Ogni tanto ci penso, ma perché dovrei stare qui a scrivere cose che sapete già? E se non le sapete o non le volete sapere tanto mica venite qui a leggere. Poi mi ricordo che siccome sono molto divertente, a volte, forse saperle da me vi regala un sorriso, una risata di gusto, quindi penso che rendere questo prezioso servizio alla seppure esigua lista di persone che butta un occhio in questo blog è a volte una buona azione.
D'altra parte però, è anche vero che il vostro eventuale benessere, di cui posso trovare riscontro solo nei commenti, o nel fatto che c'è ancora qualcuno che passa di qua per mezzo della "visita diretta" e non della casuale ricerca su google, non mi interessa proprio per niente ma mi fa guadagnare punti-autostima e punti-presunzione di cui vado oggettivamente ghiotta.
Perciò, stavo pensando che potrei proprio scriverla questa cosa che pensavo e cioè che per esempio non sopporto le persone che dicono faccialibro invece di facebook, ma non quelli che lo dicono così per caso, senza pensarci, o perché magari la cosa li fa ridere, ma quelli che lo dicono apposta per non usare un termine inglese che fa brutto visto che siamo in italia e per prendere le distanze da un social network (forse direbbero più rete sociale, a me non piacciono né i puristi né gli esageratamente anglofili, c'è un certo gusto dell'atteggiarsi in entrambi) che nominandolo in italiano vogliono dimostrare di disprezzare o di disprezzarne la logica di fondo e che purtuttavia lo utilizzano. Mi sembra sempre comunque una posa. Era solo il primo esempio che m'è venuto in mente. L'arte di diversificarsi dalla massa evitando l'autocompiacimento della diversificazione e mantenendo la libertà comunque di fare anche qualcosa che fa la cosiddetta massa (ma immagino che anche dire "quello che fa la massa" sia troppo "di massa" per essere accettato da uno spirito "alternativo", e uso tutte queste virgolette perché il vuoto di significato dei due concetti al giorno d'oggi mi pare evidente, tranne rari casi) e purtuttavia per libera scelta, non è mica un'arte facile. Dire io sono diverso dagli altri non fa di te un essere diverso.
Il che porta al punto che non è necessario. L'importante è avere una personalità propria e definita. Essere diverso e incompreso non ti fa diventare migliore, soprattutto se ne ostenti gli aspetti che secondo te elevano la tua moralità, e forse poi finisce che tanto incompreso non lo sei, solo ti piace esserlo. Che è una cazzata, i risultati si vedono altrove.
Non ho idea del motivo per cui sono andata a parare su quest'argomento, e non è stato nemmeno divertente, quindi niente punti-autostima e niente punti-presunzione sto giro. Probabilmente era solo lì e avevo voglia di dirlo.
E alla fine mi rileggo e mi sembro un po' troppo filosofica e allora chiedo:
lo sfintere dice cosa?
così torniamo allo standard ^_^
D'altra parte però, è anche vero che il vostro eventuale benessere, di cui posso trovare riscontro solo nei commenti, o nel fatto che c'è ancora qualcuno che passa di qua per mezzo della "visita diretta" e non della casuale ricerca su google, non mi interessa proprio per niente ma mi fa guadagnare punti-autostima e punti-presunzione di cui vado oggettivamente ghiotta.
Perciò, stavo pensando che potrei proprio scriverla questa cosa che pensavo e cioè che per esempio non sopporto le persone che dicono faccialibro invece di facebook, ma non quelli che lo dicono così per caso, senza pensarci, o perché magari la cosa li fa ridere, ma quelli che lo dicono apposta per non usare un termine inglese che fa brutto visto che siamo in italia e per prendere le distanze da un social network (forse direbbero più rete sociale, a me non piacciono né i puristi né gli esageratamente anglofili, c'è un certo gusto dell'atteggiarsi in entrambi) che nominandolo in italiano vogliono dimostrare di disprezzare o di disprezzarne la logica di fondo e che purtuttavia lo utilizzano. Mi sembra sempre comunque una posa. Era solo il primo esempio che m'è venuto in mente. L'arte di diversificarsi dalla massa evitando l'autocompiacimento della diversificazione e mantenendo la libertà comunque di fare anche qualcosa che fa la cosiddetta massa (ma immagino che anche dire "quello che fa la massa" sia troppo "di massa" per essere accettato da uno spirito "alternativo", e uso tutte queste virgolette perché il vuoto di significato dei due concetti al giorno d'oggi mi pare evidente, tranne rari casi) e purtuttavia per libera scelta, non è mica un'arte facile. Dire io sono diverso dagli altri non fa di te un essere diverso.
Il che porta al punto che non è necessario. L'importante è avere una personalità propria e definita. Essere diverso e incompreso non ti fa diventare migliore, soprattutto se ne ostenti gli aspetti che secondo te elevano la tua moralità, e forse poi finisce che tanto incompreso non lo sei, solo ti piace esserlo. Che è una cazzata, i risultati si vedono altrove.
Non ho idea del motivo per cui sono andata a parare su quest'argomento, e non è stato nemmeno divertente, quindi niente punti-autostima e niente punti-presunzione sto giro. Probabilmente era solo lì e avevo voglia di dirlo.
E alla fine mi rileggo e mi sembro un po' troppo filosofica e allora chiedo:
lo sfintere dice cosa?
così torniamo allo standard ^_^
Commenti
A parte la prosa un po' contorta nel preambolo le tue mi sembrano considerazioni molto equilibrate, che condivido.
No al purismo inutile ed ostentato, che non serve per dichiararsi diversi ed avere una propria personalità, più definita di quella degli altri.
Questo blog l'ho visto nascere... sta crescendo in modo interesante ;-)
Daje! Che daje eddaje la cipolla diventa aje.
Yours,
Daniele
Pompini virtuali puri, proprio.
@sciuscia esattamente.