Non è certo l'operazione più semplice da fare. E non sto parlando di quando al mattino ti trovi davanti l'armadio a chiederti cosa indossare (problema che non mi riguarda, io lavoro da casa e non mi cruccio per nulla dell'abbigliamento!).
Da freelance all'inizio cercavo di prendere tutto. Tutto quello che avevo dovevo mantenerlo "perché non si sa mai". No, ora ho imparato che non è detto. Che bisogna saper scegliere. Non solo quello che ti dà più guadagno, ma quello che ti porta da qualche parte. Questo per dire che pochi giorni fa ho scelto di rinunciare a un incarico che portava un'entrata, piccola, ma pur sempre un'entrata.
I motivi sono stati tanti, ci ho riflettuto abbastanza ma la decisione sapevo di averla già presa a monte.
Non mi stava più insegnando nulla, era pura routine alla quale iniziavo a dedicare poco tempo e pochissima qualità. E questa è una cosa che non mi piace per niente.
Non aveva senso aumentare la qualità perché non mi avrebbe comunque portato più su. Nemmeno da un punto di vista personale.
Questo mi dà il tempo di dedicarmi meglio agli altri progetti e magari di avere anche il tempo di cercarne di nuovi, di più stimolanti, dove posso imparare qualcos'altro: dicevo già troppo: Non posso mettermi a fare altro perché faccio fatica a stare dietro a quel che ho. E non va bene, per me, se non tutto quel che ho mi soddisfa.
Liberarsi e tagliare cose, nella vita, è liberatorio. È una scelta liberatoria che apre nuovi orizzonti – si spera. Sentirsi più leggeri è il modo migliore per pensare di correre più avanti, verso un altro traguardo. E poi, al di là del lavoro, adesso nella mia vita ci sono anche altri traguardi – e il lavoro non è tutto – sui quali voglio e devo concentrarmi.
Poi passa qualche giorno e quasi mi pento della scelta. Poi ci rifletto su e mi dico che no, ho fatto bene. Sono sicura che fra qualche tempo sarò pienamente convinta di aver fatto bene, ma, appunto, ci vorrà tempo.
E poi è difficile venire qui e scrivere. Perché passo giornate intense, di lavoro o di vita, e inizio un post per poi rendermi conto che no, non ho tempo, faccio dopo, meglio rileggere, forse dovrei parlare di altro, questo no è noioso, questo è triste. Forse sto attraversando un momento di leggero caos, e devo riprendere un po' in mano i miei pensieri. Abbiate pazienza, andrà meglio... forse è solo una fase di molte riflessioni, o è una fase disordinata e al contempo creativa, chi lo sa.
Ci penso e vi dico.
E poi è difficile venire qui e scrivere. Perché passo giornate intense, di lavoro o di vita, e inizio un post per poi rendermi conto che no, non ho tempo, faccio dopo, meglio rileggere, forse dovrei parlare di altro, questo no è noioso, questo è triste. Forse sto attraversando un momento di leggero caos, e devo riprendere un po' in mano i miei pensieri. Abbiate pazienza, andrà meglio... forse è solo una fase di molte riflessioni, o è una fase disordinata e al contempo creativa, chi lo sa.
Ci penso e vi dico.
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