E così la pausa è finita. Ne avevo proprio bisogno, per una volta sono riuscita a staccare completamente la spina da tutto quanto (o quasi), e in anticipo rispetto al solito. Certo, ha significato dover ricominciare a lavorare un po' prima del solito (oggi), ma piove e fa fresco e quindi male non mi è andata.
Sono state vacanze riposanti e stancanti insieme, ma le ho vissute con parecchia serenità, serenità che mi mancava. Mi sono sentita equilibrata e centrata, ogni tanto ho riperso l'equilibrio, certo, ma ci sta, eppure non è arrivato l'abisso o forse sono riuscita a tenerlo a bada e prevenirlo. Mi pare di sentirmi molto meglio e spero la sensazione rimanga.
Prima delle vacanze vere e proprie ci sono stati altri momenti piacevoli, come il concerto dei Placebo e altre uscite con amici, mentre in vacanza mi sono innamorata di Palermo e della Sicilia in generale, del suo mare e soprattutto del suo cibo. Favignana, poi, non può che restare nel cuore.
Dopo qualche giorno di relax totale a casa (ma totale, mi ero ripromessa di fare un po' di cose qui in casa e invece non ho fatto un emerito cazzo, e va bene così), siamo ripartiti e siamo andati a Parigi. Scelta azzeccata per toglierci dal caldo soffocante che c'era qui, e scelta azzeccata perché è una città spettacolare. I giorni di visita vera e propria, escludendo quelli di viaggio, agli effetti sono stati due, e con una bambina di otto anni abbiamo cercato di non strafare, ma è stato bello immergerci nell'atmosfera parigina, soprattutto per la fortuna di aver trovato a un prezzo decente un appartamento decente (e spazioso, essendo in quattro) in un quartiere molto carino, tranquillo e sicuro, pieno di brasserie e bistrot. Insomma, devo dire che quest'anno i viaggi sono filati lisci come l'olio dal punto di vista organizzativo. Qualche sfiga c'è stata (medusa, infortunio, rognetta di salute prima di partire) ma niente di grave, alla fine della fiera ognuno è uscito da tutto egregiamente. Voli tutti puntuali, auto a noleggio che meglio di così non poteva andare, trasferimenti di ogni tipo senza grandi attese neanche li avessimo programmati in anticipo. Non credo sia mai capitato prima.
Abbiamo guardato un po' di olimpiadi, naturalmente, ed è stato molto emozionante, soprattutto la finale femminile di pallavolo, che ho davvero amato. Gli ultimi due libri che ho letto mi sono piaciuti molto e mi pare mi abbiano lasciato un po' questa sensazione: che se non mi affanno e non mi faccio prendere dall'ansia (del far bene a tutti i costi, dello star bene a tutti i costi, del domani in generale) attraverso le giornate con meno peso sulle spalle e riesco a godermi meglio ogni momento. Che se dico "sì" senza pensar troppo alle conseguenze o alle implicazioni, e poi si vedrà come va, poi in genere tanto male non va, anzi va bene come può andare. So che in vacanza è tutto più semplice, che è facile staccarsi dai meccanismi soliti nei quali ci incastriamo generalmente da soli, ma spero proprio di riuscire a portarmi dentro questa cosa anche nelle settimane a venire. Di solito mi riprometto sempre di portare più leggerezza alle mie giornate, al mio modo di affrontarle, oggi mi dico che insieme alla leggerezza voglio continuare a praticare delicatezza e gentilezza, verso le persone, certo, le cose, ma anche e soprattutto, me stessa.
Posso comunque dire di aver fatto almeno tre esperienze che non avevo mai fatto prima, durante quest'estate: ho guardato un'infinità di pesci sott'acqua con la maschera (ho sempre evitato per via delle lenti a contatto, ma sono stata attentissima affinché chiudesse bene e non lasciasse passare acqua), sono andata sugli scivoli d'acqua (eh, che vi devo dire, non ero mai andata in un parco acquatico, probabilmente sempre causa miopia/lenti) e sono andata sul bob su rotaia. Niente di speciale in sé, ma momenti speciali lo stesso.
Ah, sì i titoli dei due libri: Viviane Elisabeth Fauville di Julia Deck, (fra l'altro ambientato a Parigi, l'ho iniziato proprio in viaggio e l'ho finito sull'aereo del ritorno, ritrovando parecchi riferimenti della città appena visitata, un altro incastro perfetto di questa estate), e T di Chetna Maroo. Il primo più angosciante ma dalla scrittura chiara, il secondo delicato e a tratti molto commovente.
Nel mentre, e poi concludo, mia figlia mi ha chiesto se poteva vedere Dragonball, abbiamo trovato su Prime le prime stagioni, ha iniziato a guardarlo, e io con lei anche se non continuativamente perché non ho otto anni e ho delle cose da fare, ma ormai sono presissima pure io... :D
Bonus track: Strade di Francia, di Daniele Silvestri
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