Forse passo veloce anche perché ho perso un po' la voglia di scrivere, mi dispiace, ma mi sa che è proprio così. E credo di sapere perché l'ho persa: perché sono stanca. E annoiata. Non annoiata davvero, il lavoro non manca e il resto da fare c'è sempre, ma annoiata della continua ripetizione degli stessi schemi.
A un certo punto passerà, questa situazione finirà, si tornerà a viaggiare e a muoversi liberamente, a passeggiare sotto il sole, come ho fatto stamattina con canetto e la musica dei R.E.M. nelle orecchie, ma senza restrizioni, con i pensieri altrove. Per ora ancora no, per ora teniamo ancora duro, sperando che sia davvero ancora solo per un po'.
Siamo stanchi e un po' avviliti, ma cerchiamo di tenere il sorriso sulle labbra e di rilassare gli animi, non per nascondere la realtà, ma per dare alla realtà la possibilità di essere migliore. Soprattutto per i nostri figli, che assorbono le nostre negatività più di quanto sembri a prima vista.
Le giornate sono belle e luminose, pare però che tornerà freddo. A saperlo, avrei cercato di conservare un po' di luce e un po' di spensieratezza estiva per portarmela dietro tutto l'inverno e farla durare ancora finché serve. A saperlo, forse, avrei cercato di prepararmi meglio. Ma forse non ci si poteva preparare meglio all'incertezza.
Leggo Carrère perché trovo conforto nel suo modo di scrivere anche se le sue storie non sono molto confortanti. Forse la prossima lettura sarà di nuovo Stefansson perché nel suo linguaggio placido che ha il sapore degli ampi spazi freddi delle terre del Nord Europa trovo la pace. Forse non leggerò niente perché la sera mi sembra sempre più un viticcio gelido che mi lega la mente e lo stomaco. Forse mi permetterò di perdermi in un pianto, di tanto in tanto, per ricominciare il giorno dopo più leggera. Dai che in pochi giorni arriva un'altra primavera.
E speriamo bene.
Ciao amici.
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