Passa ai contenuti principali

Ridiamoci su - I dolori del giovane gallo

Che forse tanto giovane non è, nonostante tutta questa voglia di rompere l'intera notte. Inizia attorno a mezzanotte, forse anche prima, ma prima in genere stiamo ancora guardando un film, o qualche vecchia puntata di una serie tv che rifanno su la7d fino allo sfinimento, insomma, fino a mezzanotte non ci faccio caso perché è raro che andiamo a dormire prima. 
E poi andiamo finalmente a letto, e lui è lì (non sul letto, fuori, da qualche parte). Che canta.
Oddio, io non lo so chi ha inventato l'espressione "il canto del gallo", perché quello tutto è tranne che qualcosa di melodioso. È davvero una roba straziante. A parte che sono abbastanza convinta che quel gallo non sia normale – va avanti DAVVERO per tutta la notte, per fortuna dormo ma di tanto in tanto mi sveglio e lui sta in silenzio un po' e poi riparte – ma il suo è proprio un urlo straziante. Sembra, che so, che gli siano state portate via tutte le galline del suo harem! Che gli abbiano tagliato la nuova stagione della sua serie preferita, cose così!
Io spero quantomeno che sia follemente innamorato, questo gallo, e al limite non corrisposto, insomma mi auguro che sotto ci sia una sofferenza romantica degna di Goethe e della migliore Romantik tedesca! 
Anche se sospetto che non sia così.
E come finale, non vogliatemene vi prego, un po' mi auguro che ci sia una conclusione degna, un vero suicidio dell'innamorato, non per me e per le mie notti dal sonno disturbato, ma per lui e per il suo povero cuore di gallo. 

O almeno che la gallina in questione gliela dia e che la si faccia finita una volta per tutte...

P.S. Per quanto la storia del gallo sia assolutamente vera, non ho potuto fare a meno di notare come tutto ciò sia riconducibile anche alle varie lamentazioni, facebookiane e non, che cadono soprattutto attorno al 14 di febbraio. Quanti galli dal canto straziante... 


Commenti

Mareva ha detto…
Non sai quanto ti capisco. La scorsa estate il gallo fuori da casa del mio fidanzato iniziava verso le 3 di notte. Io l'avrei ammazzato.
Miky ha detto…
probabilmente sarà per le luci artificiali, o forse i galli si divertono così, a rompere i maroni, maledetti!

Post popolari in questo blog

Il mondo muto di Hector Mann

Insomma, Paul Auster. Il libro delle illusioni . David Zimmer è un professore universitario che d'improvviso perde tutto ciò che ama, in un modo che naturalmente sottolinea attraverso una serie di coincidenze: se non avessi, se l'insegnante di mio figlio non avesse, se... Ma è andata come è andata. Si rinchiude nel suo dolore e nelle bottiglie di whiskey quando, un giorno, guardando a caso una scena di un film muto, ride. Allora non tutto è perduto!, pensa. Sono ancora vivo. E così cerca di scoprire qualcosa su questo attore, Hector Mann, che è riuscito a farlo ridere in un momento tanto disperato. E scopre cose molto interessanti. Tipo che dopo il 1929 è sparito e di lui non si sa nulla. Sicuro come l'oro, ormai è morto. Decide di vedere tutti i suoi film, ma per farlo è costretto a viaggiare. E il fatto di dover anche prendere l'aereo non è cosa da poco, per lui. È interessante anche il suo incontro e dialogo con il dottor Singh, per farsi prescrivere de...

Tenacia

Solo io e le papere, ieri pomeriggio, imperterrite sotto la pioggia ai laghetti. Tenace è un aggettivo che mi piacerebbe mi venisse attribuito, non so quanto appaia all'esterno, anche se penso di sembrare meno tenace di quanto sia in realtà, o di quanto sia capace d'essere. Tenace sarà la mia parola di quest'anno, come aspirazione quanto meno, perché se non riesci ad attraversare tutto sempre con leggerezza, che è ciò che mi piacerebbe fare ma forse non è il momento giusto, allora è al tener duro che voglio aspirare. Forse mi prendo una pausa dal blog, che non importa a nessuno, ma devo dirlo a me stessa perché è sempre stato un bel rifugio ma ora non lo sento più così. Mi ci sento legata ma in questo momento il legame ha anche un sapore negativo, che non sto a spiegare, e credo di avere bisogno di liberarmene per un po'. Non un addio, solo un "non lo so". Ciao

Tuffi

Cercando un'informazione di cui avevo bisogno fra i messaggi WhatsApp con mio marito, ho trovato conversazioni risalenti a una delle tante vita di prima, più precisamente quella in cui nostra figlia era molto piccola e io lavoravo solo il pomeriggio. Trascorrevamo le mattinate insieme, inforcavo la bici e la portavo al parco, tornavamo a casa e faceva un riposino mentre preparavo il pranzo, insomma, tutte quelle cose che mi sembrano lontane anni luce, ormai. È stato un momento molto tenero, con svariati piccoli tuffi al cuore al comparire di una foto di lei addormentata sul divano mentre guardava George la scimmia o di quando ancora mangiava il pesce senza lamentarsi. Durante le vacanze, un giorno eravamo in acqua a San Vito lo Capo e Ale le stava facendo fare i tuffi in acqua, a proposito di tuffi, e a un certo punto ha detto: "Godiamocela finché è ancora così, perché durerà ancora poco". Altro tuffo al cuore. Uccisa. Vacanza rovinata. Grazie tante. No, scherzo, però ci ...