Con settembre ricomincia tutto: è più o meno come quando andavi a scuola, senza però la scuola. Pure se hai lavorato anche ad agosto, settembre è sempre settembre. Mi piacerebbe, ogni tanto, dover tornare a scuola, ma con la consapevolezza di ora.
Ho ricominciato la palestra, ho ricominciato con la quotidianità, lui non è più in ferie quindi tutto quello che gli facevo fare ora tocca di nuovo farlo a me... più o meno.
Ricominciamo a coprirci, ad aggiungere coperte al letto e ad accendere le luci un po' prima. Le ore sono le stesse, ma sembrano di meno. Abbiamo più cose da fare, o semplicemente il buio ci fa venire sonno prima.
E poi si avvicina il mio compleanno, e io sono felice. Anche se il regalo mi è già arrivato ieri (perché ordinato via internet troppo presto per paura che qualche intoppo lo facesse ritardare!) io sono felicissima. Intanto perché il regalo, espressamente richiesto da me, è il Kindle Paperwhite! E sono già in fase "adesso smanetto finché non mi stanco". Giocattolino nuovo per una bambina di – quasi – 31 anni.
Non vedo l'ora di acquistare o scaricare gratis tutti quei tomi noiosi ed enormi che non compro mai (cose dai titoli tipo: Storia della letteratura italiana, storia della letteratura inglese, storia della letteratura americana e via dicendo). E così d'ora in poi quando andrò in libreria e comprerò solo un libro di tre, perché se ne compro 3 alla volta poi mi ritrovo povera in canna, so che andrò a cercare gli altri due titoli fra gli ebook, che si risparmia e probabilmente anche gli alberi ringraziano.
No, non mi mancherà la "poesia" del libro di carta: certo, sono due cose diverse, ma in fondo, quando andavo in biblioteca e leggevo libri bellissimi che poi restituivo, il libro fisico non ce l'avevo più in mano ma il testo rimaneva comunque. Un po' è la stessa cosa, in fondo. E poi la poesia del libro nel formato classico ho iniziato a perderla 7 anni fa, quando ho iniziato a leggere i libri per lavoro. Stampati su normali fogli A4 o addirittura interi romanzi letti – e editati – in word o sfogliati in pdf. Per non parlare del fatto di scoprire che alcuni autori vengono pubblicati anche se scrivono malissimo e siamo noi a dover rimediare ai loro strafalcioni... insomma, il mio è un rapporto diretto con il testo e con la storia che ha da raccontare, non con il supporto.
E poi amo troppo la tecnologia, i cambiamenti, le nuove idee e sperimentare.
Oggi ho letto invece, e questo non c'entra nulla (be', non proprio), di un film in uscita, Boyhood e sono molto curiosa di vederlo. Innanzi tutto c'è Ethan Hawke, che è sempre un buon motivo per vedere un film :) ma soprattutto perché il regista ha fatto il film in 12 anni. Ogni anno, per 12 anni, ha riunito la troupe di attori facendo recitare loro alcune scene. In questo film ci sono i cambiamenti reali - subìti dagli attori ma anche dal mondo circostante – di 12 anni interi di vita, dal 2002 al 2014. E protagonista è un bambino, che quando ha iniziato di anni ne aveva 8. La trovo un'idea fantastica. Immagino che nel 2002 per esempio, avessero dei cellulari formato telecomando TV, mentre ora avranno degli smartphone e saranno iscritti a Facebook, per esempio. Facebook nel 2002 non esisteva, per fare un esempio.
Io nel 2002 ero al primo anno di università, per esempio. È davvero un sacco di tempo fa, e quante cose sono cambiate da allora! Avevo sì e no un indirizzo email!
Non so se la storia che racconta il film sia bella o banale (il bambino è figlio di due genitori divorziati, e la storia credo ruoti intorno al suo rapporto con loro), ma voglio proprio vedere cosa, rispetto a un film normale, girato in pochi mesi, questo film ci rivela dei cambiamenti della società. Sono supercuriosa.
Ogni tanto si vede che certi film sono girati in modo poco verosimile: per esempio quando ci sono gli adolescenti che girano senza un cellulare. Succede qualcosa e i genitori non sanno come rintracciarli. E tu dici (almeno, io lo dico sempre): ma scusa, di che anno è 'sto film, non poteva chiamarla al cellulare (poi se è spento fine, al via le preoccupazioni del caso...). Ma non la trova mai a casa, perché non la chiama sul cellulare, se gli ha dato il numero di casa perché non dargli quello del cell? Io nemmeno ce l'ho un numero fisso a casa!
Difficoltà di comunicazione necessarie ai fini narrativi, improbabili però al giorno d'oggi.
Tornando a noi, l'altro giorno, mentre modificavo la veste grafica del blog, ho visto che anche lui compie gli anni questo mese, due giorni prima di me: il 24 settembre sono sei anni che ho aperto questo blog! Sei anni, e ho scritto praticamente SEMPRE, voglio dire, forse ho saltato un mese in tutti questi anni, 6 ANNI, suona tantissimissimo, tante parole, tante cose, tante storie... lo trovo molto molto bello. Evviva.
Ho ricominciato la palestra, ho ricominciato con la quotidianità, lui non è più in ferie quindi tutto quello che gli facevo fare ora tocca di nuovo farlo a me... più o meno.
Ricominciamo a coprirci, ad aggiungere coperte al letto e ad accendere le luci un po' prima. Le ore sono le stesse, ma sembrano di meno. Abbiamo più cose da fare, o semplicemente il buio ci fa venire sonno prima.
