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Visualizzazione dei post da ottobre, 2022

Fragranza

  Qualche volta, piano piano, quando la notte si raccoglie sulle nostre fronti e si riempie di silenzio, e non c'è più posto per le parole e a poco a poco si raddensa una dolcezza intorno come una perla intorno al singolo grano di sabbia, una lettera alla volta pronunciamo un nome amato per comporre la sua figura; allora la notte diventa cielo nella nostra bocca, e il nome amato un pane caldo, spezzato. ( Mandate a dire all'imperatore , 2010) Quando leggo questa poesia, una delle mie preferite di Pierluigi Cappello, forse una delle mie preferite in assoluto, riesco a sentire l'odore del pane, uno dei profumi più buoni che esistano al mondo. So poche cose di questa fine di anno intensa, a volte difficile, ma insieme anche così piena di vita, una di quelle poche cose è che, anche in sua assenza, l'odore del pane riuscirò a richiamarlo, e a sentirlo, sempre.

Coperte morbide

È autunno ma è tornato un po' di caldo e apro le finestre intorno a mezzogiorno per farlo entrare, perché questa casa è fredda e io tremo un po'. Da qui sento i bambini nel cortile della scuola giocare e gridare felici. Anche da casa mia, la prima, quella in cui ho vissuto per vent'anni circa, si sentivano i bambini del cortile di scuola. Prima c'ero anche io, poi erano altri. Ora, in questo cortile nuovo, c'è la mia bimba. Tutti i cortili di scuola sembrano uno, i sassi, gli alberi, le grida. E non c'è niente di più malinconico di passare davanti a un cortile di scuola vuoto, quando sai che sono tutti dentro e l'eco di quelle urla è pur sempre ancora lì, nelle tue orecchie. Sento ancora il mio, di quando ero bambina io. Anche il mio cane cerca il tepore e dopo pranzo si posiziona dove per circa una decina di minuti il sole si riflette sullo specchio dell'armadio di camera mia. Che poi è dove lavoro, anche, così mi fa compagnia. Quando sentiamo un po...

Read me your favorite line

Non è forse la richiesta più bella da fare a una persona? Leggimi il tuo verso/la tua frase preferita... And we all seem to need the help of someone else To mend that shelf Of too many books Read me your favorite line Ho riascoltato questa canzone in macchina la settimana scorsa, in autunno lei ritorna sempre. Sembra triste, è vero, ma alla fine mi fa stare bene, che poi è quello che conta. Fuori tempo massimo rispetto al mio compleanno, la settimana scorsa mi sono fatta anche un altro regalo: il cofanetto dei corti di Buster Keaton! Chissà, forse le serate in solitudine che mi aspettano questa settimana le impiegherò così, riprendendo in mano qualche fissa che avevo anni fa e che poi ho abbandonato (fondamentalmente per mancanza di tempo…). Ammetto che ogni tanto ho proprio l'impressione che, un po' per come va la vita, e un po' perché ho questa tendenza ad anteporre gli altri a me, mi sto perdendo qualcosa di me. Ed è forse questo il malessere di cui parlavo nell'altr...

Forse. Chissà.

  Chissà se un giorno poi riuscirò a dare forma, o un nome, o un motivo al mio malessere, che ogni tanto mi sembra di gridare ma mi sembra che nessuno sia lì a sentirlo. O forse sono io che lo rendo grande e invece è davvero insignificante – e risolvibile – come tutto il mondo sembra pronto a dire che sia. Forse un giorno riuscirò a scriverlo, a disegnarlo, a dargli un colore, un motivo, una razionalizzazione che oggi non so. Mi sembra di non meritarmi di lamentarmi di nulla e forse per questo poi alla fine è sempre il silenzio a vincere.  Forse un giorno riuscirò a capirlo e forse, allora, finalmente, farlo capire. Forse. Chissà. E poi domirò bene, e non scenderanno lacrime e non mi sentirò più sbagliata, o annoiata, o ingrata.  Forse. Chissà.

Un po' di compleanno e di cose varie

Quando il compleanno capita di lunedì, finisce per essere sempre un po' sottotono. Nonostante questo, mio marito ha prenotato a sorpresa e mi ha portata fuori a pranzo, le mie "amiche di Telegram", come le chiamo io, mi hanno fatto regali a sorpresa e il tiramisù mi è venuto buonissimo. Sono riuscita a incontrarmi con la mia amica storica un po' per il rotto della cuffia prima della sua partenza, ma ce l'abbiamo fatta. Peccato per la febbre a 39,5 di mia figlia e la settimana di bronchite che ne è seguita. :/ Ieri sera Dafne era già a letto e d'improvviso mi chiama in lacrime: ieri è rientrata a scuola dopo la settimana di assenza e quindi ha dovuto recuperare parte del lavoro fatto... e si è ricordata o resa conto di aver (forse) sbagliato non so cosa. Poverinaaaaa, che tenerezza infinita, aveva questi lacrimoni che scendevano sulle guance… spero che le mie rassicurazioni sul fatto che a scuola nessuno si aspetta che sappia già fare tutto o tutto giusto siano...