Passa ai contenuti principali

Domeniche luminose

Fa caldo, caldissimo per essere nemmeno metà marzo, e inizio ad avvertire l'imminente allergia. Che palle!
Qui si continua a lavorare a pieno ritmo, e sono così impegnata che non riesco più a fare niente: a leggere, a scrivere, ad aggiornare il blog. In più c'è la casa da tenere decente, e insomma, tutta la normale amministrazione direi.
L'8 marzo abbiamo festeggiato il nostro terzo anniversario (altro che festa della donna e mimosa, a me sono arrivati un bel paio di orecchini :)) e finalmente siamo riusciti ad avere un fine settimana tranquillo e rilassato, con tanto di cenetta a dir poco squisita sabato sera e passeggiata in riva al mare domenica pomeriggio, e proprio ieri, tornando indietro dal mare, mi sono ricordata di quanto ero triste qualche anno fa, in un periodo in cui ero così sola da rasentare la depressione (un momento davvero buio della mia vita, ma buio sul serio perché me lo ricordo proprio come una continua mancanza di luce, aiutata dal fatto che in effetti era gennaio, gennaio 2008 per la precisione, e di luce ce n'era veramente ben poca), e all'epoca avevo un altro blog, da un'altra parte, un blog che ora non c'è più, per fortuna, perché non è un ricordo che ho voglia di conservare. E in quel periodo, ogni tanto, quando ero a pranzo ed era domenica, pensavo a quanto mi mancavano le gite della domenica. Quando sei infelice e in più è inverno, la domenica non hai né motivo né voglia di andare in gita. Ero proprio sola, nel senso più profondo del termine.
Ero triste. Ed è stato per quello che poi ho ripiegato su, diciamo, "compagnie totalmente non alla mia altezza". Ma in quel periodo credevo di non meritare di meglio. E ho finito per farmi parecchio male, ma meno di quanto se ne sarebbe fatto un soggetto diverso da me, che per fortuna con la solitudine a volte riesce a fare tranquillamente i conti (non che trovi la cosa piacevole, ma può rendere forti, a volte).
A pensarci bene, poi, questo blog l'ho aperto verso la fine del 2008, quando le cose andavano leggermente meglio, ma non abbastanza, in effetti. Ancora non avevo trovato quello che chiamo il mio habitat naturale. Però devo ringraziare di aver ritrovato delle persone tramite Facebook e tramite la cena di classe (ormai era passato un anno da quel depresso e buio gennaio del 2008), di aver ricevuto un invito a una festa di carnevale, alla quale sono andata assieme a un'amica (una di quelle ritrovate da poco) e dove ho conosciuto quella splendida persona che ora è il mio dolcissimo Ale.
E così, ieri pomeriggio mentre rientravamo nella nostra casetta, gli ho detto, quasi con le lacrime agli occhi, che quando ero tanto sola se c'era una cosa che mi mancava erano le gite della domenica.
Sono contenta di non essermi arresa al buio, quel gennaio.

Commenti

bob ha detto…
sono contento che le cose ti stiano andando bene, non bisogna mai mollare, sono convinto che con la buona volonta' si puo' arrivare ovunque e superare qualunque periodo duro. ed e' curioso come gli avvenimenti della tua vita coincidano cronologicamente con i miei.
sara' che abbiamo piu' o meno la stessa eta' (come mi sembra, e senza offesa!).
Miky ha detto…
non so se c'entra l'età, magari era il 2008 a essere un anno di cambiamenti... :) macché offesa, qui classe '83, sono ancora abbastanza giovane da non dover nascondere gli anni!! ;)
bob ha detto…
le particolari condizioni sociali/economiche del biennio 2008/2009 hanno cambiato la vita di parecchia gente. fra qualche anno probabilmente saremo in grado di vedere meglio la situazione passata. io sono dell''82, siamo noi quella generazione cosi' geniale e cosi' bistrattata.

Post popolari in questo blog

Tenacia

Solo io e le papere, ieri pomeriggio, imperterrite sotto la pioggia ai laghetti. Tenace è un aggettivo che mi piacerebbe mi venisse attribuito, non so quanto appaia all'esterno, anche se penso di sembrare meno tenace di quanto sia in realtà, o di quanto sia capace d'essere. Tenace sarà la mia parola di quest'anno, come aspirazione quanto meno, perché se non riesci ad attraversare tutto sempre con leggerezza, che è ciò che mi piacerebbe fare ma forse non è il momento giusto, allora è al tener duro che voglio aspirare. Forse mi prendo una pausa dal blog, che non importa a nessuno, ma devo dirlo a me stessa perché è sempre stato un bel rifugio ma ora non lo sento più così. Mi ci sento legata ma in questo momento il legame ha anche un sapore negativo, che non sto a spiegare, e credo di avere bisogno di liberarmene per un po'. Non un addio, solo un "non lo so". Ciao

Ancora

A volte ho la sensazione di non essere reale. Forse è colpa del fatto che lavoro tante ore da sola, forse ho questa abitudine di guardarmi da fuori, forse è perché ultimamente la confusione nella testa regna sovrana. Mi sento irreale, eppure so che le mie azioni hanno delle ripercussioni sulla realtà quindi dovrei rendermi conto che è una sensazione stupida. Cerco di fare cose concrete, regolari, misurate perché i ritmi e le cose cadenzate mi danno sicurezza. Provo a evitare le distrazioni ma non ne sono tanto capace. Finisco per inventarmi mondi immaginari e perdo l'àncora. È un bene o un male, perdere l'àncora? Non lo so proprio. A volte tutto sembra così insignificante se si pensa alla fine che faremo tutti, che mi chiedo a che pro reggersi sempre al parapetto, anche quando il mare si fa burrascoso? Però sì, rivorrei la calma. Rivorrei il silenzio. Rivorrei la sicurezza, o almeno la convinzione, di aver fatto bene. Rivorrei la sensazione di felicità scontata che scontata non

Il mondo muto di Hector Mann

Insomma, Paul Auster. Il libro delle illusioni . David Zimmer è un professore universitario che d'improvviso perde tutto ciò che ama, in un modo che naturalmente sottolinea attraverso una serie di coincidenze: se non avessi, se l'insegnante di mio figlio non avesse, se... Ma è andata come è andata. Si rinchiude nel suo dolore e nelle bottiglie di whiskey quando, un giorno, guardando a caso una scena di un film muto, ride. Allora non tutto è perduto!, pensa. Sono ancora vivo. E così cerca di scoprire qualcosa su questo attore, Hector Mann, che è riuscito a farlo ridere in un momento tanto disperato. E scopre cose molto interessanti. Tipo che dopo il 1929 è sparito e di lui non si sa nulla. Sicuro come l'oro, ormai è morto. Decide di vedere tutti i suoi film, ma per farlo è costretto a viaggiare. E il fatto di dover anche prendere l'aereo non è cosa da poco, per lui. È interessante anche il suo incontro e dialogo con il dottor Singh, per farsi prescrivere de