Sono al lavoro, e mi annoio. Qui si passa da momenti di semi-panico in cui bisogna fare tutto in 5 secondi cercando di non sbagliare nulla, interpretare quello che vuole dirti il capo senza capire veramente quello che ti sta dicendo, a non sapere cosa fare nell'attesa che qualcosa accada. Più o meno annoiarsi tutto il giorno per poi perdere autobus e treno perché se succede qualcosa succede a poco dal termine dell'orario di lavoro. Troppi pochi stimoli positivi, almeno per il momento. Sono stanca, dormo troppo poco, sono triste. L'unica cosa che si è rimpinguata un po' in questo periodo è giusto il conto in banca.
Sparisco. Divento sempre più piccola e poi sparisco. «e io mi sento, io mi sento, io mi sento vagamente ridicolo» (va letta cantando) Mi sento piccola e ridicola e scompaio. Un buco nero, come nella canzone de i cani. Non posso contare più tutte le volte in cui è successo, perché ho permesso agli altri di farmi sentire così. Scontata. Inutile. Piccola. Non conto le volte in cui solo poi mi sono resa conto che ti mettono una mano sulla testa per schiacciarti giù in modo da sentirsi più grandi. Bravi, un applauso. Non conto certo nemmeno gli errori che ho fatto io, ma mai per rimpicciolire nessuno. Per insicurezza, senza dubbio. Per bisogno di attenzioni, sicuramente. Niente di edificante, certo, ma mai intenzionata a distruggere un altro per sentirmi migliore. E invece c'è chi lo fa, chi gioca, manipola, ti fa credere cose che non sono, ti tratta come se non importasse per sentirsi importanti, finché poi non importi davvero più. Bravi, un applauso anche a voi. Sono sparita e diventa...
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