Passa ai contenuti principali

Poi sarà tutto lì

Ieri stavo scrivendo un post che parlava più o meno di serie TV. Mi piace sottolineare più o meno, perché in realtà non sono una che ne segue a bizzeffe e quindi non sono la persona più appropriata per redigere al riguardo un post davvero interessante. Ne seguo una, praticamente.
Poi però la stanchezza ha avuto il sopravvento. Tirare l'orecchio per sentire se lei si sveglia, sperando che non si svegli per poter scrivere tranquillamente, a volte è più snervante che tenerla in braccio quando è stanca e non vuole dormire.
E così ho pensato a una cosa che mi ha detto mio marito l'altra sera, quando mi ha vista un po' "smonata" per via di vari avvenimenti che non sto qui a descrivere nel dettaglio. E ha detto una frase che mi fa capire che a volte chi ti sta intorno ti capisce meglio di te stessa. Oppure, lo esprime più liberamente perché te lo legge chiaro in faccia. "Hai bisogno di riprenderti i tuoi spazi". Quanto è vero. Il fatto è che qualche mese fa lo sapevo bene, adesso ero convinta di esserci arrivata. Invece non è così, e non me ne rendevo conto. La verità è che sono stanca del viavai di gente per casa "perché così è più comodo". Del viavai di gente perché "così finiamo quei lavori davanti casa". Del viavai vario ed eventuale. 
In questo momento campeggia davanti ai miei occhi un enorme "vorrei ma non posso". Ogni gioia ha i suoi rovesci, ogni tristezza anche. Quindi non è che sto qui a lamentarmi, ma diciamolo, a volte mi sembra tutto al di là della mia portata, e soltanto per un soffio, o fuori tempo, o fuori luogo, o non lo so. Mi sembra che la mia mano stia per afferrarla e invece no, non ci arriva. O magari dovrei capire la bellezza del salto che c'è fra la mano e la meta, godermi i tentativi e credere che a un certo punto le dita si distenderanno nel momento giusto, nel punto giusto, con il giusto slancio, e allora sarà tutto lì.

Avete presente quando su Elizabethtown lei dice a lui che gli uomini vedono le cose in una scatola e le donne in una stanza rotonda? Prima mi pareva tutto molto più scatola, ora è tutto molto più stanza rotonda. Affascinante, ma mi sembra di girare girare girare e poi? Dov'è che si va?

Commenti

Anonimo ha detto…
La citazione finale, lo ammetto, è un po' un rompicapo. Ma forza e coraggio: probabilmente non riuscirai a riprenderti i tuoi spazi, ma ne creerai dei nuovi. Iniziare una nuova famiglia e crescere un bimbo è compito impegnativo; è altrettanto vero che ogni gioia ha i suoi rovesci, ma vedrai, il valore della gioia sarà nettamente superiore a quello dei rovesci.
MikiMoz ha detto…
Quindi noi uomini vedremmo le cose più... spigolose? XD
Cooomunque, i tuoi spazi torneranno, e come dice Ric, saranno probabilmente anche NUOVI spazi^^

Moz-
Franco Battaglia ha detto…
Intanto una figlia te li forgia gli spazi immagino (perché non ne ho), ti riempie di nuove prospettive, e te ne sega di antiche e radicate, credo ci sia da ricalcolare aree, perimetri, vuoti e pieni.. reindirizzarsi e riciclarsi anche... auguri intanto! ;)
Miky ha detto…
Cari tutti che avete commentato, scusate l'assenza di risposta ma fra lavoro e pargola sono un po' in tilt (no, lo sono moltissimo).

@Riccardo lo so, è tutto un cambiamento, in certe cose in meglio, altre invece... è ancora da capire! :) sono fiduciosa eh! A volte non nego lo sconforto per certi versi, ma poi passa anche quello

@Miki non so, più che spigolose avrei detto quadrate :D ma tanto generalizzare non ha molto senso, quindi... però l'immagine mi piace comunque. Attendo nuovi spazi che mi facciano sentire di nuovo in equilibrio...

