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L'allodola

C'è un albero, di fianco alla pista ciclabile che percorro a piedi ogni mattina con il mio cane, che in questo periodo è giallo di un giallo intenso, sembra una gigantesca lampadina accesa in mezzo al verde un po' grigiastro di quelli che lo circondano. E anche se non c'è il sole, lui pare risplendere di luce propria. Sì, certo, vorrei essere come quell'albero, risplendere in mezzo al grigiume invece di confondermi con lo sfondo ma no, direi che risplendere non è proprio il mio. Però mi innamoro ogni volta che lo vedo, e forse va detto io mi innamoro fin troppo facilmente delle cose, quando ti colpiscono di punto in bianco, o anche quando ti colpiscono un po' alla volta. Io screenshotto libri convinta che siano il mio prossimo colpo di fulmine perché il titolo, la trama, il commento corredato... a volte è vero, a volte uno specchietto ed eccomi qui, la vostra allodola. O mi butto a capofitto in una cosa e dico bella, sì dai, la faccio io e mi impegno e da sola mi di
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Tuffi

Cercando un'informazione di cui avevo bisogno fra i messaggi WhatsApp con mio marito, ho trovato conversazioni risalenti a una delle tante vita di prima, più precisamente quella in cui nostra figlia era molto piccola e io lavoravo solo il pomeriggio. Trascorrevamo le mattinate insieme, inforcavo la bici e la portavo al parco, tornavamo a casa e faceva un riposino mentre preparavo il pranzo, insomma, tutte quelle cose che mi sembrano lontane anni luce, ormai. È stato un momento molto tenero, con svariati piccoli tuffi al cuore al comparire di una foto di lei addormentata sul divano mentre guardava George la scimmia o di quando ancora mangiava il pesce senza lamentarsi. Durante le vacanze, un giorno eravamo in acqua a San Vito lo Capo e Ale le stava facendo fare i tuffi in acqua, a proposito di tuffi, e a un certo punto ha detto: "Godiamocela finché è ancora così, perché durerà ancora poco". Altro tuffo al cuore. Uccisa. Vacanza rovinata. Grazie tante. No, scherzo, però ci

Fra le gocce di una pioggia d'agosto

E così la pausa è finita. Ne avevo proprio bisogno, per una volta sono riuscita a staccare completamente la spina da tutto quanto (o quasi), e in anticipo rispetto al solito. Certo, ha significato dover ricominciare a lavorare un po' prima del solito (oggi), ma piove e fa fresco e quindi male non mi è andata. Sono state vacanze riposanti e stancanti insieme, ma le ho vissute con parecchia serenità, serenità che mi mancava. Mi sono sentita equilibrata e centrata, ogni tanto ho riperso l'equilibrio, certo, ma ci sta, eppure non è arrivato l'abisso o forse sono riuscita a tenerlo a bada e prevenirlo. Mi pare di sentirmi molto meglio e spero la sensazione rimanga. Prima delle vacanze vere e proprie ci sono stati altri momenti piacevoli, come il concerto dei Placebo e altre uscite con amici, mentre in vacanza mi sono innamorata di Palermo e della Sicilia in generale, del suo mare e soprattutto del suo cibo. Favignana, poi, non può che restare nel cuore. Dopo qualche giorno di re

Lately

Gli alti e bassi delle giornate a volte pesano un po', per me è assolutamente normale, luglio è soltanto il mese dell'anno che odio di più al mondo quindi per quanto mi riguarda niente di nuovo sul fronte occidentale. Abbiamo anticipato di poco le vacanze rispetto al solito, per fortuna, perché giuro non ce la faccio più, preferisco ricominciare a lavorare le ultime due settimane di agosto. Ci sono giornate buone e giornate meno buone ma nel complesso non ho molto tempo per crucciarmi né per lamentarmi, il ritmo è alzarsi, centro estivo, canare cane e mettermi a lavorare. Alle cinque smettere di lavorare, centro estivo, casa, schiattare ancora un po' dal caldo e poi crollare sul divano o su un libro. Nel mezzo pausa pranzo "estiva", robe da fare in casa che ce n'è sempre e poco altro. Qualche weekend si respira e si fa qualcosa, altri si vegeta e si organizza agosto. Mi sento comunque molto fortunata, non c'è che dire, sono solo allo stremo, come ogni cazz

Apnea

Mi sembra che mi abbia fatto bene stare un po' lontana da qui, come stare un po' lontana dalle abitudini non dico cattive ma poco sane. Mi sento finalmente un po' più leggera, anche se non fuori pericolo, e anche se ogni tanto è buio e penso che un abisso mi inghiottirà presto, mi sento comunque più piantata a terra di qualche tempo fa e l'abisso è un pensiero generalmente più vago. Piove molto in questo maggio strambo e fa pure freddo, non mi lamento perché odio il caldo ma mi lamento perché dobbiamo cambiare piani per la festa di compleanno di mia figlia, ma ora che sono qui e scrivo non ci voglio pensare e tutto si risolverà, dai. Abbiamo comprato biciclette nuove, io soprattutto era da un po' che ne volevo una per prendere e pedalare e pedalare e pedalare e fare fatica senza pensare perché mi riesce tanto tanto più facile che con la corsa. La corsa mi distrugge in breve, la bicicletta mi dà l'impressione che potrei andare avanti per ore. Così martedì, forse

Tenacia

Solo io e le papere, ieri pomeriggio, imperterrite sotto la pioggia ai laghetti. Tenace è un aggettivo che mi piacerebbe mi venisse attribuito, non so quanto appaia all'esterno, anche se penso di sembrare meno tenace di quanto sia in realtà, o di quanto sia capace d'essere. Tenace sarà la mia parola di quest'anno, come aspirazione quanto meno, perché se non riesci ad attraversare tutto sempre con leggerezza, che è ciò che mi piacerebbe fare ma forse non è il momento giusto, allora è al tener duro che voglio aspirare. Forse mi prendo una pausa dal blog, che non importa a nessuno, ma devo dirlo a me stessa perché è sempre stato un bel rifugio ma ora non lo sento più così. Mi ci sento legata ma in questo momento il legame ha anche un sapore negativo, che non sto a spiegare, e credo di avere bisogno di liberarmene per un po'. Non un addio, solo un "non lo so". Ciao

Tout s'en va

Inizia quel periodo dell'anno in cui è ancora inverno ma non è già più davvero inverno, ma nemmeno primavera, tranne il pomeriggio a volte, quando ci sono quasi venti gradi, ma basta una giornata grigia come quella di oggi per non poterla chiamare proprio primavera. Insomma, un quarto di stagione, neanche mezza. Quando esce il sole e scalda come i giorni scorsi, da un lato mi sento più vivace e viva anch'io, dall'altro mi viene l'angoscia dell'estate che è da molto tempo una stagione che mi mette ansia (vacanze fuori dal cazzo escluse). Poi arriva una giornata, grigia, come quella di oggi (e domani, dato che pioverà, pare) e va un po' peggio e va un po' meglio. Peggio per la vivacità, meglio per l'ansia che si placa. Poi mi esercito a razionalizzare, ché tutto passa, proprio come le stagioni, e l'ansia non serve a niente ed è meglio lasciar andare quello che deve andare come deve andare e intanto impegnarmi a fare quel che devo fare come lo devo fare