C'è un albero, di fianco alla pista ciclabile che percorro a piedi ogni mattina con il mio cane, che in questo periodo è giallo di un giallo intenso, sembra una gigantesca lampadina accesa in mezzo al verde un po' grigiastro di quelli che lo circondano. E anche se non c'è il sole, lui pare risplendere di luce propria. Sì, certo, vorrei essere come quell'albero, risplendere in mezzo al grigiume invece di confondermi con lo sfondo ma no, direi che risplendere non è proprio il mio. Però mi innamoro ogni volta che lo vedo, e forse va detto io mi innamoro fin troppo facilmente delle cose, quando ti colpiscono di punto in bianco, o anche quando ti colpiscono un po' alla volta.
Io screenshotto libri convinta che siano il mio prossimo colpo di fulmine perché il titolo, la trama, il commento corredato... a volte è vero, a volte uno specchietto ed eccomi qui, la vostra allodola.
O mi butto a capofitto in una cosa e dico bella, sì dai, la faccio io e mi impegno e da sola mi dico "guarda che brava" ma poi nessuno me lo dice e insomma... anche gli Zen Circus lo cantano no? Non conta.
Mi piacerebbe a volte sentirmi quell'albero giallo che risplende di luce propria, sabato mattina l'ho indicato a mia figlia che ha detto "Che bello!" e caspita, lei conta sempre, lei sì che conta e come si incontrano in certi momenti le nostre anime bambine.
Niente sovrastrutture, che parola orrenda e forse pure abusata, ma d'altra parte per cose orrende ci vogliono parole orrende, forse. Cerco di togliere un po' di sovrastrutture, sì, che non è come togliere ragnatele con un colpo di scopa ma ci somiglia e alla fine il punto è... qual era poi il punto? Il punto era togliere abbastanza da incedere leggeri e provare a spiccare un salto e chi lo sa, magari anche volare.
Insomma, Paul Auster. Il libro delle illusioni . David Zimmer è un professore universitario che d'improvviso perde tutto ciò che ama, in un modo che naturalmente sottolinea attraverso una serie di coincidenze: se non avessi, se l'insegnante di mio figlio non avesse, se... Ma è andata come è andata. Si rinchiude nel suo dolore e nelle bottiglie di whiskey quando, un giorno, guardando a caso una scena di un film muto, ride. Allora non tutto è perduto!, pensa. Sono ancora vivo. E così cerca di scoprire qualcosa su questo attore, Hector Mann, che è riuscito a farlo ridere in un momento tanto disperato. E scopre cose molto interessanti. Tipo che dopo il 1929 è sparito e di lui non si sa nulla. Sicuro come l'oro, ormai è morto. Decide di vedere tutti i suoi film, ma per farlo è costretto a viaggiare. E il fatto di dover anche prendere l'aereo non è cosa da poco, per lui. È interessante anche il suo incontro e dialogo con il dottor Singh, per farsi prescrivere de...
Commenti