Passa ai contenuti principali

Immersioni

Da che gli inverni non sono più particolarmente freddi e nemmeno particolarmente piovosi (tranne poi le alluvioni che arrivano in autunno o in primavera) mi mancano le giornate grigie, quelle di tè caldi e libri e nessuna voglia di uscire di casa.
Oggi la giornata è grigia e non so bene se ne avevo bisogno, forse sì perché a volte mi serve immergermi nella non luce, lontana dalle troppe cose, da quella luminosità impietosa e dalle azioni che non lasciano tregua. In più, caso più unico che raro, mi è venuta l'influenza, ieri avevo la febbre a 38 come non mi capitava da una vita e pure oggi, anche se non è tanto alta. Di solito una battuta d'arresto mi arriva come una bomba dopo aver trascorso settimane intense. Quindi, anche se devo comunque lavorare (e per fortuna sto abbastanza bene per farlo) mi impongo lo stesso un briciolo di calma. Sarebbe utile dormire un po' meglio, questo senz'altro.
Non sono state le settimane migliori di sempre, quelle passate, soprattutto l'ultima, non per motivi particolarmente gravi, ma solo perché troppo troppo frenetiche, zero tempo per rilassarsi e prendersi qualche minuto per sé. Non sono mai molto brava a organizzare il mio tempo, o forse diventa utopia quando ci sono tante cose, tanti impegni, ma anche tante, troppe distrazioni. Tagliare le distrazioni mi pare sempre una lotta, per me, che ogni anno, o in determinati periodi, ingaggio con (scarso) successo altalenante. Duro un po', poi ci ricado.
E anche se non ho una gran febbre oggi mi fa male ovunque e mi sento uno straccio, sapete quella stanchezza che vi fa venire voglia di piangere? Oppure mi viene da piangere per altri motivi che non so, non lo so. Ma oggi è un po' la prima giornata uggiosa dell'inverno, e forse deve andare così, essere un po' umorale, un po' labile, un po'... triste.
Forse è colpa di Dubin e delle sue vite, e della sua, di vita, a volte quando leggo mi immergo troppo e uscire è come tornare a galla dopo un'immersione. Ma alla fine sono quelli i libri che mi piacciono di più.
 


Commenti

Post popolari in questo blog

Il mondo muto di Hector Mann

Insomma, Paul Auster. Il libro delle illusioni . David Zimmer è un professore universitario che d'improvviso perde tutto ciò che ama, in un modo che naturalmente sottolinea attraverso una serie di coincidenze: se non avessi, se l'insegnante di mio figlio non avesse, se... Ma è andata come è andata. Si rinchiude nel suo dolore e nelle bottiglie di whiskey quando, un giorno, guardando a caso una scena di un film muto, ride. Allora non tutto è perduto!, pensa. Sono ancora vivo. E così cerca di scoprire qualcosa su questo attore, Hector Mann, che è riuscito a farlo ridere in un momento tanto disperato. E scopre cose molto interessanti. Tipo che dopo il 1929 è sparito e di lui non si sa nulla. Sicuro come l'oro, ormai è morto. Decide di vedere tutti i suoi film, ma per farlo è costretto a viaggiare. E il fatto di dover anche prendere l'aereo non è cosa da poco, per lui. È interessante anche il suo incontro e dialogo con il dottor Singh, per farsi prescrivere de...

Tenacia

Solo io e le papere, ieri pomeriggio, imperterrite sotto la pioggia ai laghetti. Tenace è un aggettivo che mi piacerebbe mi venisse attribuito, non so quanto appaia all'esterno, anche se penso di sembrare meno tenace di quanto sia in realtà, o di quanto sia capace d'essere. Tenace sarà la mia parola di quest'anno, come aspirazione quanto meno, perché se non riesci ad attraversare tutto sempre con leggerezza, che è ciò che mi piacerebbe fare ma forse non è il momento giusto, allora è al tener duro che voglio aspirare. Forse mi prendo una pausa dal blog, che non importa a nessuno, ma devo dirlo a me stessa perché è sempre stato un bel rifugio ma ora non lo sento più così. Mi ci sento legata ma in questo momento il legame ha anche un sapore negativo, che non sto a spiegare, e credo di avere bisogno di liberarmene per un po'. Non un addio, solo un "non lo so". Ciao

Tuffi

Cercando un'informazione di cui avevo bisogno fra i messaggi WhatsApp con mio marito, ho trovato conversazioni risalenti a una delle tante vita di prima, più precisamente quella in cui nostra figlia era molto piccola e io lavoravo solo il pomeriggio. Trascorrevamo le mattinate insieme, inforcavo la bici e la portavo al parco, tornavamo a casa e faceva un riposino mentre preparavo il pranzo, insomma, tutte quelle cose che mi sembrano lontane anni luce, ormai. È stato un momento molto tenero, con svariati piccoli tuffi al cuore al comparire di una foto di lei addormentata sul divano mentre guardava George la scimmia o di quando ancora mangiava il pesce senza lamentarsi. Durante le vacanze, un giorno eravamo in acqua a San Vito lo Capo e Ale le stava facendo fare i tuffi in acqua, a proposito di tuffi, e a un certo punto ha detto: "Godiamocela finché è ancora così, perché durerà ancora poco". Altro tuffo al cuore. Uccisa. Vacanza rovinata. Grazie tante. No, scherzo, però ci ...