Foto dal nostro viaggio di nozze giugno 2014, Skye Island, Scotland |
Voi siete innamorati?
No, non dovete rispondere raccontandomi i fatti vostri, ovviamente, ma è una domanda che mi fa riflettere, soprattutto perché mi è capitato di recente di vedere diverse persone che sembravano unite dalle circostanze, dagli anni, dalle decisioni prese in passato più che dall'amore. Parlo proprio di essere innamorati davvero – be', ognuno a modo proprio, comunque.
Non so cosa significhi universalmente, ciascuno di noi, suppongo, considera la questione in modo diverso, ma so che a parte non poter immaginare di condividere la mia vita con nessun altro se non con lui, ci sono tutta una serie di cose che faccio perché c'è lui, (anche) grazie a lui, oppure pensando a lui, pensando alla sua felicità.
Non significa che sacrifico me, significa che far felice me stessa è un modo per far felice anche lui (e lo so anche perché è lui per primo a dirmelo). Ma anche viceversa.
So, per esempio, che quando compro un vestito che mi sta bene, sono contenta per come mi vedo io ma sono contenta anche di sorprendere lui. So che in qualunque forma lui possa apparirmi, sarà sempre la forma che lo rende quello che è, e non potrei volere altro. So che un complimento fatto da un altro vale pochissimo in confronto a quello che mi fa lui, perché dietro c'è anche tutto quello che siamo stati, che siamo e che desideriamo essere – e anche tutte le cose negative attraverso cui possiamo esser passati – qualcosa che solo noi due possiamo condividere.
Non penso che lui sia il migliore in tutto, ma lui è il migliore in tutto per me, anche quando non la pensiamo allo stesso modo. Sono innamorata ancora di più adesso che ci sfioriamo per casa poco e di sfuggita, mentre lui corre a prendere e riportare a casa suo figlio e io corro a portare e riportare a casa Dafne dai nonni. Mentre io finisco di lavorare la sera tardi o il fine settimana, o lui porta fuori il cane e io addormento la bambina.
In questo anno e mezzo da quando è nata Dafne, ci è capitato più volte – tre credo – di rispondere a un questionario per una ricerca in ambito psicologico che coinvolge coppie di genitori (abbiamo un pediatra molto fico da questo punto di vista). Fra le varie domande, una riguardava la frequenza con cui abbracci il tuo partner. Ogni volta la risposta "1 o più volte al giorno" non mi sembrava nemmeno abbastanza, visto che ci abbracciamo di continuo. Anche adesso, ogni volta che i figli ci mollano per 5 minuti. Non che sia discriminante come cosa – ognuno vive la sfera delle manifestazioni sentimentali in modo diverso – ma lo è per me, che sono cresciuta in una famiglia in cui gli abbracci, passato il periodo dell'infanzia, scarseggiavano (per non dire che erano del tutto assenti).
Quando la sera ci accasciamo sfiniti sul divano, senza poter guardare un film perché sono tutti già iniziati, o iniziano quelli che finiranno troppo tardi per vederli, quando la domenica pomeriggio Dafne finalmente dorme e noi siamo presi dall'entusiasmo perché abbiamo un po' di tempo per noi (e ci addormentiamo come pere cotte sul divano), in quel momento di rara pace, di tempo sospeso, di coperte morbide e muscoli indolenziti, penso solo una cosa: che forse ci sono stati periodi in cui il tempo insieme ce lo siamo goduto di più e meglio, in cui ci siamo anche permessi di sprecarlo alla grande, ma non rinuncerei per niente a tutto questo insieme di vita, di cose, di fatica anche, perché ha fondamenta fatte di felicità, risate, dolcezza senza eguali e tanti, tantissimi, strettissimi abbracci.
Commenti
Sono felice delle parole che scrivi, d'altra parte questa situazione la vedo con i miei occhi nello splendido esempio di mia sorella e mio cognato, che si abbracciano ancora adesso, spesso e volentieri, dopo quasi 12 anni di matrimonio (maròòò il tempo come passa). E ovviamente anche loro hanno sacrificato tempo per il loro pupo (il mio insuperabile nipotino), che però ha dato una grande gioia alla loro vita da genitori.
L'amore è tante piccole infinite cose. Come preoccuparsi perché chiami e trovi il cell staccato o che non prende.
L'amore è preoccuparsi, e la felicità dell'altro vale esattamente e più della nostra. Perché quella dell'altro/a moltiplica la nostra, non la sostituisce. Buona luce e buona vita. ;)