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2. Ridefinirsi

Ultimamente faccio molta fatica a scrivere, perché probabilmente faccio molta fatica a capire come sto. Ma anche a rispondere a tantissime altre domande.
Stamattina passeggiavo come sempre con canetto e ripensavo, in questo momento in cui ho rinunciato a delle cose perché ho bisogno di riflettere su me stessa, quante volte da quando vivo qui ho percorso quelle strade e stradine. Mi è venuto naturale ripensare soprattutto a quando le percorrevo con mia figlia nel marsupio, poi per mano, poi in bicicletta e questo mi ha portato a pensare a quanto mi abbia definito, negli ultimi anni, il mio ruolo di mamma.
Oggi però lei è davvero cresciuta e piano piano si allontana ogni giorno un pochino di più da me. Forse questo contribuisce alla confusione e alla mia difficoltà di definirmi in questo istante.
Perciò, ridefinirsi. Ridefinirmi è forse un altro dei propositi da portare avanti.

Mercoledì sono stata a pranzo fuori con un'amica che era qui per lavoro ma vive a Milano e che quindi vedo poco. Mi ha invitata a una festa, fra poco più di un mese, alla quale andrò, così vedrò lei e altre "amiche di Telegram" che vedo sempre poco per le distanze. Fino a qualche anno fa non avrei mai creduto di esserne capace, di legare così con un gruppo di persone, e invece. E forse dovrei mettere anche questo nel calderone della mia ridefinizione.
Lunedì sera, che sono sola perché inizia una settimana di fiere varie, spero di riuscire ad andare a coro lo stesso, perché ci tengo tantissimo, così ho ingaggiato una nonna. Non l'avrei fatto in altri periodi della vita, né il coro né ingaggiare la nonna per non disturbare, per non deludere mia figlia.
Ecco un altro gruppo nel quale, con molta timidezza, ho avuto il coraggio di entrare. Un altro punto nel tabellone della ridefinizione.

Ridefinirmi. Tracciare i miei confini e agire lì dentro. Tracciarne di nuovi quando serve.
La faccia che espongo al mondo mi sembra sempre sbagliata, e infatti arrossisco nove volte su dieci. È una sfida dirmi "pazienza, che vuoi che sia" ma cerco di affrontarla comunque. Ogni tanto vai e basta, ogni tanto è più difficile. Ogni tanto provo a fare come le persone che sembrano sempre così sicure. Poi magari scopri che anche loro imitano altre persone che sembrano tanto sicure.
Siamo un gregge di insicuri, pecore travestite da lupi? Sempre meglio del contrario, suppongo.

All'inizio ho detto che ho rinunciato a delle cose, perché ci sono momenti in cui ho bisogno di togliere un po', per ascoltarmi meglio. Non è sempre facile togliere, anzi, a volte è difficilissimo. E io non sono una persona ordinata ma poi ci sono momenti in cui ho bisogno di ordine, e di prendere una cosa alla volta e cercare di metterla al suo posto o di trovarle un posto. Di solito poi l'ordine dura poco, ma mi aiuta ad andare avanti.


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