Passa ai contenuti principali

Di linguistica e matematica

Oggi è venerdì, che è sempre un bene anche se non posso uscire dal mio comune. Ed è una giornata di inserimento correzioni, il che non è male, soprattutto perché non si tratta di una di quelle giornate in cui diventa tutto urgente e devi finire e consegnare al più presto. Quindi penso possa essere una buona giornata.

Sto leggendo Fiore di roccia, di Ilaria Tuti, un libro interessante. Racconta una storia che non conoscevo, è ambientato nel mio Friuli, anche se nella distante Carnia, durante la prima guerra mondiale. Anche se lo trovo molto asciutto e leggermente freddo, non posso negare che sia proprio com'è questa regione, come sono i suoi abitanti, quindi secondo me rende bene un certo tipo di atmosfera. E qui dentro ci ho trovato la storia, ma anche la geografia del mio territorio, e la lingua, nelle sue varianti anche a me meno conosciute, cosa che da linguista mancata non può che affascinarmi.

Da linguista mancata ho con me anche un altro libro che si preannuncia interessante ed è Insultare gli altri. Io sono una vera nerd umanista e il linguaggio, le lingue e la loro storia mi affascinano in modo incredibile. Anzi, da linguista mancata appunto – ci sono stati momenti nella mia vita in cui ho seriamente pensato di darmi alla linguistica magari anche con un dottorato, ma ho deciso di fare scelte più pragmatiche, suppongo – dovrei ricordarmelo più spesso e dedicarmi più spesso a questa materia che tanto fascino ha esercitato su di me quando ero all'università. Ricordo quanto mi piacesse, al corso di glottologia, la sfida della ricostruzione delle parole indoeuropee, sembrava un po' come quando dovevi dimostrare un teorema. La linguistica era per me quella parte di materia umanistica che più si avvicinava alla matematica, e la matematica a me è sempre piaciuta tanto.

E La matematica è politica di Chiara Valerio è un altro dei libri che mi aspettano sul comodino, insieme a La mia famiglia e altri animali (di Gerald Durrell) e Paranoia (Shirley Jackson). Ma di questi non posso dire ancora nulla. Sì mi sono data agli acquisti di libri (grazie Bookdealer che mi hai permesso di comprare da quella che è diventata di recente una delle mie librerie preferite ma che è fuori regione) e mi sto tuffando nella lettura, dopo il lavoro, perché mi fa sentire meglio di molte altre cose, mi consola e mi dà rifugio e mi solleva un po' da una realtà abbastanza avvilente, nonostante non possa fare altro che continuare a ritenermi fortunatissima sotto molti aspetti, almeno dal punto di vista prettamente personale.

Natale si avvicina e sarà un Natale diverso, non è detto comunque che debba essere per forza peggiore.

Ma non vi ho raccontato di Buster Keaton!!! Va be', ve lo racconto un'altra volta... :)

Commenti

Post popolari in questo blog

Il mondo muto di Hector Mann

Insomma, Paul Auster. Il libro delle illusioni . David Zimmer è un professore universitario che d'improvviso perde tutto ciò che ama, in un modo che naturalmente sottolinea attraverso una serie di coincidenze: se non avessi, se l'insegnante di mio figlio non avesse, se... Ma è andata come è andata. Si rinchiude nel suo dolore e nelle bottiglie di whiskey quando, un giorno, guardando a caso una scena di un film muto, ride. Allora non tutto è perduto!, pensa. Sono ancora vivo. E così cerca di scoprire qualcosa su questo attore, Hector Mann, che è riuscito a farlo ridere in un momento tanto disperato. E scopre cose molto interessanti. Tipo che dopo il 1929 è sparito e di lui non si sa nulla. Sicuro come l'oro, ormai è morto. Decide di vedere tutti i suoi film, ma per farlo è costretto a viaggiare. E il fatto di dover anche prendere l'aereo non è cosa da poco, per lui. È interessante anche il suo incontro e dialogo con il dottor Singh, per farsi prescrivere de...

Tenacia

Solo io e le papere, ieri pomeriggio, imperterrite sotto la pioggia ai laghetti. Tenace è un aggettivo che mi piacerebbe mi venisse attribuito, non so quanto appaia all'esterno, anche se penso di sembrare meno tenace di quanto sia in realtà, o di quanto sia capace d'essere. Tenace sarà la mia parola di quest'anno, come aspirazione quanto meno, perché se non riesci ad attraversare tutto sempre con leggerezza, che è ciò che mi piacerebbe fare ma forse non è il momento giusto, allora è al tener duro che voglio aspirare. Forse mi prendo una pausa dal blog, che non importa a nessuno, ma devo dirlo a me stessa perché è sempre stato un bel rifugio ma ora non lo sento più così. Mi ci sento legata ma in questo momento il legame ha anche un sapore negativo, che non sto a spiegare, e credo di avere bisogno di liberarmene per un po'. Non un addio, solo un "non lo so". Ciao

Tuffi

Cercando un'informazione di cui avevo bisogno fra i messaggi WhatsApp con mio marito, ho trovato conversazioni risalenti a una delle tante vita di prima, più precisamente quella in cui nostra figlia era molto piccola e io lavoravo solo il pomeriggio. Trascorrevamo le mattinate insieme, inforcavo la bici e la portavo al parco, tornavamo a casa e faceva un riposino mentre preparavo il pranzo, insomma, tutte quelle cose che mi sembrano lontane anni luce, ormai. È stato un momento molto tenero, con svariati piccoli tuffi al cuore al comparire di una foto di lei addormentata sul divano mentre guardava George la scimmia o di quando ancora mangiava il pesce senza lamentarsi. Durante le vacanze, un giorno eravamo in acqua a San Vito lo Capo e Ale le stava facendo fare i tuffi in acqua, a proposito di tuffi, e a un certo punto ha detto: "Godiamocela finché è ancora così, perché durerà ancora poco". Altro tuffo al cuore. Uccisa. Vacanza rovinata. Grazie tante. No, scherzo, però ci ...