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Di estate e cicale


È iniziato luglio, oggi è arrivato un po' di caldo e di bel tempo, oggi ho corso bene, anche sotto il sole, sto lavorando bene, anche se a volte mi distraggo un po', sento le cicale e mi ricordano la pineta al mare, la nostalgia di un'estate come fosse già finita, andata, come se mi mancasse già, come quando qualcosa che manca sembra mancare fin dall'inizio.

Oggi scrivo senza saper scrivere, e sento la voglia di fare cose senza saperle fare, perché di quelle che so traccio i confini da una vita e forse è ora di oltrepassarli.
Oggi mi sento in bilico tra ieri e domani, come ogni oggi, e mi chiedo se la stretta allo stomaco e il tuffo al cuore fanno parte di ogni oggi e di ogni bilico, o se questi sono più potenti di altri.
Oggi ho visto una foto di mia figlia dal nonno, insieme a un riccio in giardino, il verde abbagliante dell'erba sotto il sole, la sua maglietta nera che sta così bene con i pantaloncini rosa, i suoi capelli improvvisamente di nuovo lunghi, le sue gambe improvvisamente lunghissime, i suoi occhi ancora di bambina, ma bambina improvvisamente più grande di ieri. Anche se so che quasi niente succede improvvisamente, che è tutto sotto i tuoi occhi e si dipana piano ma noi ce ne accorgiamo solo quando guardiamo davvero.

Quando mi fermo a guardare mi sembra sempre che ieri fosse tutto più bello di oggi, ma è solo perché dimentichiamo di quando non è stato bello per niente, e poi perché temiamo che domani possa essere un po' peggio. Invece no, sarà bello ancora, e anche no, ma ci saranno sempre un sacco di cose belle a ben guardare, insomma, almeno finché possiamo, e allora non dovrebbe esserci motivo di sentire la nostalgia di un'estate già finita quando non è quasi ancora iniziata, di cicale che non sono nella pineta al mare, e di qualcosa che manca e forse mancava fin dall'inizio.

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