Per comprendere l'entusiasmo sono a pagina 182, e l'ho iniziato l'altro giorno con parecchie pause in mezzo. Non l'ho finito ovviamente, ma già lo consiglierei.
Non a tutti sia chiaro.
A chi non si annoia con gli elenchi di gruppi che con molta probabilità non conosce.
A chi nonostante il suddetto elenco apprezza decisamente la scrittura che scorre via liscia più che mai, e la storia che comunque, almeno per ora e almeno a me, fa venire voglia di sapere come cavolo va a finire.
Ogni capitolo consiglia un pezzo da ascoltare, certo l'ha fatto anche Medina Reyes, ma qui ci sono più capitoli e probabilmente consigli molto migliori. O sicuramente molto più "settoriali".
Non è troppo alla Hornby, anche se alla fine Hornby non l'ho letto ma ho solo visto il film, e credo di non sbagliare dicendo di scordarci di avere di fronte un simil-High Fidelity, nonostante a tutti (quelle poche recensioni che ho letto su questo romanzo non mancano di farvi riferimento) venga in mente quello. Be' perché si parla di musica e di "addetti ai lavori", d'accordo, ma, non so come dire, non è la stessa cosa. È accurato e originale e direi che parla di qualcosa di cui si parla poco, o meglio, si scrive poco o niente.
La definizione «questo romanzo è la ricostruzione tra il vero e il possibile di un’educazione rock dello scorso millennio» mi piace.
Tra il vero e il possibile: il gruppo protagonista del romanzo, con il suo leader, nella realtà non sono mai esistiti. Tutto il resto - il contorno, il clima di fine anni 80 - anni 90 a Londra, i gruppi, i festival - tutto questo è vero. La storia del trentenne rimasto legato al suo mito adolescenziale è facilmente riconoscibile. Il "cresci" che gli viene ripetuto più o meno esplicitamente è forse il punto centrale della questione e tutta la storia della musica di quegli anni che viene fatta è un contorno tanto dettagliato anche dove totalmente inventato, descritto a mio avviso così bene, da sembrare impossibile che i Thieving Magpies e Lance Webster non siano esistiti.
E poi più scritto "dall'interno" di così: Tim Thornton è il batterista dei Fink (non li avete mai sentiti? Tranquilli, tutto normale, cliccate sul nome...). E per dire quanto scrive bene (secondo me) ecco qui un risveglio post-sbronza del protagonista (p. 132):
«C'è questo vecchio cartone animato dei Peanuts, non sono sicuro che lo ricordiate, ma abbiate pazienza. Snoopy si sveglia una mattina d'inverno, ha dormito come al solito in cima alla cuccia, riflette su quanto è bello svegliarsi con una sensazione di benessere; anche se non tutto è perfetto, la vita in generale è bella. Solo in quel momento vede questo ghiacciolo gigantesco e affilato come un rasoio, minacciosamente in bilico sopra la cuccia. Un movimento e il ghiacciolo cadrà, dividendo lui e la sua dimora in due.
Ecco è così che mi sento quando la radio mi trascina fuori dal sonno alle sette. Non ho giramenti di testa. Mi sento caldo. Ho fatto un bel sogno, cucinavo salsicce alla griglia sulla spiaggia di Norfolk. È sabato. Persino la canzone alla radio (quel pezzo stupido dei Libertines che parla dei Lanky Lads) non mi irrita troppo. Rimango sdraiato a compiacermi di me stesso per una ventina di secondi. Poi vedo il ghiacciolo. Solo che nel mio caso ce ne sono due. Per ora mi accorgo solo del primo, ma non temete, l'altro entrerà in scena entro breve».
P.S. Grazie per il regalo amore.
P.P.S. Isbn edizioni vi tiro le orecchie, ho già trovato 4 errori grossolani... ^_^
Non a tutti sia chiaro.
A chi non si annoia con gli elenchi di gruppi che con molta probabilità non conosce.
A chi nonostante il suddetto elenco apprezza decisamente la scrittura che scorre via liscia più che mai, e la storia che comunque, almeno per ora e almeno a me, fa venire voglia di sapere come cavolo va a finire.
Ogni capitolo consiglia un pezzo da ascoltare, certo l'ha fatto anche Medina Reyes, ma qui ci sono più capitoli e probabilmente consigli molto migliori. O sicuramente molto più "settoriali".
Non è troppo alla Hornby, anche se alla fine Hornby non l'ho letto ma ho solo visto il film, e credo di non sbagliare dicendo di scordarci di avere di fronte un simil-High Fidelity, nonostante a tutti (quelle poche recensioni che ho letto su questo romanzo non mancano di farvi riferimento) venga in mente quello. Be' perché si parla di musica e di "addetti ai lavori", d'accordo, ma, non so come dire, non è la stessa cosa. È accurato e originale e direi che parla di qualcosa di cui si parla poco, o meglio, si scrive poco o niente.
La definizione «questo romanzo è la ricostruzione tra il vero e il possibile di un’educazione rock dello scorso millennio» mi piace.
Tra il vero e il possibile: il gruppo protagonista del romanzo, con il suo leader, nella realtà non sono mai esistiti. Tutto il resto - il contorno, il clima di fine anni 80 - anni 90 a Londra, i gruppi, i festival - tutto questo è vero. La storia del trentenne rimasto legato al suo mito adolescenziale è facilmente riconoscibile. Il "cresci" che gli viene ripetuto più o meno esplicitamente è forse il punto centrale della questione e tutta la storia della musica di quegli anni che viene fatta è un contorno tanto dettagliato anche dove totalmente inventato, descritto a mio avviso così bene, da sembrare impossibile che i Thieving Magpies e Lance Webster non siano esistiti.
E poi più scritto "dall'interno" di così: Tim Thornton è il batterista dei Fink (non li avete mai sentiti? Tranquilli, tutto normale, cliccate sul nome...). E per dire quanto scrive bene (secondo me) ecco qui un risveglio post-sbronza del protagonista (p. 132):
«C'è questo vecchio cartone animato dei Peanuts, non sono sicuro che lo ricordiate, ma abbiate pazienza. Snoopy si sveglia una mattina d'inverno, ha dormito come al solito in cima alla cuccia, riflette su quanto è bello svegliarsi con una sensazione di benessere; anche se non tutto è perfetto, la vita in generale è bella. Solo in quel momento vede questo ghiacciolo gigantesco e affilato come un rasoio, minacciosamente in bilico sopra la cuccia. Un movimento e il ghiacciolo cadrà, dividendo lui e la sua dimora in due.
Ecco è così che mi sento quando la radio mi trascina fuori dal sonno alle sette. Non ho giramenti di testa. Mi sento caldo. Ho fatto un bel sogno, cucinavo salsicce alla griglia sulla spiaggia di Norfolk. È sabato. Persino la canzone alla radio (quel pezzo stupido dei Libertines che parla dei Lanky Lads) non mi irrita troppo. Rimango sdraiato a compiacermi di me stesso per una ventina di secondi. Poi vedo il ghiacciolo. Solo che nel mio caso ce ne sono due. Per ora mi accorgo solo del primo, ma non temete, l'altro entrerà in scena entro breve».
P.S. Grazie per il regalo amore.
P.P.S. Isbn edizioni vi tiro le orecchie, ho già trovato 4 errori grossolani... ^_^
Commenti