Ci sono, sono pronta, credo.
Stephen King, gli incubi, la fantascienza, pensa uno.
Stephen King e l'infanzia, penso io.
Ecco, quando si avvicina l'estate, quando leggo dei racconti per ragazzi, quelli con il target d'età 11-13 anni, quando penso alle avventure di Tom Sawyer e Huck Finn, e quando penso a molte delle storie di Stephen King trovo che siano tutti accomunati da questo: l'infanzia, ragazzini che crescono, le loro paure e le loro avventure. Ma soprattutto, la profonda amicizia che li lega e che li aiuta a superare le difficoltà.
Io trovo che non si parli mai abbastanza della dolcezza e della delicatezza con cui Stephen King racconta l'infanzia: certo, dolcezza e delicatezza non sembrano le parole giuste quando si parla del Re del Brivido, eppure lo sono. Ed è proprio qui che sta il trucco: tanta è l'innocenza dei suoi piccoli o giovani protagonisti, tanto grande è l'incubo che devono affrontare. Il fatto è che quando si è bambini si rischia di essere sopraffatti dalle paure, e gli adulti, mi dispiace tanto, ma gli adulti non sono sempre (a volte mai) capaci di rassicurarli. Questo è quello che succede nei suoi libri, a volte è questo che succede nella realtà. Quando un bambino viene da noi e ci dice che ha paura del buio, noi non riusciamo a capire l'incubo che sta vivendo dentro, perché non ci ricordiamo più cosa significa avere paura del buio. Minimizziamo, pensiamo "passerà" e non siamo capaci di empatizzare con la paura del bambino. Quante volte succede?
E Stephen, ragazzi miei, lo sa benissimo, e infatti chi è che aiuta il protagonista di un suo racconto ad affrontare un incubo orribile? Non certo un adulto, la maggior parte delle volte, ma sono loro, gli altri, gli amici: i compagni di avventura, quelli che capiscono e che vedono quello che un adulto troppo razionale non riesce a vedere più.
Stand By Me-Racconto di un'estate, un film che conoscono in molti, è un bellissimo racconto contenuto nella raccolta Stagioni diverse e credo sia uno di quelli che più mi sono piaciuti, e quel tipo di amicizia è proprio quello che l'amicizia dovrebbe essere.
It, chi ha visto il film, chi ha letto il libro: sono sempre i ragazzi i protagonisti, non il mostro. Gli amici che, uniti, trovano i mezzi e il coraggio per vincere i propri mostri.
L'acchiappasogni, anche qui i protagonisti sono dei ragazzi, poi diventati adulti: la trama principale certo è splatter ed è ambientata a quando sono adulti, ma tutto il racconto della loro amicizia da ragazzini ha sempre quella stessa caratteristica.
Poi ci sono i ragazzi soli, quelli che soccombono perché i loro mostri devono combatterli da soli... come Carrie, per esempio. O sconfiggi l'orco o diventi tu l'orco.
Stephen King, gli incubi, la fantascienza, pensa uno.
Stephen King e l'infanzia, penso io.
Ecco, quando si avvicina l'estate, quando leggo dei racconti per ragazzi, quelli con il target d'età 11-13 anni, quando penso alle avventure di Tom Sawyer e Huck Finn, e quando penso a molte delle storie di Stephen King trovo che siano tutti accomunati da questo: l'infanzia, ragazzini che crescono, le loro paure e le loro avventure. Ma soprattutto, la profonda amicizia che li lega e che li aiuta a superare le difficoltà.
Io trovo che non si parli mai abbastanza della dolcezza e della delicatezza con cui Stephen King racconta l'infanzia: certo, dolcezza e delicatezza non sembrano le parole giuste quando si parla del Re del Brivido, eppure lo sono. Ed è proprio qui che sta il trucco: tanta è l'innocenza dei suoi piccoli o giovani protagonisti, tanto grande è l'incubo che devono affrontare. Il fatto è che quando si è bambini si rischia di essere sopraffatti dalle paure, e gli adulti, mi dispiace tanto, ma gli adulti non sono sempre (a volte mai) capaci di rassicurarli. Questo è quello che succede nei suoi libri, a volte è questo che succede nella realtà. Quando un bambino viene da noi e ci dice che ha paura del buio, noi non riusciamo a capire l'incubo che sta vivendo dentro, perché non ci ricordiamo più cosa significa avere paura del buio. Minimizziamo, pensiamo "passerà" e non siamo capaci di empatizzare con la paura del bambino. Quante volte succede?
E Stephen, ragazzi miei, lo sa benissimo, e infatti chi è che aiuta il protagonista di un suo racconto ad affrontare un incubo orribile? Non certo un adulto, la maggior parte delle volte, ma sono loro, gli altri, gli amici: i compagni di avventura, quelli che capiscono e che vedono quello che un adulto troppo razionale non riesce a vedere più.
Stand By Me-Racconto di un'estate, un film che conoscono in molti, è un bellissimo racconto contenuto nella raccolta Stagioni diverse e credo sia uno di quelli che più mi sono piaciuti, e quel tipo di amicizia è proprio quello che l'amicizia dovrebbe essere.
It, chi ha visto il film, chi ha letto il libro: sono sempre i ragazzi i protagonisti, non il mostro. Gli amici che, uniti, trovano i mezzi e il coraggio per vincere i propri mostri.
L'acchiappasogni, anche qui i protagonisti sono dei ragazzi, poi diventati adulti: la trama principale certo è splatter ed è ambientata a quando sono adulti, ma tutto il racconto della loro amicizia da ragazzini ha sempre quella stessa caratteristica.
Poi ci sono i ragazzi soli, quelli che soccombono perché i loro mostri devono combatterli da soli... come Carrie, per esempio. O sconfiggi l'orco o diventi tu l'orco.
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