la sensazione rimanga. Prima delle vacanze vere e proprie ci sono stati altri momenti piacevoli, come il concerto dei Placebo e altre uscite con amici, mentre in vacanza mi sono innamorata di Palermo e della Sicilia in generale, del suo mare e soprattutto del suo cibo. Favignana, poi, non può che restare nel cuore. Dopo qualche giorno di re...

Lately

Gli alti e bassi delle giornate a volte pesano un po', per me è assolutamente normale, luglio è soltanto il mese dell'anno che odio di più al mondo quindi per quanto mi riguarda niente di nuovo sul fronte occidentale. Abbiamo anticipato di poco le vacanze rispetto al solito, per fortuna, perché giuro non ce la faccio più, preferisco ricominciare a lavorare le ultime due settimane di agosto. Ci sono giornate buone e giornate meno buone ma nel complesso non ho molto tempo per crucciarmi né per lamentarmi, il ritmo è alzarsi, centro estivo, canare cane e mettermi a lavorare. Alle cinque smettere di lavorare, centro estivo, casa, schiattare ancora un po' dal caldo e poi crollare sul divano o su un libro. Nel mezzo pausa pranzo "estiva", robe da fare in casa che ce n'è sempre e poco altro. Qualche weekend si respira e si fa qualcosa, altri si vegeta e si organizza agosto. Mi sento comunque molto fortunata, non c'è che dire, sono solo allo stremo, come ogni cazz...

Apnea

Mi sembra che mi abbia fatto bene stare un po' lontana da qui, come stare un po' lontana dalle abitudini non dico cattive ma poco sane. Mi sento finalmente un po' più leggera, anche se non fuori pericolo, e anche se ogni tanto è buio e penso che un abisso mi inghiottirà presto, mi sento comunque più piantata a terra di qualche tempo fa e l'abisso è un pensiero generalmente più vago. Piove molto in questo maggio strambo e fa pure freddo, non mi lamento perché odio il caldo ma mi lamento perché dobbiamo cambiare piani per la festa di compleanno di mia figlia, ma ora che sono qui e scrivo non ci voglio pensare e tutto si risolverà, dai. Abbiamo comprato biciclette nuove, io soprattutto era da un po' che ne volevo una per prendere e pedalare e pedalare e pedalare e fare fatica senza pensare perché mi riesce tanto tanto più facile che con la corsa. La corsa mi distrugge in breve, la bicicletta mi dà l'impressione che potrei andare avanti per ore. Così martedì, forse ...

Tenacia

Solo io e le papere, ieri pomeriggio, imperterrite sotto la pioggia ai laghetti. Tenace è un aggettivo che mi piacerebbe mi venisse attribuito, non so quanto appaia all'esterno, anche se penso di sembrare meno tenace di quanto sia in realtà, o di quanto sia capace d'essere. Tenace sarà la mia parola di quest'anno, come aspirazione quanto meno, perché se non riesci ad attraversare tutto sempre con leggerezza, che è ciò che mi piacerebbe fare ma forse non è il momento giusto, allora è al tener duro che voglio aspirare. Forse mi prendo una pausa dal blog, che non importa a nessuno, ma devo dirlo a me stessa perché è sempre stato un bel rifugio ma ora non lo sento più così. Mi ci sento legata ma in questo momento il legame ha anche un sapore negativo, che non sto a spiegare, e credo di avere bisogno di liberarmene per un po'. Non un addio, solo un "non lo so". Ciao