E poi si avvicina il mio compleanno, e io sono felice. Anche se il regalo mi è già arrivato ieri (perché ordinato via internet troppo presto per paura che qualche intoppo lo facesse ritardare!) io sono felicissima. Intanto perché il regalo, espressamente richiesto da me, è il Kindle Paperwhite! E sono già in fase "adesso smanetto finché non mi stanco". Giocattolino nuovo per una bambina di – quasi – 31 anni.
Non vedo l'ora di acquistare o scaricare gratis tutti quei tomi noiosi ed enormi che non compro mai (cose dai titoli tipo: Storia della letteratura italiana, storia della letteratura inglese, storia della letteratura americana e via dicendo). E così d'ora in poi quando andrò in libreria e comprerò solo un libro di tre, perché se ne compro 3 alla volta poi mi ritrovo povera in canna, so che andrò a cercare gli altri due titoli fra gli ebook, che si risparmia e probabilmente anche gli alberi ringraziano.
No, non mi mancherà la "poesia" del libro di carta: certo, sono due cose diverse, ma in fondo, quando andavo in biblioteca e leggevo libri bellissimi che poi restituivo, il libro fisico non ce l'avevo più in mano ma il testo rimaneva comunque. Un po' è la stessa cosa, in fondo. E poi la poesia del libro nel formato classico ho iniziato a perderla 7 anni fa, quando ho iniziato a leggere i libri per lavoro. Stampati su normali fogli A4 o addirittura interi romanzi letti – e editati – in word o sfogliati in pdf. Per non parlare del fatto di scoprire che alcuni autori vengono pubblicati anche se scrivono malissimo e siamo noi a dover rimediare ai loro strafalcioni... insomma, il mio è un rapporto diretto con il testo e con la storia che ha da raccontare, non con il supporto.
E poi amo troppo la tecnologia, i cambiamenti, le nuove idee e sperimentare.
Oggi ho letto invece, e questo non c'entra nulla (be', non proprio), di un film in uscita, Boyhood e sono molto curiosa di vederlo. Innanzi tutto c'è Ethan Hawke, che è sempre un buon motivo per vedere un film :) ma soprattutto perché il regista ha fatto il film in 12 anni. Ogni anno, per 12 anni, ha riunito la troupe di attori facendo recitare loro alcune scene. In questo film ci sono i cambiamenti reali - subìti dagli attori ma anche dal mondo circostante – di 12 anni interi di vita, dal 2002 al 2014. E protagonista è un bambino, che quando ha iniziato di anni ne aveva 8. La trovo un'idea fantastica. Immagino che nel 2002 per esempio, avessero dei cellulari formato telecomando TV, mentre ora avranno degli smartphone e saranno iscritti a Facebook, per esempio. Facebook nel 2002 non esisteva, per fare un esempio.
Io nel 2002 ero al primo anno di università, per esempio. È davvero un sacco di tempo fa, e quante cose sono cambiate da allora! Avevo sì e no un indirizzo email!
Non so se la storia che racconta il film sia bella o banale (il bambino è figlio di due genitori divorziati, e la storia credo ruoti intorno al suo rapporto con loro), ma voglio proprio vedere cosa, rispetto a un film normale, girato in pochi mesi, questo film ci rivela dei cambiamenti della società. Sono supercuriosa.
Ogni tanto si vede che certi film sono girati in modo poco verosimile: per esempio quando ci sono gli adolescenti che girano senza un cellulare. Succede qualcosa e i genitori non sanno come rintracciarli. E tu dici (almeno, io lo dico sempre): ma scusa, di che anno è 'sto film, non poteva chiamarla al cellulare (poi se è spento fine, al via le preoccupazioni del caso...). Ma non la trova mai a casa, perché non la chiama sul cellulare, se gli ha dato il numero di casa perché non dargli quello del cell? Io nemmeno ce l'ho un numero fisso a casa!
Difficoltà di comunicazione necessarie ai fini narrativi, improbabili però al giorno d'oggi.
Tornando a noi, l'altro giorno, mentre modificavo la veste grafica del blog, ho visto che anche lui compie gli anni questo mese, due giorni prima di me: il 24 settembre sono sei anni che ho aperto questo blog! Sei anni, e ho scritto praticamente SEMPRE, voglio dire, forse ho saltato un mese in tutti questi anni, 6 ANNI, suona tantissimissimo, tante parole, tante cose, tante storie... lo trovo molto molto bello. Evviva.
Commenti
Secondo: il tuo regalo è stato il mio regalo ai 30 anni (a proposito, abbiamo la stessa età) e devo dire che da quando ce l'ho a parte il risparmio economico, ambientale ecc. Vogliamo parlare dello spazio in casa e, soprattutto, in valigia??? :-D
Buona lettura tecnologica, quindi.
PS: io sono piena di ebook. Se hai qualche autore in particolare che ti interessa dimmelo che se vuoi te li giro. Baci!
credo che il film esca fra un mese circa in Italia... anch'io trovo l'idea fighissima, anche perché se l'ha voluta fare il regista avrà sicuramente sfruttato la cosa in modo che "si capisca" che una scena è stata girata sul serio nel 2002 o nel 2005. E poi niente trucco per invecchiare gli attori! nell'originale sentirai la vera voce del ragazzo dopo la muta vocale, per dirne una... mi piace questa cosa!