Oh, ecco qui un argomento divertente. Eh sì, perché le paure "vanno rise". Nel senso che niente funziona meglio come una risata, altrimenti, cercare di superarle – o quanto meno di conviverci – diventa un vero incubo.
checcarina! no, mi spiace, le odio. |
E allora sdrammatizziamo un po': la paura delle cimici. Sì questa è la prima che mi viene in mente. Ovvio che non è una paura vera, insomma, è più una specie di fissazione, o di schifo ecco, però resta il fatto che cerco ancora di evitare di prenderle per cacciarle di casa, operazione che lascio più volentieri a mio marito. Una delle cose positive è che dove abito ce n'è molte meno rispetto a dove abitavo prima con mia mamma, e le schifose per fortuna non si annidano fra le tende della camera come capitava di là. Diciamo che per ora questa paura è un po' messa da parte, perché ormai è limitata alle rare occasioni in cui queste schife si manifestano.
Sarà un orrore ancestrale, sarà quello che volete, ma loro sono stupide e invece di allontanarsi da te, che sei obiettivamente un pericolo molto maggiore per loro che non viceversa, loro sbattono contro muri o lampadari e ti finiscono in testa o – Dio non voglia – in bocca mentre dormi. Il problema è l'odore se le schiacci e quella forma orrenda che si ritrovano.
Spezziamo però una lancia a loro favore: pare che i maschi delle cimici possiedano un pene che è lungo circa 1/6 del loro corpo. Mica male, eh? Sarà verde, tipo quello di Hulk, suppongo. Bene, d'ora in avanti le chiamerò piccole Hulk, o Hulkette. Dài, le Hulkette non possono essere pericolose, giusto? GIUSTO?
La paura che a lui capiti qualcosa: bene, qui ci starebbe un ravanamento testicolare che io, in quanto donna, non posso permettermi, ma è vero che da quando lui viaggia un po' di più per lavoro ho sempre il terrore che gli capiti qualcosa. O meglio, avevo. Intendiamoci, non è che vivo con questa costante paura e sono ben consapevole che tutto può capitare in qualunque momento e inaspettatamente, ma diciamo che mi sale l'ansia se per qualche motivo non riesco a contattarlo, se a orari di solito buoni per sentirci non riesco a raggiungerlo. In genere risolvo fregandomene dell'ora: quando sono sola posso cenare anche alle 10 e andare a dormire all'1, quindi a parte qualche appuntamento obbligato, per il resto evito di guardare l'orologio e attendo fiduciosa che l'ora per la chiamata sia quella in cui la chiamata arriva. In realtà però questa cosa ormai l'ho superata, nel senso che è da un po' che ho imparato a non preoccuparmi troppo di quello che non sono in grado di controllare, quindi devo aver raggiunto una sorta di compromesso zen con me stessa, giusto per sopravvivere.
Una volta avevo anche delle paure che ho superato alla grande, ma non saprei dire come: per esempio avevo paura di guidare. Perché ho preso la patente ma poi non avevo mai una macchina a disposizione. E poi quando l'avevo ormai ero disabituata. Ma da quando ho la mia fedele Polla, che è mia e se mai succedesse qualcosa, tipo urtare qualcosa, sono affari miei e basta, il problema è assolutamente risolto. E poi non ho più paura – non troppa, almeno – di perdermi, grazie al prezioso navigatore del telefono. Sia benedetta la tecnologia.
Altre paure bizzarre? Una volta avevo paura che tutti si dimenticassero del cambio dell'ora, tranne me. Cosa un po' improbabile. Piuttosto, ci è capitato esattamente il contrario: un anno ci siamo totalmente dimenticati che c'era da cambiare l'ora e ce ne siamo accorti solo a pomeriggio inoltrato... be', per fortuna era di domenica e non avevamo appuntamenti di sorta! È stato buffo, tanto che mia madre ora me lo ricorda tutti gli anni, vista l'esperienza...
E voi avete delle paure bizzarre? Avanti, le abbiamo tutti!
M
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