Ieri è morto Federico Tavan. Un uomo, un poeta, un friulano. Era un uomo eccentrico e semplice, immediato e intenso, è così che lo ricordo, l'unica volta in cui l'ho visto da vicino e ne ho ascoltato dal vivo le parole.
Al mierle
E cuan ch'al mierle
al à perdût la vous
pa' la val
ce freit
(Il merlo. E quando il merlo ha perduto la voce, nella valle che freddo.)
Al mierle
E cuan ch'al mierle
al à perdût la vous
pa' la val
ce freit
(Il merlo. E quando il merlo ha perduto la voce, nella valle che freddo.)
Cuan' che me soi inamorât
cuan' che me soi inamorât
al cour al tucava
làscete zî
chist al é l'amour
jo ài strengjût i dinç
al cour al à tasût.
(Quando mi sono innamorato. Quando mi sono innamorato il cuore batteva: lasciati andare, questo è l'amore. Io ho stretto i denti, il cuore ha taciuto.)
Le poesie sono tratte dalle raccolta Cràceles cròceles, I quaderni del Menocchio, Montereale Valcellina (PN) 1997.
La foto è di Danilo De Marco (www.danilodemarco.it)
La foto è di Danilo De Marco (www.danilodemarco.it)
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