L'odore del cuoio vecchio, di qualcosa che esiste da almeno sessant'anni e che se potesse parlare ne avrebbe tante di storie da raccontare.
Il ticchettio dell'orologio al quarzo che spezza, di secondo in secondo, il silenzio ottuso intorno, rendendolo ancora più assoluto, paradossalmente, e paradossalmente fa sembrare il tempo ancor più sospeso.
I disegni appiccicati al frigo in modo confuso.
Le scarpe abbandonate accanto al divano.
Sapere che una cosa c'è, anche quando non ne hai bisogno.
La porta d'entrata di dove ho abitato per vent'anni, e adesso lì chissà chi ci vive.
Le coste dei libri piegate per l'uso.
Il rumore della penna sulla carta.
Imparare cose nuove (mai abbastanza).
Il cane che ronfa.
I colori del Collio (e il vino del Collio).
Le gite domenicali.
Gli amici di sempre.
Gli amici di ora.
I brividi quando ascolti una canzone.
Fare i bambini (nel senso di interpretarne il ruolo) anche quando non ci sono bambini.
Il sole d'inverno.
I vecchi album (in tutti i sensi).
I film dell'orrore.
I film.
Non prendersi sul serio.
La timidezza.
Il ticchettio dell'orologio al quarzo che spezza, di secondo in secondo, il silenzio ottuso intorno, rendendolo ancora più assoluto, paradossalmente, e paradossalmente fa sembrare il tempo ancor più sospeso.
I disegni appiccicati al frigo in modo confuso.
Le scarpe abbandonate accanto al divano.
Sapere che una cosa c'è, anche quando non ne hai bisogno.
La porta d'entrata di dove ho abitato per vent'anni, e adesso lì chissà chi ci vive.
Le coste dei libri piegate per l'uso.
Il rumore della penna sulla carta.
Imparare cose nuove (mai abbastanza).
Il cane che ronfa.
I colori del Collio (e il vino del Collio).
Le gite domenicali.
Gli amici di sempre.
Gli amici di ora.
I brividi quando ascolti una canzone.
Fare i bambini (nel senso di interpretarne il ruolo) anche quando non ci sono bambini.
Il sole d'inverno.
I vecchi album (in tutti i sensi).
I film dell'orrore.
I film.
Non prendersi sul serio.
La timidezza.
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