Passa ai contenuti principali

E anche quest'anno...

Suppongo che a un certo punto qualcuno mi dirà: e basta, ogni anno con 'sta storia!!!
E invece no, è troppo bella, e quindi ve la cuccate anche quest'anno. :)

« Per Babbo Natale non era il giorno giusto. L’idea di farsi tre o quattro volte il giro del pianeta, gridando “ho ho” a Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donner, Blitzen e Rudolf e scarrozzare per il cielo lasciandosi dietro una scia di sbriluccicanti freschi fosforescenti gli era sempre piaciuta, in fondo. Era come la notte della prima, e il tutto era molto hollywoodiano, compresa quella schifosissima Cacca Cola che lo costringevano a bere negli spot in TV. Ma quest’anno era diverso: peso sullo stomaco, sicuro che il costume rosso con il pelo bianco gli avrebbe tirato sul sedere e sulla pancia anche più dell’anno prima. Comunque sia, pensò, c’è una pipinara che mi aspetta e non posso deluderli. Ed ecco che Santa scende nella stalla: nessuno ha preparato la slitta, strano. Attacca le renne, e gli paiono bizzosette anziché no, compreso Rudolf che va orgoglioso del naso rosso che fa tanto Natale e ricorda certi hobby del capo. Spingi, sposta, slaccia, riallaccia, alla fine sono più o meno tutte al loro posto, ma Vixen scalcia, le altre si imbizzarriscono, la slitta si rovescia su un fianco, un pattino esce dalla sua sede. Santa bofonchia e accenna anche alcune considerazioni su quella zoccola di Vixen che ha un nome da fumetto porno… Si china per risistemare il pattino e… crack. I pantaloni gli si sgarrano proprio al centro… lo sapevo… lo sapevo. Reggeranno? Be', prima finiamo di caricare, poi se c’è tempo gli diamo una cucitina. Arriva davanti al capannone dei regali, ma c’è uno strano silenzio: e dire che a quest’ora dovrebbe brulicare di elfi che preparano le cataste di pacchi. Neanche l’ombra. Strizza gli occhi: cos’è quella roba attaccata al portoncino? Un foglietto: la Elf (Elfi lavoratori fuori orario) dopo svariati ammonimenti per il mancato pagamento degli straordinari di notturno e prefestivo, proclamano lo sciopero a oltranza. Santa è un uomo paziente e soffoca l’imprecazione. Poi medita sul da farsi e decide che ci vuole una Tennent super o meglio una Scotch Ale. Ma prima bisogna avvertire gli gnomi che si sobbarchino anche il lavoro degli elfi. Già a qualche passo di distanza avverte una strana inquietudine: che cos'è quel foglio bianco sulla porta del capanno degli gnomi? Ovvio, un avviso: la Gnoms (Gnomi notoriamente ormai molto sindacalizzati), pur avendo un contratto tutto compreso non possono non dare la loro solidarietà agli elfi, e proclamano uno sciopero immediato e irrevocabile. Be', a questo punto l’esasperazione si può curare solo con due birre. Entra, apre il frigo: vuoto. Gesù, Giuseppe e Maria: saranno in magazzino, e meno male che qui fa freddo, perché la birra calda, quella proprio no. Primo stanzone, solo casse di birra vuote, o meglio piene di vuoti. Be', saranno nel secondo stanzone. Niente. Dietro gli attrezzi, zero. Forse in cucina. Ci arriva trafelato, bofonchiando, reggendosi i pantaloni, soffocando con sempre minor successo le imprecazioni. Entra sbattendo la porta, fruga dappertutto, niente birra. Toc toc. Bussano. “Avantiiiii” (chi viene a rompere in un momento come questo????). La porta si socchiude, sulla soglia un angelo meraviglioso, riccioli d’oro dappertutto, fin sulle spalle, due occhi azzurri come laghi alpini, due ali ricche e pur garbate. Un angelo così bellino che gli mancava una Ceres in mano per sembrare un miracolo. Ma sottobraccio, invece, portava un piccolo abete di un verde intenso, un albero di Natale, come si chiamano oggi. L’angelo guardò in silenzio Santa che ormai schiumava rabbia e poi, melodioso mellifluo e se vogliamo anche un po’ irritante, scandì: “Babbo Natale, Babbo Natale, questo dove lo metto?”.
Ed ecco spiegato perché in cima a tutti gli alberi di Natale, sulla punta, c’è infilato un angioletto. »

Commenti

Post popolari in questo blog

Il mondo muto di Hector Mann

Insomma, Paul Auster. Il libro delle illusioni . David Zimmer è un professore universitario che d'improvviso perde tutto ciò che ama, in un modo che naturalmente sottolinea attraverso una serie di coincidenze: se non avessi, se l'insegnante di mio figlio non avesse, se... Ma è andata come è andata. Si rinchiude nel suo dolore e nelle bottiglie di whiskey quando, un giorno, guardando a caso una scena di un film muto, ride. Allora non tutto è perduto!, pensa. Sono ancora vivo. E così cerca di scoprire qualcosa su questo attore, Hector Mann, che è riuscito a farlo ridere in un momento tanto disperato. E scopre cose molto interessanti. Tipo che dopo il 1929 è sparito e di lui non si sa nulla. Sicuro come l'oro, ormai è morto. Decide di vedere tutti i suoi film, ma per farlo è costretto a viaggiare. E il fatto di dover anche prendere l'aereo non è cosa da poco, per lui. È interessante anche il suo incontro e dialogo con il dottor Singh, per farsi prescrivere de...

Tenacia

Solo io e le papere, ieri pomeriggio, imperterrite sotto la pioggia ai laghetti. Tenace è un aggettivo che mi piacerebbe mi venisse attribuito, non so quanto appaia all'esterno, anche se penso di sembrare meno tenace di quanto sia in realtà, o di quanto sia capace d'essere. Tenace sarà la mia parola di quest'anno, come aspirazione quanto meno, perché se non riesci ad attraversare tutto sempre con leggerezza, che è ciò che mi piacerebbe fare ma forse non è il momento giusto, allora è al tener duro che voglio aspirare. Forse mi prendo una pausa dal blog, che non importa a nessuno, ma devo dirlo a me stessa perché è sempre stato un bel rifugio ma ora non lo sento più così. Mi ci sento legata ma in questo momento il legame ha anche un sapore negativo, che non sto a spiegare, e credo di avere bisogno di liberarmene per un po'. Non un addio, solo un "non lo so". Ciao

Tuffi

Cercando un'informazione di cui avevo bisogno fra i messaggi WhatsApp con mio marito, ho trovato conversazioni risalenti a una delle tante vita di prima, più precisamente quella in cui nostra figlia era molto piccola e io lavoravo solo il pomeriggio. Trascorrevamo le mattinate insieme, inforcavo la bici e la portavo al parco, tornavamo a casa e faceva un riposino mentre preparavo il pranzo, insomma, tutte quelle cose che mi sembrano lontane anni luce, ormai. È stato un momento molto tenero, con svariati piccoli tuffi al cuore al comparire di una foto di lei addormentata sul divano mentre guardava George la scimmia o di quando ancora mangiava il pesce senza lamentarsi. Durante le vacanze, un giorno eravamo in acqua a San Vito lo Capo e Ale le stava facendo fare i tuffi in acqua, a proposito di tuffi, e a un certo punto ha detto: "Godiamocela finché è ancora così, perché durerà ancora poco". Altro tuffo al cuore. Uccisa. Vacanza rovinata. Grazie tante. No, scherzo, però ci ...