Mi chiedo quanto questo abbia influito su un certo mio sentire, sulla mia difficoltà ad avvicinarmi ad altri, sulla sensazione perenne di un abbraccio mancato. Che provo in tutti i modi a non far mancare mai a mia figlia, spero di perseverare e non farglielo mai mancare nemmeno quando sarà grande, quando io lo vorrò ancora e lei non lo vorrà più, anche se spero che non smetta mai di volerlo o di chiederlo.
Stanotte ho sognato il terremoto. Non so perché, forse perché Dafne ieri o l'altro ieri mi ha chiesto se sapevo cosa si deve fare quando c'è il terremoto (hanno fatto sicuramente esercitazione a scuola). È sempre destabilizzante, come sogno, con tutto che nella realtà non l'ho mai provato, se non scosse lievissime senza alcuna conseguenza.
Forse è per l'impotenza delle cose più grandi di noi.
Non lo so.
Inizia una nuova settimana, con il sole che splende, almeno per ora, e con me che mi chiedo se e come devo cambiare le cose che non vanno. Ma intanto le giornate devi farle procedere, gli impegni già presi incombono e non sempre focalizzo. Ho corretto un libro che parla di vittoria e che mi ha fatto sentire una perdente, non nella vita ma come carattere e atteggiamento, e credo che sia vero. Non mi sto autocommiserando, sono più in fase di elaborazione, penso, come la rotella che gira intanto che aspetti che si carichi la pagina.
Ma ovviamente la pagina devo progettarla io e tutta quella roba lì.
Commenti