Tout s'en va

Inizia quel periodo dell'anno in cui è ancora inverno ma non è già più davvero inverno, ma nemmeno primavera, tranne il pomeriggio a volte, quando ci sono quasi venti gradi, ma basta una giornata grigia come quella di oggi per non poterla chiamare proprio primavera. Insomma, un quarto di stagione, neanche mezza. Quando esce il sole e scalda come i giorni scorsi, da un lato mi sento più vivace e viva anch'io, dall'altro mi viene l'angoscia dell'estate che è da molto tempo una stagione che mi mette ansia (vacanze fuori dal cazzo escluse). Poi arriva una giornata, grigia, come quella di oggi (e domani, dato che pioverà, pare) e va un po' peggio e va un po' meglio. Peggio per la vivacità, meglio per l'ansia che si placa. Poi mi esercito a razionalizzare, ché tutto passa, proprio come le stagioni, e l'ansia non serve a niente ed è meglio lasciar andare quello che deve andare come deve andare e intanto impegnarmi a fare quel che devo fare come lo devo fare...

3. Mantenere la rotta

Commuoversi e lasciare uscire tutto, tutto quanto. Credo di aver letto poche cose così profonde, dolorose, emozionanti e pervase da uno spirito di gentilezza che travalica confini, fisici, mentali, emotivi, quanto le parole di Nick Cave nei suoi Red Hand Files. Sono pugni allo stomaco, molto molto spesso. Sono inni alla gentilezza e alla comprensione. Sono un evidente punto di arrivo in cui tutti i sentimenti negativi che si possono provare si sublimano in qualcosa che assomiglia davvero tanto alla quiete dopo la tempesta. Non c'è una rabbia che sobbolle, ma si sente che la rabbia c'è stata ed è stata superata e placata. Come un'energia trasformativa. Non c'è una tristezza profonda e insuperabile, ma una malinconia e una nostalgia che hanno la forza di andare avanti, anche sorridendo. C'è consolazione. Sono infelice. Sono profondamente infelice. Lo dico perché lo riconosco, ora. Non ho bisogno di sentirmi dire che non ne ho motivo, perché certe cose sono irrazionali...

2. Ridefinirsi

Ultimamente faccio molta fatica a scrivere, perché probabilmente faccio molta fatica a capire come sto. Ma anche a rispondere a tantissime altre domande. Stamattina passeggiavo come sempre con canetto e ripensavo, in questo momento in cui ho rinunciato a delle cose perché ho bisogno di riflettere su me stessa, quante volte da quando vivo qui ho percorso quelle strade e stradine. Mi è venuto naturale ripensare soprattutto a quando le percorrevo con mia figlia nel marsupio, poi per mano, poi in bicicletta e questo mi ha portato a pensare a quanto mi abbia definito, negli ultimi anni, il mio ruolo di mamma. Oggi però lei è davvero cresciuta e piano piano si allontana ogni giorno un pochino di più da me. Forse questo contribuisce alla confusione e alla mia difficoltà di definirmi in questo istante. Perciò, ridefinirsi. Ridefinirmi è forse un altro dei propositi da portare avanti. Mercoledì sono stata a pranzo fuori con un'amica che era qui per lavoro ma vive a Milano e che quindi vedo ...

1. Provare a splendere

I buoni propositi non sono mai stati una cosa mia, anzi, ho sempre detto che non li faccio e di fatto in genere non li faccio, perché iniziare subito con una delusione certa, in fondo? Buoni propositi ne faccio ogni mattina, a volte li seguo e mi complimento con me stessa, più spesso non li seguo e dico pazienza, domani. Qualche proposito che so sarebbe buono e farei bene a mettere in pratica invece fingo di non vederlo proprio e mi giro dall'altra parte, anche lì dico pazienza, magari domani. Non sono bravissima in tutto questo, lo so. Ma suppongo nemmeno l'unica. Alcune cose le ascrivo semplicemente alla paura di morire. Se faccio quella cosa e mi va male forse sarà la mia rovina. Finché non la faccio prolungo il tempo su questa Terra. Quando sono un po' più brava e posso complimentarmi con me stessa finisco per sentirmi parte di un ingranaggio e dico ok bene, quindi è solo per questo. Forse non ha senso tutto ciò che ho scritto, lo capisco, lo so. Ogni tanto dico che cer...