È arrivato il primo freddo vero. Ieri sera, stamattina. Di colpo da maniche corte con sopra qualcosa è arrivato il momento di passare al maglione. O giù di lì.
Dalla finestra della cucina, stamattina, le montagne si vedevano come fossero proprio lì, a portata di mano. Il cielo terso e la luce che le dorava un po'. Una cosa bellissima che mi ha fatto dimenticare che è lunedì.
[Non è certo la vista della foto, che risale a quando abitavamo dove abitavamo prima, e che era l'unica cosa bella di dove abitavamo prima ;)].
Sabato sera libera uscita e ritorno tardissimo, e poi noi ci svegliamo alle sette e mezza e la piccola, che era rimasta a casa, l'ho svegliata io alle nove e mezza. Porca miseria, la vecchiaia! E oggi risento della stanchezza di ieri, visto che di riposare non se ne parlava proprio...
Quando però torno indietro da Casarsa, dopo aver portato la piccola dalla nonna, e mi trovo davanti le montagne così, dopo una curva eccole, imponenti e insieme rassicuranti, lo stomaco fa sempre un salto. Brunori nell'autoradio (nuova, finalmente, non ne potevo più di passare il viaggio a cantare Le ruote del bus che girano alla piccola), la mente che vaga in luoghi piacevoli, a volte un po' ai confini e oltre certi limiti, e per un momento, un momento solo, sono qui e non sono qui e non ho davanti la giornata a correggere e correre per far stare tutto quello che deve stare.
Poi parcheggio e il momento passa, ma le montagne no, sono sempre lì, a dare un po' di pace.
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