@franco da un lato si rimpiccioliscono, ma si espandono all'infinito spazi che prima quasi non c'erano. Tutto bello, l'unica sensazione che non mi piace è quella di sentirmi come se rimanessi indietro sotto altri punti di vista... quando dovrei solo godermi il viaggio, nonostante tutti i ricalcoli dovuti... :) si impara tutto, però!
Giuseppe Marino ha detto…
"Hai bisogno di riprenderti i tuoi spazi". E chi non ne ha bisogno? A volte è dura, e si stringono i denti e si va avanti!

Post popolari in questo blog

Il mondo muto di Hector Mann

Insomma, Paul Auster. Il libro delle illusioni . David Zimmer è un professore universitario che d'improvviso perde tutto ciò che ama, in un modo che naturalmente sottolinea attraverso una serie di coincidenze: se non avessi, se l'insegnante di mio figlio non avesse, se... Ma è andata come è andata. Si rinchiude nel suo dolore e nelle bottiglie di whiskey quando, un giorno, guardando a caso una scena di un film muto, ride. Allora non tutto è perduto!, pensa. Sono ancora vivo. E così cerca di scoprire qualcosa su questo attore, Hector Mann, che è riuscito a farlo ridere in un momento tanto disperato. E scopre cose molto interessanti. Tipo che dopo il 1929 è sparito e di lui non si sa nulla. Sicuro come l'oro, ormai è morto. Decide di vedere tutti i suoi film, ma per farlo è costretto a viaggiare. E il fatto di dover anche prendere l'aereo non è cosa da poco, per lui. È interessante anche il suo incontro e dialogo con il dottor Singh, per farsi prescrivere de...

Tenacia

Solo io e le papere, ieri pomeriggio, imperterrite sotto la pioggia ai laghetti. Tenace è un aggettivo che mi piacerebbe mi venisse attribuito, non so quanto appaia all'esterno, anche se penso di sembrare meno tenace di quanto sia in realtà, o di quanto sia capace d'essere. Tenace sarà la mia parola di quest'anno, come aspirazione quanto meno, perché se non riesci ad attraversare tutto sempre con leggerezza, che è ciò che mi piacerebbe fare ma forse non è il momento giusto, allora è al tener duro che voglio aspirare. Forse mi prendo una pausa dal blog, che non importa a nessuno, ma devo dirlo a me stessa perché è sempre stato un bel rifugio ma ora non lo sento più così. Mi ci sento legata ma in questo momento il legame ha anche un sapore negativo, che non sto a spiegare, e credo di avere bisogno di liberarmene per un po'. Non un addio, solo un "non lo so". Ciao

Tuffi

Cercando un'informazione di cui avevo bisogno fra i messaggi WhatsApp con mio marito, ho trovato conversazioni risalenti a una delle tante vita di prima, più precisamente quella in cui nostra figlia era molto piccola e io lavoravo solo il pomeriggio. Trascorrevamo le mattinate insieme, inforcavo la bici e la portavo al parco, tornavamo a casa e faceva un riposino mentre preparavo il pranzo, insomma, tutte quelle cose che mi sembrano lontane anni luce, ormai. È stato un momento molto tenero, con svariati piccoli tuffi al cuore al comparire di una foto di lei addormentata sul divano mentre guardava George la scimmia o di quando ancora mangiava il pesce senza lamentarsi. Durante le vacanze, un giorno eravamo in acqua a San Vito lo Capo e Ale le stava facendo fare i tuffi in acqua, a proposito di tuffi, e a un certo punto ha detto: "Godiamocela finché è ancora così, perché durerà ancora poco". Altro tuffo al cuore. Uccisa. Vacanza rovinata. Grazie tante. No, scherzo, però ci ...