Passa ai contenuti principali

Sogno

Siccome pare che il segreto spesso stia nei dettagli più che nella visione d'insieme, e siccome io non sono molto brava a concentrarmi sui dettagli, come allenamento ho deciso di scrivere i miei sogni ogni volta che me li ricordo. Ieri sera sono andata a dormire nella speranza di sognare, e incredibile ma vero, nonostante le mie membra fossero stanche per la palestra, ho sognato! (Di solito in questi casi dormo stile mattone.) E allora ve lo riporto, il sogno di stanotte, perché anche leggere i sogni degli altri stimola un po' di immaginazione (credo). Come qualunque storia, direi.

Stanotte ho sognato che io e Ale andavamo in una città (che non era Pordenone e somigliava vagamente ad Arles, solo che lui doveva andare dal parrucchiere, e se avesse il coiffeur ad Arles sarebbe alquanto bizzarro) e ci trovavamo davanti a un muro, lungo, con una lunga scritta in stampatello. (Per questo dico che somigliava ad Arles, sembrava il muro che fiancheggia il Rodano). E Ale mi dice: - Hai sentito cos'è successo?
E io faccio: - No, cosa?
- Hanno scoperto che alcuni amici che erano in Austria con te (n.b.: lui non li conosce, che ne sa!!!???) hanno fatto delle cose, però speriamo che non scoprano chi e non finiscano nei guai (cioè, tu sai chi sono e il resto del mondo no?).

Insomma, su questo muro c'era scritto, a grandi linee: "Non racconterò a nessuno di quello che succedeva quelle sere, delle lap-dance dopo i film e delle sniffate", il tutto corredato da foto di qualcuno che fa lap-dance (tipo locandina di film, in cui in realtà si vede solo l'ombra di una persona dietro una tenda) e altre immagini che sembravano vere locandine di film. Ricordo che c'erano toni sul rosso e nero, molto cupi. Ah sì, il muro più che un muro sembrava una lunga lavagnetta luminosa.
Al che ho capito di chi si parlava (ma non so perché l'ho capito! Nessuno ha mai fatto nulla del genere in mia presenza, soprattutto le persone alle quali stavo pensando io!) e ho detto che mi pareva strano, ma poverini, comunque io non avrei detto niente.
Poi Ale è dal parrucchiere e io sono sola in giro per questa città, è già buio ma è solo pomeriggio tardi quindi è abbastanza frequentata, l'asfalto è bagnato ma non piove più e io sono in cerca di un distributore automatico per comprare dei chewing-gum (cosa che non compro mai!). Mentre cammino incrocio Lo Psicopatico (Lo Psicopatico è un tizio che frequentavo e che non è davvero psicopatico ma mi ha rotto un po' le scatole, per dirla con toni blandi, è proprio una brutta persona e lo chiamo così). Io naturalmente l'ultima cosa che voglio è parlare con lui, e infatti provo subito un senso di fastidio quando mi rendo conto che mi ha vista e mi saluta e vuole parlare con me. Io cerco di continuare a farmi gli affari miei e gli dico che non ho nessuna voglia di parlare con lui, che mi sta sulle scatole e che se ne torni da dove è venuto. Lui ovviamente non se ne va, non sarebbe da lui d'altra parte, e intanto metto le monetine (una da 1 euro e 2 da 50 centesimi) nel distributore e prendo due pacchettini di chewing-gum (uno bianco e uno rosso) e poi lo liquido e me ne vado dal parrucchiere.
Quando arrivo guardo dalla porta a vetri e all'inizio vedo due tizi ma non vedo Ale, poi lo vedo sulla sinistra, ancora seduto in attesa che Alain gli tagli i capelli, infatti non ha gli occhiali e ha un asciugamano bianco poggiato sulle spalle (Alain non lo vedo, ma so che è lui il parrucchiere). Entro, mi si appannano un po' gli occhiali e poi gli racconto dello Psicopatico e gli dico che se lo torniamo a incontrare magari può menarlo. Naturalmente Ale è d'accordo (e secondo me ci spera anche un po', e pure io).
Poi usciamo, andiamo a prendere l'auto ma non incontriamo nessuno, ripassiamo davanti al muro di prima che io guardo ancora incredula, e ce ne andiamo.
Poi mi sveglio.

Commenti

Post popolari in questo blog

Il mondo muto di Hector Mann

Insomma, Paul Auster. Il libro delle illusioni . David Zimmer è un professore universitario che d'improvviso perde tutto ciò che ama, in un modo che naturalmente sottolinea attraverso una serie di coincidenze: se non avessi, se l'insegnante di mio figlio non avesse, se... Ma è andata come è andata. Si rinchiude nel suo dolore e nelle bottiglie di whiskey quando, un giorno, guardando a caso una scena di un film muto, ride. Allora non tutto è perduto!, pensa. Sono ancora vivo. E così cerca di scoprire qualcosa su questo attore, Hector Mann, che è riuscito a farlo ridere in un momento tanto disperato. E scopre cose molto interessanti. Tipo che dopo il 1929 è sparito e di lui non si sa nulla. Sicuro come l'oro, ormai è morto. Decide di vedere tutti i suoi film, ma per farlo è costretto a viaggiare. E il fatto di dover anche prendere l'aereo non è cosa da poco, per lui. È interessante anche il suo incontro e dialogo con il dottor Singh, per farsi prescrivere de...

Tenacia

Solo io e le papere, ieri pomeriggio, imperterrite sotto la pioggia ai laghetti. Tenace è un aggettivo che mi piacerebbe mi venisse attribuito, non so quanto appaia all'esterno, anche se penso di sembrare meno tenace di quanto sia in realtà, o di quanto sia capace d'essere. Tenace sarà la mia parola di quest'anno, come aspirazione quanto meno, perché se non riesci ad attraversare tutto sempre con leggerezza, che è ciò che mi piacerebbe fare ma forse non è il momento giusto, allora è al tener duro che voglio aspirare. Forse mi prendo una pausa dal blog, che non importa a nessuno, ma devo dirlo a me stessa perché è sempre stato un bel rifugio ma ora non lo sento più così. Mi ci sento legata ma in questo momento il legame ha anche un sapore negativo, che non sto a spiegare, e credo di avere bisogno di liberarmene per un po'. Non un addio, solo un "non lo so". Ciao

Tuffi

Cercando un'informazione di cui avevo bisogno fra i messaggi WhatsApp con mio marito, ho trovato conversazioni risalenti a una delle tante vita di prima, più precisamente quella in cui nostra figlia era molto piccola e io lavoravo solo il pomeriggio. Trascorrevamo le mattinate insieme, inforcavo la bici e la portavo al parco, tornavamo a casa e faceva un riposino mentre preparavo il pranzo, insomma, tutte quelle cose che mi sembrano lontane anni luce, ormai. È stato un momento molto tenero, con svariati piccoli tuffi al cuore al comparire di una foto di lei addormentata sul divano mentre guardava George la scimmia o di quando ancora mangiava il pesce senza lamentarsi. Durante le vacanze, un giorno eravamo in acqua a San Vito lo Capo e Ale le stava facendo fare i tuffi in acqua, a proposito di tuffi, e a un certo punto ha detto: "Godiamocela finché è ancora così, perché durerà ancora poco". Altro tuffo al cuore. Uccisa. Vacanza rovinata. Grazie tante. No, scherzo, però ci ...