Quando ero piccola, sarò stata in quinta elementare, mia mamma mi ha comprato dei quaderni per la scuola, e su uno di questi c'era disegnata, abbastanza stilizzata, tuttavia riconoscibile, la faccia di Buster Keaton. C'era anche una breve descrizione dell'attore, ricordo vagamente che si diceva che faceva ridere ma non rideva mai.
Quegli occhi, seppur disegnati, e quella cosa del non ridere mai mi hanno catturata in un modo indimenticabile, infatti mi ricordo ancora adesso di quel quaderno. La faccia, le espressioni, tutto di Buster Keaton continua ad affascinarmi in modo inspiegabile, come forse nient'altro al mondo. Ho visto dei documentari su di lui, e alcuni, pochi purtroppo, film e io non è che abbia 'sta passione per il cinema muto, eppure se vedo Buster non mi scollo più. Devono essere quegli occhi, quello sguardo lì.
Di certo avrei potuto vederli al Festival del cinema muto, i suoi film ma finora non ce l'ho fatta ed è una manifestazione di cui anni fa non sapevo nulla perché ero sempre più verso Udine che verso Pordenone. E poi le manifestazioni così mi mettono sempre un po' ansia, quando c'è tanta gente, anche se forse al festival del cinema muto non c'è poi così tanta gente (mentre al Far East sì, eppure il Far East non mi fa lo stesso effetto ansia, chissà perché. C'ho dei problemi, lo so. Pordenonelegge, per esempio, mi mette ansia ai massimi livelli, eppure io dentro i libri ci vivo.)
Una volta avevo trovato in libreria il cofanetto che li conteneva tutti, i suoi film, o ne conteneva molti, ora non ricordo con precisione, e non l'ho comprato perché ero una povera studentessa che doveva fare delle scelte precise, con i pochi soldi che aveva in tasca. Ma ora penso di poter rimediare. O magari il mio moroso si ricorda che lo vorrei, quel cofanetto, e me lo regala? Dovrò rinfrescargli la memoria...
Tutto questo mi è venuto in mente perché oggi ho letto questa intervista qui.
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