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Carrellata di libri

 Stamattina il freddo era decisamente pungente. Dopo aver portato Dafne a scuola ho preso Zuma al guinzaglio per la passeggiata solita. Questa volta invece di Morning di Francesco Costa (che recupererò a ora di pranzo) ho ascoltato Carrère che al festival di Parma Questa è acqua raccontava i libri che nella vita lo hanno ispirato come scrittore. È stata una carrellata interessante e consiglio a tutti di ascoltarlo, mi ha anche fatto venire voglia di rispolverare il francese che ho studiato solo un po' alle medie (il potere del nostro caro Emmanuel :D).

Comunque sia, stavo pensando ai libri che hanno segnato delle tappe per me. Ce ne sono stati moltissimi, ovviamente, quindi se domani dovessi rifare questo elenco suppongo cambierebbe, ma ci provo lo stesso.

1) Il buio oltre la siepe, Harper Lee.
Credo sia stato il primo vero romanzo che ho letto, troppo piccola quando l'ho fatto ma mi sentivo quasi adulta per il solo fatto di leggerlo. È un romanzo che racchiude tante cose, soprattutto all'epoca mi sono innamorata del senso di giustizia di Atticus e della figura misteriosa di Boo. Ma anche della voce narrante, la piccola Scout.

2) Stagioni diverse, Stephen King.
Ero un po' più grande quando ho iniziato a leggere Stephen King, a questo sono seguiti molti altri, ma è stato probabilmente la prima raccolta di racconti, dove c'era in particolare Il corpo, bellissima storia che ho poi amato anche nella trasposizione cinematografica (Stand by Me).
Soprattutto, l'amicizia fra ragazzi e quel senso di avventura erano le cose che me lo facevano amare tanto, oltre naturalmente a tutto il resto che è tipico di King.

3) Il giardino dei Finzi-Contini, Giorgio Bassani.
Non solo per il romanzo in sé, che è bellissimo, ma anche perché mi ha insegnato una grande lezione: leggere un libro quando se ne ha voglia e non perché costretti da un professore che non ti piace può fare una grande differenza.

4) La chimera, Sebastiano Vassalli.
Perché l'ho letto mentre a storia stavamo studiando proprio quel periodo, e ho capito che i romanzi, soprattutto quelli storici, si apprezzano di più quando il contesto in cui sono immersi ti è meglio noto, o forse perché ho imparato ad amare il fatto di riuscire a fare dei collegamenti con le conoscenze che avevo in quel momento.

5) Bleak House, Charles Dickens.
Perché ho scoperto un Dickens un po' diverso, o forse perché la mia professoressa di letteratura inglese all'università me l'ha fatto capire meglio, e ho scoperto che alcune storie hanno chiavi di lettura che solo se un esperto ti guida riesci a scorgere e a penetrare. E che, seppure la lettura sia un piacere, a volte è bello anche fare uno sforzo in più perché il piacere può raddoppiare, triplicare anche.

6) La novella degli scacchi, Stefan Zweig.
Questo è importante per tanti motivi: perché Zweig è un narratore spettacolare, perché non mi aspettavo che la storia fosse quella, perché l'ho letto in tedesco mentre vivevo in Austria capendo che avrei potuto davvero prendere in mano la mia vita nei modi che volevo.

7) La versione di Barney, Mordecai Richler.
Un libro che mi ha accompagnato in un momento in cui avevo abbandonato la lettura (soprattutto per mancanza di tempo), che mi ha fatto scoprire meglio la letteratura americana portandomi a esplorare con curiosità molto di più e molto altro. Facendomi innamorare di Barney e Miriam e insegnandomi che l'amore è qualcosa di diverso da quello che pensavo.

8) L'Avversario, Emmanuel Carrère.
Perché è il primo che ho letto di Carrère, per il tipo di storia, un romanzo che nasce da un fatto di cronaca nera, e per il viaggio all'interno della menzogna, affascinante e conturbante insieme.


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