Certe giornate partono così, senza un motivo preciso. O magari sì, magari una canzone, una frase o una parola, un pensiero fugace e ti circondi di una certa sensazione vaga di malinconia.
Magari uno sguardo al calendario, o a una foto sulla libreria, un libro dimenticato, e ti catapulti davanti ad altri sguardi di partenze, da sopra un treno che non sapevi sarebbe stato l'ultimo, o un letto d'ospedale, o su soglie di case mai più riviste, o cancelli di scuola.
Certe giornate sono così, e non basta il sole, il tepore di una specie di primavera anticipata, le frittelle o i cioccolatini, o i pennarelli, né i treni, le soglie, i cancelli di scuola futuri.
A volte è una sensazione dolce ma si mescola a un'ansia che sembra immotivata, che ti fa dire un attimo, un momento, ho bisogno di fermarmi, respirare, assaporare e riordinare i pensieri. O abbandonarli.
A volte il procedere di una giornata che non riesco a plasmare bene sotto le mie mani, che mi sembra sfugga ai movimenti delle mie dita mi fa venire qui a scrivere di cose che sono troppo mie per liberarle. Ma poi vanno liberate, e pazienza se tutti le leggono, e pazienza se non le capiscono, e pazienza se arrossirei se non fosse che c'è uno schermo a dividermi dal resto.
Non si può scegliere tutto, solo qualcosa. L'ho letto in fondo a una recensione del nuovo libro di Matt Haig (quello di Come fermare il tempo), che non è un romanzo e si intitola Vita su un pianeta nervoso. L'ho già sul Kindle ad aspettarmi perché alla fine mi piace come racconta le cose.
Sì, mi sono sentita sovraccarica nei mesi recenti e tendo a sentirmi spesso sovraccarica, anche se a gennaio ho provato a togliere. Certo, la mole di lavoro – in parte imprevisto – non ha aiutato.
Ho bisogno, forse, di disintossicarmi da pensieri, responsabilità e ansie (strano che la mia mente abbia generato questo pensiero in automatico: per lasciare spazio a nuovi pensieri, responsabilità e ansie. :D Aiuto non se ne esce!).
Una settimana di niente.
Mi basterebbero tre giorni.
Forse mi basterebbe una camminata in montagna, rigenerante e stancante insieme, riprendere in mano redini e finire discorsi nati nella mia testa e che da lì, probabilmente, non usciranno mai.
Pulizie di primavera anticipata.
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Siamo in un loop senza via d'uscita :)