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Bolle di felicità

Sono come bolle di sapone i luoghi di felicità che mi cerco o mi creo per consolarmi quando fuori il nero avanza. È una bolla di felicità la serata di prove al coro. Ma è una bolla di felicità anche la chat di telegram con le amiche. Una bolla di felicità è un pranzo fuori con mio marito deciso all'ultimo momento, il tempo con mia figlia strette sul divano o a giocare, e poi un film, le pagine di un libro, scrivere la frase giusta.
È una bolla di felicità la canzone che ti strappa via il cuore e quella che te lo rimette a posto.
Le mie bolle di felicità mi danzano davanti agli occhi, trasparenti con lievi riflessi colorati che cambiano mentre loro volano e vorticano. Hanno il profumo del sapone, sanno di pulito, non c'è alcuna sfumatura di nero in una bolla di sapone, non c'è niente che non sia leggerezza.
Vorrei riuscire a non avvicinarmi troppo per non farle volare via lontano, dove non le posso più raggiungere. Vorrei riuscire a non farle scoppiare mai, ma si sa, è nella loro natura essere molto fragili. Solo quando volano lontano immagino che dureranno per sempre, senza scoppiare mai, ed è un po' così perché diventano ricordi.
Quelle che scoppiano invece immagino che si possano semplicemente ricreare, e allora dai, facciamone di nuove, proviamo a farle più grandi ancora, più fragili e più grandi ancora. Una così grande da inghiottirmi in tutta la sua fragile felicità.
Se scoppia cado.
Ma se non scoppia e volo?

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