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Solitudini

Al mattino, quando la piccola vengono a prenderla e non devo portarla io dai nonni, sono io a uscire con il cane a passeggio, magari un po' prima del solito. Ultimamente mi capita di incontrare l'ubriacone del quartiere sulla pista ciclabile, che passa e mi chiede: «Scusi, signora, che ore sono per favore?» (Oh, non crediate, non è sempre così gentile: una sera, dopo cena, era già buio, Zuma si è talmente spaventato vedendolo in lontananza camminare su e giù da solo, urlando e bestemmiando, che siamo dovuti tornare indietro e abbiamo dovuto prendere un'altra strada. Anche perché, non so, ma secondo me rischiavo di prendermi pure un pugno in faccia senza motivo.) Suppongo me lo chieda per sapere se è troppo presto per entrare in Pam a comprare la birra, questo lo deduco perché in altri orari lo vedo elemosinare fuori dalle porte automatiche per poi entrare e acquistarsi la "dose" (e discutere con la cassiera che sono dei furbi, perché la birra di quel marchio là non la prendono più da zero cinque ma solo quella piccola, così devi comprarne di più e spendere di più). Di solito devo fermarmi a tirar fuori il cellulare dalla tasca interna del giubbotto, così adesso, se mi ricordo, prima di uscire di casa con il cane mi infilo l'orologio al polso, ché non si sa mai.
La fauna quando passeggio con il cane è sempre molto pittoresca (suppongo che qualcuno possa dire lo stesso di me, quando mi incontra, anche se non credo di essere così pittoresca; lo è il mio cane, che ha ancora paura di tutto l'esistente). C'è la coppia di coniugi di una certa età che porta a passeggio i cagnolini con il passeggino, e che per tutta la strada litiga a voce alta, a volte con simil crisi isteriche da parte di lei.
C'è il signore sempre impeccabile che cammina con in mano il giornale, o il pane, e con sulla faccia un'espressione di scherno che sembra rivolta a tutti quanti noi (o magari è solo la sua faccia, chi lo sa).
Oggi c'era uno in sedia a rotelle che non avevo mai visto, è arrivato fino a un posto ben illuminato dal sole per starsene al caldo, vicino a un cestino, e si è acceso una sigaretta, forse proibita, forse di nascosto dalla moglie o dai familiari, forse l'unico momento di pausa che si concede da tutto ciò che c'è di duro nella vita.

Le coppie si sfaldano. Non è una novità, ma di recente mi è capitato che succedesse ad alcune più o meno vicine, e niente, sono sempre cose che ti fanno riflettere. Coppie con o senza figli, sposate o meno, ma che stavano insieme da tanto.
Mi fa sempre venire in mente quello che diceva mio marito un tempo, che uno non può promettere grandi cose, il massimo che puoi fare è promettere di essere sempre te stesso. Questo è quello che siamo, o ci accettiamo senza pensare di cambiare l'altro, o vediamo i difetti e li prendiamo per quello che sono sapendo che non potremo farci molto se non farli rientrare nel disegno che pensiamo di voler tracciare insieme. 
Non si può nemmeno pensare che basti il tempo per combaciarsi, se non si combacia abbastanza già dall'inizio. 
Be', di sicuro non è facile trovare la persona con cui condividere gran parte della vita e del futuro. E forse a nessuno è destinata una persona sola, ammesso che di destino sia giusto parlare. Certo, non sta scritto da nessuna parte che debba essere la coppia il modo migliore per vivere, ma alla fine, quante sono le persone che riescono davvero nella difficile impresa di toglierci il senso di solitudine? (E poi, alla fine, anche quelle che crediamo lo facciano, lo fanno davvero?)



Commenti

Anonimo ha detto…
L'amore è alla fine trovare una persona "che ti sopporti", cioè che accetti i tuoi difetti e costruire insieme "quel disegno", sia esso o meno finalizzato a prolungare la famiglia con dei figli.
Un tempo bisognava fare spesso di necessità virtù, quindi si sopportavano maggiormente i difetti o addirittura una situazione conflittuale, oggi invece è più facile troncare una relazione anche dopo molti anni.
bob ha detto…
Osservare l'umanita' e' il mio passatempo preferito, nei rarissimi momenti in cui sono solo e non ho niente da fare, mi siedo fuori al bar con la mia birretta e mi passo un paio di ore a guardare la gente che passa. Qualcuno a volte si ferma a scambiare due parole.
Penso che le persone stiano insieme per i motivi piu' disparati, a volte per i motivi sbagliati. Come dice Riccardo, una volta quei motivi erano principalmente allevare qualcuno che ti aiutasse nei campi e/o migliorare il proprio ceto sociale, oggi che quei motivi non sono piu' predominanti ci sono molte piu' separazioni. La cosa certa e' che stare insieme non e' facile, bisogna tollerarsi a vicenda e migliorarsi, maturare, ogni giorno, per se stessi e per il proprio partner.
Miky ha detto…
Infatti, ragazzi (vi rispondo un po' insieme) oggi è più facile separarsi (facile dal punto di vista dell'accettazione sociale, della possibilità di guadagnare lo stesso anche da soli eccetera; dal punto di vista personale, non è vero che sia poi così facile, in ogni caso...). Ma anche stare insieme non è facile, però devo dire che la parte del migliorarsi a vicenda io la trovo bella e stimolante.

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