Di recente ho letto una cosa vera assai, e la sintetizzerei così: sottolineare le difficoltà che si affrontano per fare le cose non ti rende santo, ti rende soltanto un lamentoso in cerca di approvazione e consolazione. Fare le cose per come è giusto che vadano fatte nonostante le difficoltà che si possano incontrare, ma senza risparmiarsi e senza lamentarsi, questo ti rende una persona che sa il fatto suo e che avrà qualcosa da dare e da insegnare. E poi i risultati si vedono. E non ho altro da aggiungere sull'argomento.
Solo io e le papere, ieri pomeriggio, imperterrite sotto la pioggia ai laghetti. Tenace è un aggettivo che mi piacerebbe mi venisse attribuito, non so quanto appaia all'esterno, anche se penso di sembrare meno tenace di quanto sia in realtà, o di quanto sia capace d'essere. Tenace sarà la mia parola di quest'anno, come aspirazione quanto meno, perché se non riesci ad attraversare tutto sempre con leggerezza, che è ciò che mi piacerebbe fare ma forse non è il momento giusto, allora è al tener duro che voglio aspirare. Forse mi prendo una pausa dal blog, che non importa a nessuno, ma devo dirlo a me stessa perché è sempre stato un bel rifugio ma ora non lo sento più così. Mi ci sento legata ma in questo momento il legame ha anche un sapore negativo, che non sto a spiegare, e credo di avere bisogno di liberarmene per un po'. Non un addio, solo un "non lo so". Ciao
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