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Il ponte

Penso spesso di venire a scrivere qualcosa qui, ma poi sono presa da delle giornate frenetiche, frenetiche in modo diverso dal solito. Sì, perché se la maggior parte della gente è a casa a non sapere bene come passare il tempo e come far passare il tempo ai figli, io sono qui a cercare di incastrare lavoro e figlia, dando il cambio a mio marito che non sta lavorando ma, lo capisco bene, fatica a intrattenere tutto il tempo una quasi quattrenne.
Mi piacerebbe non dover lavorare e stare in panciolle? Sì e no, qualche giornata così la potrei fare ma d'altro canto mi verrebbe l'ansia perché chissà per quanto potrò ancora lavorare, e se a un certo punto non potrò farlo perché il lavoro non ci sarà, di che viviamo?
Non che sia tutto sulle mie spalle, sia chiaro, ma pure mio marito ora è libero professionista e nonostante i nostri personali salvagenti gli impegni sono tanti: mutui, mantenimenti e finanziamenti vari sono tutti soldi che escono. E alla fine è inevitabile pensare chissà se ci sarà una ridistribuzione dei pesi, quando tutto sarà tornato normale ma diverso da prima.
All'immediato pensiero sul pane e l'acqua che ci servono per mangiare naturalmente si aggiunge la preoccupazione per la salute, anche se dopo un paio di settimane di isolamento e le uscite solo per la spesa sembra che la probabilità di stare male ora come ora sia davvero bassa. Lo stesso vale per i nostri familiari più anziani. Ma è un'ansia meno immediata che aleggia sempre.
Ci troviamo in un ponte traballante e se ci guardiamo indietro sappiamo cosa c'era ma se guardiamo avanti vediamo solo nebbia: non possiamo tornare indietro e non sappiamo quanto lungo è il ponte e, peggio di tutto, non sappiamo cosa c'è dopo. Di sicuro, non le stesse identiche cose del prima.
In tutto ciò, naturalmente ci sono dei figli da rassicurare e a cui far passare le giornate cercando di placare o prevenire possibili ansie.
La piccola non ha percezione del tempo e del futuro, ma le mancano i compagni, la routine della scuola e la routine delle visite ai nonni, la routine del weekend a passeggiare, nei parchi della città o in montagna o altrove poco importa (l'altro giorno mi ha detto "Ma mamma, io voglio andare in giro!").
La fortuna di avere un giardino e poter passare qualche ora a ossigenarsi e scaldarsi al sole è tanta, tantissima, ma anche il giardino stanca. Non sono davvero preoccupata per me, vorrei solo poterle rendere leggero questo tempo, il più possibile e spero di riuscire a farlo, che riusciamo a farlo, insieme.
Abbiamo nuove routine e cerchiamo di farcele piacere: fuori in giardino nelle ore più calde, lo yoga davanti la tivù, cucinare insieme, videochiamare parenti e amici. Giochiamo tanto, leggiamo tanto. Stampiamo lavoretti, coloriamo le foglie con gli acquerelli. Ieri Dafne ha disegnato un'altalena, così, da sola senza che nessuno le insegnasse come si fa. Forse potrei regalargliene una per il compleanno. Ho cercato di riempirci la casa di cose all'inizio dell'isolamento, giochi da fare fuori che avevamo già e giochi da fare al chiuso, ma tanto tutto non è mai abbastanza quando quello che ti manca è comunque altrove.
La cosa certa è che non vorrei avere nessun altro con cui passare questo tempo se non mio marito (parlando di adulti), e questa è una cosa di per sé bella, una consapevolezza in più di quel che già sapevo.
L'altra cosa certa è che avremo tutti occhi molto diversi da prima quando tutto questo finirà. Il problema è quel ponte lì, che continuiamo a non sapere quant'è lungo.

Commenti

bob ha detto…
Non riesco ad immaginare quanto possa essere difficile con una bambina cosi' piccola che per natura e per eta' ha bisogno di input continui e di socializzazione. Comunque, con un po' di fortuna, Dafne non si ricordera' proprio di tutta questa storia quando sara' finita, cosa che noi non dobbiamo assolutamente fare. Siamo fortunati noi, abbiamo mantenuto il lavoro e stiamo lavorando ancora di piu' (almeno io) in questo periodo, per permettere ad altra gente di lavorare da casa, cerchiamo di apprezzarlo. Molti miei amici hanno perso il lavoro e non possono nemmeno cercarsene un altro, il governo ci sta mettendo troppo tempo a prendere le misure della pandemia ed implementare ammortizzatori sociali per evitare la catastrofe, grazie a dio governatori e sindaci sono stati molto piu' veloci e si stanno dando da fare a livello locale. Mamma mia che tempi assurdi. Ti abbraccio Miky, vedrai ch ne usciremo piu' forti e piu' saggi (spero) di prima.
Miky ha detto…
In realtà bob per la maggior parte del tempo è tranquilla e sembra aver semplicemente compreso la novità per quella che è: impossibilità di andare da altre parti. Ovviamente a volte se ne lamenta, ma non poi così tanto. Finché ci sono mamma e papà, e Samu quando è qui, si sente senz'altro al sicuro e qualcosa da fare la si trova.
Per quanto riguarda il lavoro, per ora sì sono fortunata, ma rimane grande l'incertezza, perché non so quanto durerà. Ma non ci penso, tanto pensarci non cambia le cose, ora come ora, e mi concentro a fare bene quello che per ora ho da fare.
Sono tempi assurdi davvero, nessuno si immaginava uno scossone del genere nonostante il mondo fosse già molto molto malato prima, spero almeno che davvero ci renda più saggi. Un abbraccio a te! :)

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