In questo momento mi sento molto triste. La giornata è bellissima ma io sono agitata, perché nel pomeriggio ho la terza – e potenzialmente ultima – ecografia, quindi come sempre sono in ansia, per la paura che qualcosa non vada bene. È incredibile quanto all'improvviso hai paura che un'altra persona, che quasi ancora una persona non è, anche se forse lo è già tantissimo, stia male, abbia qualche problema, debba vivere qualche difficoltà. Non mi lascio travolgere da questi pensieri, penso positivo, ma una punta di ansia nascosta sotto l'ottimismo ovviamente la provo sempre. E da qui in avanti sarà sempre così, sempre di più. È in questo modo, suppongo, che si comincia a passare da figli a genitori.
Vorrei che questo pomeriggio lui potesse essermi accanto, ha fatto il possibile per esserci ma io non gli ho fatto pesare nulla, gli ho detto non preoccuparti, se col lavoro non ce la fai ci vado da sola. D'altra parte alla morfologica, che era la prima vera ecografia in cui si analizzasse bene tutto, lui c'era ed è andato tutto bene, quindi perché ora dovrebbe essere diverso? Anche se so che comunque potrebbe.
Però oggi mi sta pesando la solitudine, forse perché sto correggendo un libro bello ma intriso di tristezza, perché il mio telefono non squilla visto che lui è impegnato in una fiera da un cliente... più tardi sentirò mia madre, ma non è lo stesso comunque. Insomma, oggi è uno di quei giorni in cui mi piacerebbe almeno sapere che dopo lo incontrerò ed entreremo insieme a vedere la nostra bimba.
So che tutto questo stato d'animo è solo dovuto all'ansia, eppure non riesco a togliermelo di dosso. Mentre passeggiavo nei campi, al sole, sotto il cielo azzurro in questa giornata già calda alle 8.30 del mattino mi sentivo meglio, e se potessi passeggerei tutto il giorno, ma non posso, perché ho del lavoro da finire, come dicevo, però ora capisco bene perché si va in maternità, di solito. Non solo per la fatica di lavorare (fatica che per ora quasi non sento) ma perché potresti aver bisogno di momenti per te, per ascoltare le tue emozioni e le tue paure, per distrartene o per liberarle tutte quante. Perché hai bisogno di concentrare le energie per prepararti a tutto, ai colpi duri, o alle emozioni, a tutto quanto, anche se pronti non lo si è mai. Insomma, penso alla lunga e complicata vestizione dei guerrieri e dei cavalieri di una volta: c'è bisogno di tempo e – magari – di un aiuto esterno per sistemare bene la corazza e affrontare il mondo...
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