Passa ai contenuti principali

Come davanti alle luci di Natale

A volte mi domando se non regalo in giro troppi pezzi di me stessa scrivendo in questo blog, e forse non solo. Soprattutto quando sono molto molto triste o molto molto felice, i due momenti in cui, così si dice, bisognerebbe evitare di prendere decisioni. E io magari non prendo chissà quali decisioni, ma mi faccio trasportare, in egual modo, da felicità o tristezza. Non so tenerle dentro, e non sono sicura che sia esattamente un difetto. Ma a volte può allontanare le persone, questo sì.
In ogni caso, con tutto che io amo l'inverno, gennaio finisce e io inizio a sentirmi meglio. Forse è un mese faticoso perché ritorni dalle vacanze di Natale e sei catapultato nella quotidianità, quando il periodo delle feste ormai ti stava comodo come quel pigiama ormai scolorito. Forse perché se guardi a tutto l'anno che hai davanti, ti vengono un po' le vertigini. Forse perché porta con sé sempre il ricordo di mesi di gennaio di anni fa passati al buio.
Ma adesso va meglio. È stato un inizio ostico, ma mi pare di poter ricordare che lo è spesso. Ho provato a contrastare il senso di smarrimento con quel che avevo a disposizione e mi sembra di poter dire che funziona. O meglio, lo smarrimento farà sempre un po' parte di me, credo, lo ha sempre fatto, solo che non me ne accorgevo. Ora me ne accorgo ed è la condizione che sto accettando. Ma questo mi permette anche di farmi sorprendere.
Partecipo a un coro, e sono felice.
Anni fa, una mia vecchissima amica si è trasferita a Edimburgo e ricordo che un giorno scrisse un post (forse su Facebook, non saprei) dove raccontava di essere entrata in un coro, un'esperienza che le ha permesso di stringere nuove amicizie e creare legami. Mi era piaciuto molto, e sembrava un po' una cosa della serie: se è una cosa che fa per voi, ovunque siate, cercate un coro nella città in cui vivete e sarà un'esperienza bella e che vi farà bene.
Non l'ho esattamente cercato, ma il messaggio mi era rimasto qui, sepolto da qualche parte. E quando anni fa ho visto che si era creato un coro qui in città, formato fra l'altro da diversi ragazzi e ragazze che conoscevo anche se solo di vista, ho pensato eh, sarebbe bello. Si cantano solo canzoni un po' rock, un po' punk, un po' indie, e nessuno è particolarmente dotato (o meglio, qualcuno lo è senz'altro) ma il fatto è che l'insieme in qualche modo funziona.
Però io sono molto timida ed entrare a far parte di qualcosa del genere così dal nulla era molto difficile. E poi il lavoro, la famiglia, la figlia... c'era sempre una scusa. Ma quest'anno ce l'ho fatta. Ho detto basta e sono andata: c'era un open day, un'amica che conosco un po' meglio… insomma c'erano le condizioni, certo, ma soprattutto lo volevo davvero.
Mi rende estremamente felice. Sono ancora timida e parlo quasi solo con quelle due tre persone che conosco o che ho conosciuto brevemente, ma sto bene e aspetto i lunedì sera con gioia. E non vedo l'ora anche dei primi live, perché dev'essere davvero emozionante.
E posso dire? Era da un po' che non mi sentivo esaltata come una bambina davanti alle luci di Natale.
E quindi non lo so se regalo troppi pezzi di me, ma so che non so contenerli, che oggi sono felice, domani potrei essere triste e le persone a volte si allontanano, ma alcune restano lo stesso, ed è molto bello che sia così.

Commenti

Post popolari in questo blog

Ancora

A volte ho la sensazione di non essere reale. Forse è colpa del fatto che lavoro tante ore da sola, forse ho questa abitudine di guardarmi da fuori, forse è perché ultimamente la confusione nella testa regna sovrana. Mi sento irreale, eppure so che le mie azioni hanno delle ripercussioni sulla realtà quindi dovrei rendermi conto che è una sensazione stupida. Cerco di fare cose concrete, regolari, misurate perché i ritmi e le cose cadenzate mi danno sicurezza. Provo a evitare le distrazioni ma non ne sono tanto capace. Finisco per inventarmi mondi immaginari e perdo l'àncora. È un bene o un male, perdere l'àncora? Non lo so proprio. A volte tutto sembra così insignificante se si pensa alla fine che faremo tutti, che mi chiedo a che pro reggersi sempre al parapetto, anche quando il mare si fa burrascoso? Però sì, rivorrei la calma. Rivorrei il silenzio. Rivorrei la sicurezza, o almeno la convinzione, di aver fatto bene. Rivorrei la sensazione di felicità scontata che scontata non

Tenacia

Solo io e le papere, ieri pomeriggio, imperterrite sotto la pioggia ai laghetti. Tenace è un aggettivo che mi piacerebbe mi venisse attribuito, non so quanto appaia all'esterno, anche se penso di sembrare meno tenace di quanto sia in realtà, o di quanto sia capace d'essere. Tenace sarà la mia parola di quest'anno, come aspirazione quanto meno, perché se non riesci ad attraversare tutto sempre con leggerezza, che è ciò che mi piacerebbe fare ma forse non è il momento giusto, allora è al tener duro che voglio aspirare. Forse mi prendo una pausa dal blog, che non importa a nessuno, ma devo dirlo a me stessa perché è sempre stato un bel rifugio ma ora non lo sento più così. Mi ci sento legata ma in questo momento il legame ha anche un sapore negativo, che non sto a spiegare, e credo di avere bisogno di liberarmene per un po'. Non un addio, solo un "non lo so". Ciao

Sì, anche quest'anno arriva la storia di Babbo Natale

Tant'è che anche questo 2023 se ne sta andando e io arrivo alla fine di questo anno con una sensazione di piacevole sorpresa per ciò che è rimasto e non è andato via nonostante tutto, di meno piacevole rassegnazione per ciò che invece sembra via via sfuggire fra le dita, e di un grande punto di domanda su ciò che mi riserverà il 2024. Ma diciamolo piano, perché le annate pari ci hanno dato gatte da pelare (vedi il 2020, anno bisestile come il prossimo) quindi consiglio una bella ravanata alle parti basse per gli uomini e qualunque sia l'equivalente femminile di un gesto scaramantico per le donne (merda, neanche questo abbiamo, poi dice che il patriarcato non esiste). Qualcuno narra (io, viste le interazioni qui dentro) che ormai la tradizione del nostro Babbo Natale in trouble non possiamo proprio evitarla e pare vada riproposta ogni anno come Una poltrona per due , Trappola di cristallo e Mamma ho perso l'aereo , ma non prima di aver mandato un affettuoso saluto ultraterr