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Che altro rimane

Fare cose che di solito non faccio è sempre il mio modo per cercare di sbloccare le situazioni. Non funziona sempre come dovrebbe ma ci si prova.
Ieri mattina per esempio sono andata a correre molto presto, molto prima del solito, perché la giornata me lo consentiva. Ho trovato tutto quello che pensavo avrei trovato: il silenzio, le strade semideserte, la luce incantevole del sole ancora basso in un cielo ancora limpido, e per via del maltempo dei giorni scorsi  c'era anche molto più fresco del solito. E le pozzanghere e le foglie bagnate a terra, che, lasciando perdere i danni che purtroppo ci sono stati, contribuivano a creare un panorama davvero apprezzabile.
Ho corso, e respirato, e buttato fuori tutto ciò che riuscivo a buttare fuori. Forse domattina replico, se mi sveglio col piede giusto.
Forse agosto mi permetterà di ritrovare davvero un po' me stessa, con i suoi tempi diversi, sia a casa che lontano da casa, di staccare un po' la spina, di cambiare un po' aria, di pensare e pensarmi, anche se diversa da prima, non per forza peggiore di prima.
Lasciar andare, non solo senza paura di perdere ma anche nel senso di lasciare che vada come deve e non forzare la mano.
E però anche prendere, e riprendere in mano ciò che della vita abbiamo ancora il potere di modellare.
E poi ridere, e stare leggeri mentre il tempo fugge via, ché tanto fugge lo stesso.
E dare tutto, tutto l'amore che c'è, con generosità, perché alla fine che altro rimane.

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