L'estate è arrivata di soppiatto, fra un megatemporale e qualche giornata nuvolosa carica di umidità, si è infilata come un gatto sinuoso e ozioso con i suoi cieli quasi tersi e le ore del pomeriggio caldissime. Ma le mattine sono ancora fresche, mi lasciano passeggiare in pace e mi godo con gioia le corse in bicicletta con il vento appena tiepido e piacevole a scorrermi sulla pelle.
Scendo e risalgo le strade della città, che ormai sento la «mia» città – oh, finalmente abbiamo lasciato quel paesino orribile dove abitavamo prima! – fingendo di essere in vacanza anche se non è così. Scopro stradine e scorciatoie, esploro parchi e piste ciclabili, mi fermo a salutare i conoscenti, come se qui fossi a casa mia da sempre. Vi assicuro che non solo è una sensazione piacevole, ma proprio appagante.
Prima, dove abitavo quando abitavo con i miei, era una sensazione scontata. Giravo per le strade che erano state le strade della mia infanzia e, soprattutto, dell'adolescenza. Salivo e scendevo marciapiedi, inforcavo scorciatoie, mi infilavo in strade campestri... Era tutto a memoria, praticamente stampato nel mio DNA.
Ritroverei, lì, le stesse cose, ora? Forse no, l'amica che abitava laggiù adesso vive in California, l'altra che era nella strada dopo vive in un'altra regione, quella della strada accanto forgia giovani menti a New York. E poi, tutti gli altri, tutte le altre cose che sono cambiate piano piano ma in modo inesorabile, modificando il volto della mappa dei miei luoghi.
Qui invece per me è tutto abbastanza nuovo, quegli stessi (quei simili) cambiamenti li ho vissuti solo da lontano, chi è di qui dice «non è più come una volta» ma per me la mia «volta» è adesso. E non è tutto superfantastico, è solo Pordenone, ma è qui che ora costruisco ricordi nuovi, ricordi futuri.
Il passato è in una vetrina, è bello, lo rispolveri e lo riguardi di tanto in tanto, ma serve solo a dire chi eri, chi sei e chi sarai lo costruisci di giorno in giorno (almeno, per me è così: nel passato non si vive, è già stato, diventa pure un po' noioso).
Una sera, è domenica, la casa ti si riempie di amici, fra una bruschetta e una pastasciutta hai un'altra foto di una nuova identità. Ce ne sono state altre, ce ne saranno ancora: tutte fotografie scattate solo con la mente, al buio sotto il portico di casa, seduti a terra a mangiare gelato un po' bio e un po' no.
Commenti
Mi piace la tua idea del passato: una bella vetrina ricca di cose da spolverare e da ammirare, il resto da vivere giorno per giorno.
Comunque che orrore quest'estate anticipata (anche se io considero il 1 giugno inizio d'estate, considerando il concetto di estate meteorologica :D)
@Miky: mi sa che viste le premesse, quest'estate avrai da ri-litigare con lei XD
@franco be' non so il tuo vissuto o i tuoi impegni, per cambiare in genere si è sempre in tempo... comunque saremmo tutti diversi se avessimo vissuto altrove, ma non vale la pena crucciarsene, perché non lo sapremo comunque mai. Però, se non ci piace una situazione fare il possibile per cambiarla, almeno parzialmente, quello è nelle nostre facoltà.
@Riccardo che dire, sono due settimane che bramo il ritorno di settembre, ma devo dire che bramo anche le settimane di ferie di mio marito ad agosto, e non posso nemmeno dimenticare il fatto che estate = gelato la sera, dopo cena, le passeggiate anche tardi che tanto sembra presto... ci sono i pro e i contro!